General Dynamics F 111 A Aardvark da kit Italeri n° 1232 scala 1/72

Lo hanno chiamato Aardvark "Formichiere" per il suo particolare muso allungato. Da poco tempo questi splendidi aerei non solcano più i cieli. Ripercorriamo l'inizio di questi 40 anni di storia dell'aviazione attraverso la riproduzione di uno dei primissimi F 111 A Operativi in teatro d'operazioni.

Modello testo e Foto di Silvio Pietropaolo

 

 

Aerei stupendi con le ali mobili, venivano chiamati a geometria variabile, per poter volare più veloce e meglio di chiunque altro, a qualunque quota ed in qualunque modo. L' F 111 è insieme all' F 14 ed il Tornado l'esempio di riferimento di questa particolare architettura aeronautica che ha decretato il completamento dell'era degli aerei con comandi convenzionali fino a lasciare il passo ai nuovi velivoli ad instabilità intrinseca e comandi Fly by wire, con l'avvento dell'F 16

Il Formichiere è già stato oggetto d'interesse per il nostro sito, dato che abbiamo già trattato la realizzazione dell' F 111E di Hupper Heyford riutilizzando un vecchio kit Airfix del 1969 e della versione FB 111A da bombardamento strategico dal vecchio kit Revell del 1966 riproducente il prototipo TFX .

In questo articolo racconteremo come ricavare con poco sforzo e dal diffusissimo ed economico kit Italeri n° 1232 uno dei velivoli delle versione F 111A. Il kit Italeri dell'F 111 A Aardvark è un kit onesto, senza complicazioni o moltiplicazioni di pezzi e parti e con un buon livello di dettaglio.

Negli interni c'è quello che serve ed il dettaglio è buono, volendo si possono innalzare un poco i seggiolini inserendo una zeppa in plasticard di 1 o 2 mm. sotto dato che danno la sensazione di essere un pochino bassi alla posizione del poggiatesta. I pannelli strumenti sono lisci ma ci sono buone decalcomanie. data la scala l'effetto è buono.

Il vano carrello è profondo e dettagliato, l'architettura del carrello anteriore è buona, mancano un paio di attuatori secondari che eventualmente posso essere realizzati con dei pezzattini di filo telefonico. Mancano anche i due fari di atterraggio più in alto nel vano

La scomposizione tra la parte anteriore della fusoliera ed i corpo centrale permette un buon incastro ed è il posto migliore per piombare il modello, è sufficiente incollare un paio di piombi da 10g. di quelli autoadesivi per l'equilibratura dei cerchi in lega delle auto, basta farsi amico il gommista.

Montando il poppino mi sono reso conto che rispetto alla deriva si sarebbe formato un notevole gap a causa della posizione troppo "appoppata" del poppino di coda. Per eliminare questa posizione falsata ho inserito una zeppa in plasticard nella parte inferiore in mezzo alla radice degli scarichi in modo da innalzare un poco il poppino.

l'eccesso di plasticard è stato rimosso a colla asciutta e poi tutto è stato sagomato e lisciato.

il montaggio fila avanti spedito ed in tre giorni abbiamo il nostro formichiere quasi completamente montato. Gli interni sono in Dark Grey 36231 successivamente lavato con con lo smoke Tamiya e fatto un dry brushing con il Light Gost Grey 36375. I cuscini dei seggiolini in olive drab ed i poggiatesta in rosso opaco.

Come si può notare da questa foto un montaggio accurato può ridurre di molto l'uso dello stucco e limitarlo principalmente alla linea di giunzione abitacolo-fusoliera.

I trasparenti vanno in sede perfettamente, il kit italeri per altro permette il montaggio dei portelli aperti nella caratteristica posizione ad ali di gabbiano. Per l'incollaggio del parabrezza basta un poco di Vinavil, che provvederà anche a riempire qualche piccolissima fessura che si dovesse formare. Per la verniciatura poggeremo i portelli in posizione chiusa fermati in loco provvisoriamente con una puntina di UHU Tac Patafix e qualche pezzettino di nastro Tamiya inserito dal lato interno.

La Mascheratura viene fatta col nastro Tamiya. La superficie della fusoliera ha le pannellature molto ben incise. Prima della verniciatura passeremo del nero semilucido sul radome, pannello antiriflesso e linee incise delle pannellature.

A questo punto è necessario una parte di studio per definire esattamente la mimetica di questi velivoli dato che le indicazioni riportate negli schemi sono quelle per la mimetica valida per gli F 111 D, E ed F ma mai utilizzata sugli F 111A. Soltanto dopo aver risolto questo enigma, andremo a tracciare la mimetica corretta con una matita morbida segnando le zone di diverso colore. Nell'era di internet spesso ci si dimentica delle vecchie riviste di modellismo che hanno formato i migliori modellisti di oggi, quelle che compravamo da adolescenti per noi unica "Bibbia" per realizzzare i nostri modelli. Oggi gli articoli delle riviste in commercio sono un campionario di pubblicità occultata sotto vari consigli di questo o quel prodotto o afthermarket. Una volta si presentavano i modelli di varie case a confronto facendo notare le differenze, i pregi ed i difetti. Cosa un kit permetteva di fare o cosa quell'altro kit aveva di particolare. Sinceramente in questo caso le notizie migliori e più fresche mi sembrano proprio le più antiquate per cui da un lato circa 100 foto prese da internet ma da un'altro lato due monografie più classiche che mai (Detail in Scale e Lock on di Verlinden) ma soprattutto La mia vecchie encilcopedia sulla storia dell'aviazione ed ancora di più dei vecchi numeri di Aerei Modellismo.

Dall' Enciclopedia dell'Aviazione della De Agostini ci arriva questa bellissima immagine zenitale di un F 111 A di preserie in volo in cui si vede nettamente l'andamento della mimetica oltre che il pannello antiriflesso tipico dei primi velivoli.

Nell'epoca in cui i computers non erano molto diffusi anche i disegni si facevano a mano, erano molto belli e dettagliati e spesso richiedevano un lungo lavoro. Proprio per questo ci si documentava bene prima di eseguire un disegna dato che sbaglaire un disegno significava aver sprecato un sacco di lavoro. Questo "treviste" mostra molto bene l'andamento della mimetica così detta di primo tipo, caratteristica degli F 111A e che evidenzia anche il pannello dielettrico marrone in deriva ed il pannello antiriflesso sul muso. L'esemplare riprodotto è il 67 - 064 antecedente di un solo numero a quello realizzabile dal foglio decals Italeri che è il 67 - 065 per il quale nelle decals è prevista una fascia in fusoliera di colore rosso. Stranamente sulla box art del kit è rappresentato l'esemplare 065 con la mimetica corretta di primo tipo, il pannello antiriflesso, i pannelli dielettrici in deriva, le walk ways che i primi velivoli portavano e soprattutto una bella fascia gialla in deriva.

Allora? Che fare? Ho pensato: il disegno della Box Art è sicuramente fatto avendo come soggetto una foto, per altro troppi dettagli del disegno combaciano con altre fonti per cui ho ritenenuto la box art attendibile ed ho realizzato il modello con la fascia della deriva in giallo. Volendo differenziare questo mio F 111A dall'altro F 111 E che avevo già fatto, decisi di cercare le peculiarità di alcuni velivoli caratteristici del primo periodo della Guerra del Vietnam per altro ultimamente tornati in voga anche a causa di un rinato interesse a seguito della presentazione del foglio decals "Combat Lancers" prodotto dalla ditta Two Bobs.

Nel numero di Aerei Modellismo del gennaio 1986 ed in quello di luglio-agosto 1987 negli articoli di Giorgio Salerno e di Andrea Melloni si fa riferimento agli esemplari del 428 TFS - 474 TFW dell'U.S.A.F. operativi in Vietnam già nel 1967/ 68 con schema di colorazione iniziale con superfici superiori secondo il primo schema a macchie di Dark Green 34079, Medium Green 34102 e tan 30219 e superfici inferiori in Dark Green 34079, la cosa mi affascina molto e decido di colorare in questo modo il mio F 111A anche per non duplicare la colorazione già fatta nella versione E.

La mimetica è stata eseguita a mano libera ad aerografo con un'aeropenna Fengda BD 130 con ugello da 0,2 e colori Humbroll della serie smalti sintetici (alcuni rimanenze della serie "Authentic") diluiti con White spirit, partendo dal verde più scuro fino ad arrivare al Tan. Il risultato è stato molto buono fin da subito richiedendo pochi ritocchi.

Alcuni pannelli sono stati schiariti utilizzando gli stessi toni schiariti col bianco.

Gli scarichi sono stati dipinti con Dark alluminium, Magnesium e Jet exaust della serie dei liquidi Alcladd II.

Dopo ho utilizzato gli Ink della Citadel nei toni rosso, carne-ocra, marrone e nero per dare la coloritura della brunitura dei metalli sottoposti a stress termico. Alla fine qualche tocco di polveri orange rust, silver (fuori) e snow (dentro agli scarichi) dai Weatherings sets della Tamiya hanno dato il tocco finale.

Interno dell'aerofreno è in rosso lucido mentre per i cerchioni anzichè il classico bianco lucido delle versioni successive ho usato l'alluminio con il mozzo dei ruotini anteriori in gun metal e quello del carrello centrale in giallo.

La fascia gialla sulla deriva è stata dipinta come pure i pannelli dielettrici sulla deriva in Dark Tan 30118.

I caratteristici pannelli dielettrici triangolari all'attacco della radice alare sono stati dipinti in nero semilucido. Il pannello antiriflesso è stato mascherato a mezzaluna e dipinto striando dell'Ink Mud della Citadel e poi del trasparente opaco della Lifecolor dato a fine verniciatura dopo aver dato su tutto il velivolo il trasparente Semigloss della Aircraft Color.

Dalla scatola Italeri ho utilizzato i due Pods AN - ALQ 79 di colore bianco lucido installati sotto al fusoliera ed il pod del cannone.


I piloni ed i lanciatori multipli delle bombe sono presi dal kit hasegawa dell'EF 111A Raven in quanto riproducono quelli specifici degli F 111. Nel kit italeri vi sono due ottimi M.E.R. Standard che sicuramente avremo modo di poter utilizzare con altri velivoli.

Le bombe sono 12 Mk 81 e 12 MK 82 a caduta libera prese dall' Hasegawa Weapons Set 1, nel kit Italeri c'erano 8 BLU.

Dopo la verniciatura ho dato due mani di Future, ho posizionato le decalcomanie del kit con l'aiuto sei liquidi Micro Set e Sol della Microscale (è importante usare entrambi i liquidi per evitare fenomeni di Silvering) ed ho effettuato il lavaggio con il colore nero ad olio diluito con white spirit. Alla fine ho dato il trasparente di finitura Semigloss della Aircraft Color e l'opaco sul pannello antiriflesso.

Le luci di navigazione sono state dipinte con il fondo in argento puro e con il Clear Blue  e Clear Red della Tamiya, le antenne a lama in Bianco Lucido.

La fessura di rientro dell'ala è stata chiusa con due striscioline di carta adeguatamente dipinte con verde oliva lumeggiato con Uniform Kaki o Kaki Drill.

Alla fine ho provveduto a montare i portelli d'accesso del canopy nella caratteristica posizione ad ala di gabbiano con l'aggiunta dei due piccoli ammortizzatori realizzati con due pezzettini di filo telefonico.

Il modello è finito. Da un kit di poco più di 15 euro praticamente montato quasi totalmente da scatola non penso ci si potesse aspettare di più. Il montaggio è piacevole e veloce, richiede poco stucco. La mimetica è una delle più belle e di maggior resa tra quelle realizzabili, il dettaglio è in negativo molto ben inciso, la resa dell'aspetto del velivolo reale è assai convincente. Non sempre è necessario spendere una fortuna per avere un bel modello in fondo basta un kit da pochi euro, un'aeropenna da 25 ed un pò di colori di circa trent'anni fa e poi tanta passione ed un pò di esperienza e vi assicuro che soddisfazione e divertimento sono assicurati.

di seguito alucne foto del modello in progress e finito.

Buon Modellismo Silvio Pietropaolo

 

 

 

 

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