Aeritalia G-91T del 32° Stormo, Modello Autocostruito in scala 1/48

Il nostro Alex Simonelli ha voluto provare a realizzare la versione biposto da conversione operativa del Fiat G 91 realizzata da Aeritalia come G 91T. Il modello è stato autocostruito mettendo insieme due kits Italeri della versione monoposto in scala 1/48. Vediamo com'è andata.

Modello, Testo e Foto di Alex Simonelli

Il G.91 è stato da sempre uno dei velivoli che mi ha affascinato per le sue forme e dimensioni, ancora di più nella sua versione biposto da addestramento (ho una sorta ti attrazione particolare per tali versioni) con la sua mimetica con lo stacco ad alta visibilità dell’arancione.

(Foto dal web ogni diritto dell'autore)


Veniamo al modello, in passato quando ancora abitavo a Napoli era consuetudine incontrarmi con il caro amico Raimondo De Giorgio per scambiare quattro chiacchiere davanti ad un caffè e alla sua collezione di velivoli nostrani in scala 1:48. Mentre mi accingevo a completare il mio AMX-T in 1:48 (visionabile anche qui sul sito) il tarlo di avere nella stessa scala un G.91T mi entrava ancor di più in testa.


Armatomi dei sani consigli dell’amico partenopeo, 2 kits della Italeri, svariati fogli decals e tanto plasticard incominciai subito la chirurgia e la creazione di questo “Frankestein”.
Il G.91T oltre ad essere più lungo della versione R è anche più largo, il timone più lungo in altezza, gobba più larga e tanti altri dettagli che verranno menzionati poi.


Tagliai le semifusoliere dei kits in modo da avere la giusta misura in lunghezza prendendo spunto dai profili di Caruana, Fiat e Brioschi.. più ne sono e meglio è anche perché nessuno di tutti e tre è preciso al 100%.
Per la gobba mi sono costruito uno scheletro in stile nave in legno (grazie Papà per avermi istruito anche se indirettamente sul navale.) con del plasticard, poi colmata tutta con dello stucco bicomponente Tamiya che ho poi successivamente sgrossato, lisciato e rinforzato con della cianoacrilica.
Ho effettuato anche un taglio a 3 quarti dell’altezza del timone del Kit in modo che potessi ricavare poi la sagoma corretta per la protesi in plasticard che andrà a riprodurre la corretta altezza del timone.
Questo kit poi venne accantonato, un po’ per altri modelli più semplici, per gli studi universitari ed infine per il trasloco a Brescia.
Dopo 3/4 anni, la perdita del caro amico Federico Toselli mi ha in fine spronato a terminare il progetto, che a lui era sempre piaciuto fin dall’inizio.
Riaprendo la scatola del Tango ho ripreso dalle ali, durante il trasloco avevo perso qualche parte della conversione, per fortuna i miei fantastici soci della associazione sono riusciti ad aiutarmi (Grazie ancora Silvio e Lorenzo per la vostra disponibilità.) spedendomi un abitacolo completo in resina, un blindovetro e delle ali di ricambio dove ho ricavato poi i flaps che avevo precedentemente tagliato quando ero a Napoli.

I canopies, anche loro differenti in altezza e lunghezza dall’R li avevo ricavati precedentemente autocostruendomi uno stampo in plasticard e bicomponente della forma totale in lunghezza dei canopies; poi con alcuni fogli di acetato, il buon fuoco dei fornelli di casa e scariati tentativi son riuscito a termoforarmi in casa i cupolini.
Dopo averli tagliati e sagomati a dovere ho ricreato la forma dei frames con del plastistrip evergreen e con del plastirod fine ho ricreato la bordatura interna del canopy. A fine di tutto ciò ho immerso i due cupolini nella future perchè, avendo lavorato con cianoacrilato si son ricreati dei fumi che avevano intaccato la trasparenza.
Il musetto è stato leggermente migliorato in forma e forato le sagome degli apparati fotografici per avere più veridicità e profondità.
Anche gli stabilizzatori di coda hanno ricevuto una risagomata sull’estremità anteriore essendo diversi dai profili.

I pozzetti dei carrelli posteriori sono stati leggermente risagomati poichè quelli del T avevano una curvatura diversa dall’R. Il carrello anteriore anche quello aveva una forma diversa, più ampia, insieme al portello singolo e non doppio come nel monoposto.
Avendo messo tutto a posto per avere un Virus almeno somigliante per il momento mi sono buttato sulla reincisione parziale e rivettatura del modello, lo stampo Esci/Italeri è in origine in fine positivo.


Dopo la pitturazione dell’abitacolo in resina e il montaggio di esso insieme ai pozzetti dei carrelli ho cominciato a mettere insieme i vari componenti. Avevo tagliato in origine la zona originaria della gobba per sostituirla a quella autocostruita. Avendo anche spessorato con del plasticard in mezzo alle due semifusoliere ho ricreato anche la larghezza veritiera che era maggiore del monoposto. Mi sono aiutato alle svariate stuccature con plasticard e il mix di bicarbonato/cianoacrilato. La gobba dopo averla montata presentava un gap non indifferente, anche lì ho effettuato una stuccatura con il mix, poi sgrossata e sagomata a dovere con lime e carta abrasiva 800.
Dopo aver lisciato e pareggiato tutto ho finalizzato la reincisione totale della fusoliera.
Le ali e gli stabilizzatori erano stati i primi ad essere reincisi. Ho montato anche quelli e ho dovuto leggermente stuccare le ali sulla zona ventrale.
Dopo aver concluso il lavoro sulla fusoliera ho ricreato con del plastirod e mix ciano bicarbonato la palpebra del cruscotto dell’istruttore sagomandola e riportandola alla giusta forma, sopra di essa ho ricreato con del plastistrip e dell’acetato il divisorio tra i due cockpit insieme alla lama di mezzeria ricreata grazie ad una fotoincisione di recupero.
A costruzione conclusa ho incominciato a mascherare il modello con i canopy divisi dalla fusoliera, come fondo ho utilizzato il primer Tamiya grigio in flacone tipo Tappo Verde diluito con diluente nitro.
Per la colorazione mi son basato sulle foto dell’esemplare M.M. 54395, del 32º Stormo di Amendola, con insegne a bassa visibilita e livrea abbastanza “cotta” in grigio-verde RAL7012 e RAL6014, con ventre in alluminata e bande arancio ad alta visibilità.
Dopo il primer ho spruzzato il bianco Tamiya LP-2 in modo che la stesura successiva dell’arancio sarebbe stata più facile. Arancio anche lui Tamiya LP-51 Pure Orange.


L’alluminata del ventre l’ho riprodotta con l’LP-38 Flat Alluminium Tamiya, il fondo bianco ha fatto così che il tono sia corretto e lucente il giusto.


Per i RAL ho adoperato gli Hataka che sono chippati e precisi, diluiti con il Thinner Vallejo.
Dopodiché ho verniciato le zone nere della zona antiriflesso, musetto, timone e bande alari con l’XF-1 Tamiya Flat Black.
A verniciatura asciutta ho effettuato il postshading.
le luci e la desaturazione sono state create con Bianco Ridotto Kcolors per le zone Grigie e Arancio e Verde Chiaro Ridotto per le zone Verdi.
Per sigillare tutto ho usato la cera Future in mani molto fini per preparare il fondo per i lavaggi.
I lavaggi sono stati effettuati con il Dark Wash Mig in flacone da 75ml, per me i prodotti mig son facili da controllare e aggrappano benissimo, essendo poi rimovibili facilmente con un panno asciutto. Dopo aver atteso una notte per l’evaporazione totale del solvente dei lavaggi ho dato un’ulteriore mano di cera Future per le decals.


Le decals son state estrapolate da vari fogli di recupero a parte gli stancils dal foglio Tauromodel. Lo stemma di coda me lo aveva riprodotto egregiamente 4 anni fa il caro Enrico Bai, visto che essendo a bassa visibilità bordato bianco non è stato possibile reperirlo dai svariati fogli decals in commercio.


Gli stencils del Virus sono numerosi e mi han tenuto attaccato all’applicazione di essi per quasi una settimana. Per l’applicazione delle decals mi son aiutato con i buonissimi liquidi emollienti della Microscale: microset e microsol.
Dopo un piccolo lavaggio selettivo sulle decals ho sigillato tutto con il Gauzy Agent della AK in modo che si livellassero le decals con la finitura, dopo di essa ho usato il Super Matt Varnish della AK diluito con diluente Vallejo come finitura finale..
Con il Tango agli sgoccioli ho pitturato i dettagli finali, autocostruito la zona idraulica di chiusura del canopy anteriore, i dettagli della struttura interna, le varie luci e il collimatore dell’allievo.


Ed eccolo qui, con le sue tanto amate e criticate forme il Gina in versione biposto da addestramento in scala 1:48, di cui ne vado fiero di poterlo avere nella mia collezione di velivoli della nostra Aeronautica Militare.


Ringrazio ancora vivamente Silvio per la disponibilità del sito, l’associazione Modellismosalento di cui faccio parte per il supporto datomi, la mia compagna, Federico Zotti e Marco Rondinelli per il supporto datomi e ultimo ma non meno importante Federico Toselli.. al quale dedico con il cuore questo modello che spero piaccia anche a lui da lassù.
Buon modellismosalento
Alex.

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