GRUMMAN S-2 TRACKER Scala 1:48 da kit Kinetic
Il Nostro Stefano Ciprani ci mostra come ha realizzato questo splendido S 2 Tracker della nostra Aeronautica Militare utilizzando il kit dell Kinetic in scala 1/48. Leggiamo il suo articolo.
Modello, Testo e foto di Stefano Ciprani
Grumman S-2 Tracker. Aereo dall’aspetto goffo e poco minaccioso che nasconde un animo letale!
Nato da una specifica della U.S. NAVY agli inizi della Guerra Fredda per la fornitura di un velivolo adatto al pattugliamento marittimo e alla lotta antisommergibile con una grande autonomia e in grado di operare sia da portaerei che da basi a terra, II primo prototipo del Tracker staccò le ruote dal suolo il 04 dicembre del 1952 per arrivare ad essere prodotto in serie dal 1954. Costruito in circa 1220 esemplari, oltre che nella Marina Statunitense, dove operò fino al 1976, prestò servizio nelle forze aeree di mezzo mondo tra cui Italia, Giappone, Australia e Canada, solo per citarne alcune.
Modellisticamente parlando, sfortunatamente, non esistono molte riproduzioni del Tracker, concentrandoci sulle scale più comuni troviamo:
In 1:72 il kit Hasegawa risalente al 1975, proposto da varie ditte che praticamente si rimpallano lo stesso stampo da anni, decisamente obsoleto per gli standard odierni, risulta comunque una discreta base di partenza per la realizzazione di un buon modello;
In 1:48 oltre ad un paio di proposte introvabili la Kinetic offre sul mercato un buon kit commercializzato nel 2011 e riproposto, negli anni successivi, in varie scatole e versioni, reinscatolato anche da Italeri.
Recentemente ho avuto occasione di realizzare questo kit e ho voluto dare il mio piccolo contributo esponendovi le mie impressioni procedendo in una build “da scatola” senza troppe pretese. Ovviamente era mio interesse riprodurre un esemplare italiano e dopo aver raccolto informazioni su quale scatola convenisse recuperare per avere a disposizione i pezzi necessari a tale scopo, la scelta è ricaduta sulla scatola Kinetic n°48039, si può prendere in considerazione anche la n°48074 ma sono da evitare la 48024 e la Italeri n°2699 dedicate ad altre versioni che comporterebbero profondi interventi su fusoliera, ali e piani di coda per italianizzarlo.
Il modello contenuto in una scatola di generose dimensioni si compone di sette stampate in stirene grigio chiaro più una trasparente, accuratamente sistemate in bustine trasparenti ben sigillate, le varie parti sono ben riprodotte ed esenti da sbavature e ritiri con dettagli incisi e numerosi che, a parer mio potevano essere forse un pochino più fini, il tettuccio è in due parti piuttosto limpido e sottile, con una buona trasparenza, separato a metà longitudinalmente per permettere la riproduzione dei finestrini “bombati” ai lati della cabina di pilotaggio. Il foglio decals è molto bello e completo anche se per il mio scopo si utilizzano solo pochi stancils tecnici e le tips delle estremità delle eliche che, grazie ai giusti prodotti, vanno ad adattarsi molto bene sulla superficie risultando praticamente prive di spessore confermando l’ottima qualità del foglio.
Le istruzioni, non molto chiare in verità, (per alcune fasi consiglio di scaricare quelle italeri) fanno iniziare la costruzione dall’abitacolo che è ben realizzato ma un po’ scarno considerando la scala, discreto il pannello strumenti con dettagli in rilievo, 2 sedili un pò semplificati, 2 cloches a volantino ben riprodotte, pavimento con pedali, pannello strumenti superiore totalmente liscio e paratia posteriore. Dopo aver aggiunto qualche dettaglio, le cinture di sicurezza e creato la consolle tra i 2 sedili, si chiudono le semifusoliere che accolgono una buona riproduzione del vano carrello anteriore, l’antenna radar ventrale, posizionabile chiusa o estesa e il vano bombe completamente privo di ogni dettaglio se non per i due siluri compresi nel kit. Volendo c’è la possibilità di lasciare aperto il portello laterale per l’accesso dell’equipaggio anche se l’interno della fusoliera, pur essendo poco visibile, è completamente spoglio.
In questa fase sarebbe necessario nascondere nel muso il peso per non far sedere il modello sulla coda una volta ultimato, per quanto mi riguarda, esaminando alcune foto, ho notato che spesso il ruotino di coda tocca il terreno quindi ho deciso di evitare di appesentire troppo il modello e sfruttare il ruotino come supporto.
Successivamente si passa a montare l’antenna MAD in coda, anch’essa montabile in posizione estesa o retratta e il tettuccio aggiungendo qualche dettaglio più visibile come le manette dei motori che scendono dal pannello strumenti superiore.
Arrivati a questo punto si procede con il montaggio delle gondole dei motori e, in base all’esemplare da riprodurre, bisogna deragliare dalle istruzioni montando i pezzi C2, C3, C4 e C5 al posto dei pezzi I1, I2, I3 ed I4 e utilizzare i pezzi C7, C9 e C11, C13 che rappresentano le caratteristiche carenature posteriori che terminano a “BECCO”. Analizzando la forma delle gondole dei motori e confrontandola con le foto dell’aereo reale, si ha l’impressione che queste siano leggermente “gonfie” nella sezione che attraversa l’infradosso alare. Sfruttando i pezzi che avanzano, ho anche provveduto a sistemare la posizione di alcuni sfoghi d’aria situati ai lati dei motori in corrispondenza del bordo di attacco dell’ala che non si rispecchiavano nelle foto del modello reale.
Sempre in questa fase si montano i vani del carrello principale, i motori con la relativa carenatura e le eliche molto ben rifinite, a voler essere pignoli si potrebbero aggiungere i tubi di scarico che si intravedeno nel modello reale.
Ottime e robuste le gambe dei carrelli e molto belle anche le ruote che hanno gli pneumatici separati dal cerchione cosa che facilita non poco la fase di verniciatura, molto buoni anche i vari portelli dettagliati anche nella parte interna.
Nello step successivo si uniscono alla fusoliera le radici alari e i piani di coda (pezzi I8, I9, I10e I11), ai quali va corretta l’incisione della porzione esterna delle parti mobili e riposizionata l’antenna presente sul bordo d’attacco del piano sinistro spostandola di circa 5mm verso l’esterno.
Una volta incollato il radome dell’antenna ECM sul tettuccio si passa al montaggio delle semiali, stando attenti ad utilizzare quelle con le estremità squadrate, tipiche dei velivoli italiani. Il grande faro integrato nell’ala destra, inspiegabilmente, è privo di qualsiasi dettaglio e riprodotto solamente con la calotta trasparente, per cui andrebbe costruita la parabola e il meccanismo che la sostiene e la muove. Altro piccolo intervento da fare è quello di correggere le dimensioni, nella parte superiore, degli alettoni che nella realtà risultano leggermente più estesi nella corda rispetto ai flap che li affiancano, cosa che si nota’ in particolar modo, osservando la colorazione in bianco delle parti mobili in contrasto con il grigio del resto dell’ala. Kinetic offre la possibilità di montare le ali ripiegate in posizione di parcheggio fornendo i simulacri dei meccanismi che verrebbero a vedersi, a tal proposito va detto che una parte degli esemplari italiani non aveva questa caratteristica sfruttando gli spazi del meccanismo per aumentare il carico di carburante e di conseguenza l’autonomia, quindi le ho montate estese provvedendo ad irrobustirne la giunzione inserendo alcuni longheroni al loro interno.
Dopo la solita mano di primer ad evidenziare eventuali imperfezioni, ho iniziato la fase di verniciatura. Esaminando le foto dell’epoca, i velivoli italiani risultavano piuttosto ben messi e non si nota una particolare usura delle superfici, per cui mi sono limitato a procedere con un semplice preshading effettuato ripassando le pannellature ad aerografo con il nero, insistendo in particolar modo sulle zone motori e scarichi. I colori della mimetica sono: grigio mare medio per le superfici superiori e bianco per le superfici latero-inferiori, su quest’ultimo non si discute, mentre, per quanto riguarda il grigio, ho avuto la fortuna di avere a disposizione un campioncino reale del grigio mare medio FS26239 e ho potuto constatare che corrisponde perfettamente all’H-67 acrilico di Mr Hobby. Per evitare di sovrapporre troppi strati di vernice che avrebbero coperto troppo le ombreggiature ho preferito mascherare di volta in volta le aree non interessate dal colore spruzzato, per lo stesso motivo ho voluto riprodurre la zona di camminamento e lo sfondo delle coccarde sul dorso alare con il bianco pur avendo a disposizione le decals. Una buona mano di lucido X22 Tamiya ha preparato il modello a ricevere le decals Tauro Model dedicate ai Tracker Italiani a cui è seguita un’altra mano di X22 per proteggere il tutto e procedere con i lavaggi effettuati con colori ad olio opportunamente diluiti.
Stesa l’ultima mano di opaco ho montato i razzi HAVAR (autocostruiti) sui 6 piloni alari e i vari cavi delle antenne che ho riprodotto con il rigging elastico della Ammo Mig.
In conclusione il modello risulta molto gradevole da costruire non presentando particolari difficoltà, l’uso dello stucco è ridotto al minimo le varie parti combaciano molto bene, i piccoli errori che ho rilevato sono quasi tutti facilmente sistemabili permettendo di ottenere un modello piuttosto fedele di un aereo un po’ trascurato ma comunque protagonista di un periodo storico particolare, quello della guerra fredda, dove ha contribuito a mantenere sicure le coste dei vari, e non pochi, paesi che decisero di adottarlo.
Grazie a tutti e buon modellismo Stefano CIPRANI.