Chanche Vought F-8E Crusader da kit Hasegawa PT25 scala 1/48

Crusader. Il caccia imbarcato del Viet Nam per antonomasia, scopriamo come migliorare il il kit Hasegawa in scala 1/48.

Modello, testo e foto di William Di Filippo.

 Salve a tutti! Mi chiamo William Di Filippo, sono originario di Casalbordino (Ch), ed ho 38 anni; la passione per il nostro amato hobby partì per me poco meno di 35 anni fa, quando mia madre mi fece ritrovare al ritorno dall’asilo, un modellino Matchbox di un Lancaster in scala 1/72. Il fatto che me lo ricordi ancora adesso vi può far facilmente comprendere con quale forza scoppiò in me l’amore che tutti condividiamo per il modellismo, anche se è da circa 10 anni che mi ’’applico’’ seriamente… ma torniamo al modello protagonista dell'articolo.

Il modello Hasegawa è decisamente una bella rappresentazione in scala di questo velivolo. Se costruito da scatola è destinato a dare delle soddisfazioni senza penare in alcun modo nel montaggio, tranne che per alcuni passaggi che andrò via via a segnalarvi man mano che andremo avanti col racconto della sua realizzazione. Le decals della scatola, sono state una bella sorpresa, nel senso che le ho potute utilizzare senza problemi (spesso non è così…ma non vale solo con Hasegawa), previa l’esposizione alla luce solare estiva di un paio di giorni, dato che il bianco, complice l’età del kit, stava virando sul giallo. Ma qualora le si volesse sostituire in commercio si possono trovare tantissimi fogli per personalizzare il vostro Crusader (Superscale, AviPrints, Aeromasters…non c'è che l'imbarazzo della scelta).

A proposito di accessori, mi sono dotato di un abitacolo Aires (cod.AI 4168), l’Engine duct bay sempre Aires (cod. AI 4172), il pitot Quickboost (cod.48439) e le prese d’aria sullo scarico, di cui però non ricordo il codice, ma mi pare siano Quickboost.

Il pit Aires s’è rivelato un osso molto duro da domare, specie per me, alla mia prima esperienza con questi prodotti; mi riferisco all’inserimento nella sede, alla completa assenza di istruzioni a riguardo: bisogna quindi affidarsi alle foto che la rete ci offre per comprendere bene quali parti eliminare.

Una volta dipinto, ho posizionato la palpebra del cruscotto su di una pallina di Patafix che mi ha procurato una temporanea tenuta prima del definitivo fissaggio e raccordatura-stuccatura tra la parte in resina ed il bordino dove andrà appoggiata la parte anteriore del canopy.

 

 

Il lavoro di assottigliamento ha riguardato sia la parete del kit sia la vasca Aires, e stendiamo un velo sulle imprecazioni susseguitesi… Quindi siamo passati alla unione delle semi-fusoliere non prima di aver aggiunto il pezzo in resina sotto l’ala.

A questo punto ho avuto qualche problema con le superfici mobili. Se decidete di movimentare un po’ il modello abbassandole come ho fatto io, preparatevi a qualche passata di abrasiva sia nel recesso che sulla parte mobile, cosa più rognosa da affrontare sugli slats che sui flaps a dirla tutta. Attenzione al corretto diedro delle pinne ventrali, qualche bella foto o disegno aiutano.

Un altro passaggio un po’ delicato è stato l’eliminare la linea di giunzione nella presa d’aria, in un posto difficilmente raggiungibile. La mia tecnica prevede l’uso della cera Livax da applicare direttamente nella giunzione, preceduta però da una bella carteggiata preparatoria; autolivellandosi il gap si dovrebbe colmare, al limite si ripete l’operazione. Ovviamente, maggiore è la precisione nell’incollaggio meno problemi si dovranno affrontare. Due belle spennellate di bianco Vallejo hanno messo fine a questa delicata fase. Una pecca del kit è che non è possibile, da scatola, rappresentare il canopy aperto; vi rimando a questo link http://www.clubhyper.com/reference/f8ecorrectionjh_1.htm per vedere come ovviare a questa situazione, oltre a trovare altre dritte, molto più semplici, per ottenere un ‘’E’’corretto, dato che fondamentalmente da scatola è un’’J’’ (ricordate infatti di eliminare il sensore sulla deriva). Dimenticavo, se volete presentare l’aereo con l’ala sollevata, dovrete limare la sua zona superiore, quella che è a contatto tra ala e fusoliera, altrimenti provocherete uno spazio da giunzione eccessivo tra le 2 parti non presente in realtà. Di buono c’è che potete fare a meno della colla, con qualche passata di abrasiva le due parti (flap/paratia laterale) vanno insieme molto bene e il pistone che tiene su l’ala vi fornirà l’altezza esatta nella configurazione estesa.

 

 

Segue la fase della verniciatura, preceduta da un pre-shading delle pannellature fatto col nero. Per dipingere il modello ho usato vernici acriliche Vallejo dati ad aerografo (bianco inferiormente, deck tan fs.36440 superf.sup.) con cui mi trovo bene anche se,  essendo un prodotto destinato principalmente ai figurinisti, vanno meglio usati a pennello (per l’aerografo ci sono infatti gli AIR, già diluiti). Fa eccezione lo scarico dipinto a pennello con degli smalti Model Master, e trattati con dei pigmenti metallici per donargli qualche riflesso tipico dello scarico ’’cotto’’ dal calore.

Ho dipinto le ali e la fusoliera separatamente per facilitarmi le cose, ma occhio a quando riunirete le parti; non c’è molto margine ed i flap mi hanno costretto a rimettere mano all’aerografo ogni volta che questi, per aggiustarne la posizione, toccavano la parte laterale della fusoliera, aprendo bei solchi nella vernice. Siamo quindi alla stesura del lucido (Vallejo) a cui è seguita la posa delle decals; ho preferito colorare il rosso del cono sul muso, il bordo interno ed esterno della presa d’aria, e la parte sulla deriva col Carmin Red (Vallejo); fortunatamente, il colore si è uniformato sufficentemente bene a quello delle decals. Ho dipinto di bianco anche la parte del timone della deriva su cui andrà posizionato il diamante simbolo del reparto. L’esemplare da me scelto è quello del Cag dei ‘’Satan’s Kittens’’, imbarcato sulla USS Ticonderoga alla fine degli anni’70.

Seguiti quindi i classici lavaggi ad olio (nero), un po’ di post-shading usando il colore base più un po’ di grigio chiaro ed un’altra passata di lucido seguito dal satinato per fissare il tutto. Il montaggio dei carrelli, delle rispettive paratie, e dei frames gialli (decals del colore giusto a striscioline,alcune un po’ fuori-scala a vederle bene…) e l’arrivo della basetta hanno messo fine a questa lunga ma devo dire appagante avventura. Solitamente costruisco e sono più attratto da velivoli della Seconda Guerra Mondiale, ma ogni tanto mi piace variare un po’. Spero vi piaccia il risultato!

Buon Modellismo, William.

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