Tornado IDS-Harm Black Panther 2002 ovvero un Tornado senza "Paragon"

Ogni tanto nel costruire un modello ci si rende conto che quello potrebbe essere ciò che ogni modellista chiama "il modello di una vita", il masterpiece, il modello senza compromessi in cui il modellista dà tutto se stesso. Per me "il modello di una vita" è stato questo Tornado IDS-Harm del 155° Gruppo del 50° Stormo di San Damiano con la sua variopinta colorazione commemorativa del 2002

Modello e testo Silvio Pietropaolo. Foto Gabriele Luciani e Silvio Pietropaolo

Le prime foto risolgono al settembre 2005, il modello è stato completato nei primi giorni del 2012. L'uscita nel 2004 di tre splendidi fogli in scala 1/48 della Zotz decals dedicati ai Tornado special color italiani mi diede l'imput per imbarcarmi in questa quasi interminabile impresa: costruire il Tornado in Technicolor del 155° Gruppo ETS "Pantere Nere" in carico al 50° Stormo di San Damiano commemorativo del 2002 che tanto aveva fatto parlare di se per la sua sgargiante e discutibile Livrea.

Foto courtesy Claudio Toselli dal sito www.milavia.net

Si perchè quel Tornado non piacque molto a qualcuno a causa di una licenza poetica sul colore della parte posteriore del velivolo che dal Lilla caratteristico dello stemma del Gruppo virò al Rosa schocking o meglio Fucsia della verniciatura effettivamente portata sul velivolo. Comprai tutti e tre i fogli Zotz, quello del Diavolo Rosso del 6° Stormo, quello della Tigre Bianca del 36° Stormo e quello della Pantera Nera del 50° Stormo che poi usai su questo modello.

Il titolo parla chiaro, un "Tornado senza Paragon"...designs, ma pure senza Black Box, senza Aires o senza Neomega. Un Tornado costruito semplicemente elaborando con tanta pazienza e tanta autocostruzione il kit del Tornado ECR n°2625 della Italeri in scala 1/48. La sfida che ogni modellista almeno una volta nella sua vita raccoglie quando decide di realizzare un modello speciale, iperdettagliato ed in questo caso anche con una colorazione assai inconsueta. La sfida è anche coloristica dato che i colori di questo velivolo non appartengono ai federal standard per cui vanno creati ed interpretati ad occhio. Anche la colorazione va studiata e le istruzioni del foglio verificate bene come pure le decals vanno corrette ed integrate. Un lavoro lungo, più volte sospeso e poi ripreso. Un lavoro che nelle sue pause ha visto nascere altri modelli iniziati e terminati per "staccare la spina" tra un carrello ricostruito o un flap abbassato. Un lavoro lungo dove l'incompiuta è sempre in agguato, ma dove il modellista deve dimostrare di essere più tosto della plastica e delle difficoltà. Iniziando il modello mi dissi: "curerò sopratutto la colorazione già fin troppo complicata..." Ma poi feci la fesseria di cominciare a guardare foto del soggetto e di Tornado, poi ti capita di aprire un Lock On di Verlinden e lì addio buoni propositi e cominci a correggere prima piccoli dettagli, poi il superdettaglio ti prende la mano ed i tempi si dilatano come pure il modello si scompone in tanti piccoli modelli dentro al modello stesso, abitacolo, seggiolini, carrelli, ali, scarichi, piloni e carichi ecc. Conosci quel velivolo centimetro quadrato per centimetro quadrato e passando a tappeto la superficie del velivolo modifichi un particolare per volta. Unica concessione l'utilizzo di una decina di piccoli particolari fotoincisi presi da un vecchio set della Eduard per altro tutti replicati in plasticard per dar loro il giusto spessore.

Ma passiamo al raconto del montaggio. Il kit da cui partii per realizzare questo modello è quello del Tornado ECR Italeri, ma il velivolo commemorativo è un Tornado IDS - Harm per cui il programma iniziale prevedeva il semplice adattamento da una versiona all'altra di cui il dettaglio più importante era la ricostruzione delle volate dei cannoni e delle canne dei cannoni Mauser.

Fin quì niente di chè, qualche colpo di Dremel con una fresa a palla, un pò di limetta a coda di topo ed il gioco è fatto, ma poi non mi sono fermato più. Il Tornado italeri non è il kit più recente riproducente il bireattore della Panavia, ma malgrado una certa carenza di dettagli è ancor oggi il modello che riproduce più correttamente le forme di questo velivolo. Abbiamo già avuto modo di parlare di questo kit in occasione della realizzazione del modello dell'altro Special Color del 155° Gruppo, il Black Panther del 2007

http://www.modellismosalento.it/oldsite/recensioni/Pantera/Pantera.html

http://www.modellismosalento.it/oldsite/wip/Pantera2007/Pantera2007.html

http://www.modellismosalento.it/oldsite/modelli/aerei/Panavia200/Panavia200.htm

Nel trattare il montaggio di questo modello ci soffermeremo di più sulle modifiche effettuate per migliorare il kit in questione, iniziamo dall'abitacolo. La vasca del kit italeri è piuttosto buona con strumenti in rilevo e fondamentalmente corretti, non si può dire la stessa cosa delle sovrastrutture in particolare la palpebra del cruscotto del pilota con relativo HUD e tutta la strumentazione dell'operatore. Per cui ho provveduto a tagliare i due parallelepipedi dei CRT dell'operatore ai sistemi per ricostruire il lato interno mancante e posizionarli a V con gli schermi convergenti verso l'operatore. La cornice degli schermi CRT è riprodotta con uno dei particolari fotoincisi.

Ho poi provveduto a realizzare il castelletto che regge lo strumento superiore con la relativa palpebra. La parte superiore del pannello strumenti del pilota è stata realizzata in plasticard.

Anche l'Head Up Display è stato realizzato con la caratteristica doppia lastra. Sotto questa palpebra è ospitato anche un  doppio pannellino con dei pulsanti ai lati dei comandi dell'HUD anche questo autocostruito.

Anche i seggiolini ejettabili Martin Baker sono quelli originali del kit su cui sono stati aggiunti tutti i dettagli e le tubazioni. L'alternativa sarebbe stata la sostituzione con i Pavla o di altra marca afthermarket.

La paratia alle spalle del sedile del Navigatore ha avuto aggiunta in autocostruzione la parte fissa della tubazione per l'antiappannamento-aeratore del tettuccio realizzata con plasticard ed un pezzetto di filo elettrico.

Uno dei punti dolenti del Tornado Italeri sono i carrelli. La loro sostituzione con quelli dell'aeroclub o con i più sosfisticati della Scale Aircraft Conversions (per altro all'epoca non disponibili) è una tappa obbligata del montaggio di questo kit. Io ho deciso di modificare e ricostruire quelli originari del kit così come vediamo di seguito. Il vano del carrello anteriore ha subìto l'aggiunta di un nuovo fondo ed alcuni scatolotti per gl'impianti. La gamba del carrello anteriore nel kit è spinottata al fondo del vano carrello nella parte posteriore. La vera gamba del carrello anteriore del Tornado non è spinottata e non tocca il fondo del vano ma è incernierata alle pareti laterali del vano con due braccetti obliqui (anch'essi incernierati) che formano un triangolo. Tutto questo è stato autocostruito con tutto il complesso cinematismo dei braccetti di ripiegamento, l'attuatore anteriore ed i rimandi per la chiusura dei portelli laterali.

Ho provveduto anche a tagliare a metà la gamba per poter sterzare i ruotini e sono stati autocostruiti i due (questo esemplare come tutti quelli italiani ne ha due) compassi antitorsione replicando le fotoincisioni in plasticard da 0,25 per il giusto spessore e gli agganci della barra di traino, come pure il faro d'atterraggio e l'inspessimento della flangia dell'ammortizzatore.

Ai ruotini è stato aggiunto il mozzo realizzato con un cilindrotto di guaina di filo telefonico. Attorcigliando del filo di rame sottile intorno ad uno spillo sono state realizzati i due caratteristici molloni che il tornado porta a metà gamba del carrello, con lo stesso filo di rame sono stati fatti i cablaggi per il faro ed impianti varii.

Anche i portelli laterali hanno avuto aggiunti attacchi e braccetti di chiusura, mentre a quello dietro la gamba ho aggiunto le connessioni con la gamba per la richiusura ed una battuta in gomma su cui vanno a combaciare i portelli laterali.

La situazione peggiora, e di molto, per quel che riguarda il carrello centrale. come si vede dalla foto sopra la vivisezione delle parti aumenta. Il kiti italeri li riproduce male come architettura e forma, per altro sono troppo sottili e tendono a flettersi sotto il peso del modello. Il problema più grave è dovuto all'architettura che è errata dato che la gamba verticale dovrebbe stare più esterna ed i due bracci, sia quello posteriore che quello anteriore di ripiegamento non rientrano come dovrebbero verso la fusoliera per cui la gamba verticale sta troppo vicino al bordo fusoliera avendo un carrello decisamente piatto.

Studiandomi la cosa mi resi conto che dovevo tirare verso fuori la gamba verticale per cui i due bracci obliqui di collegamento col vano avrebbero dovuto rientrare maggiormente verso il vano. L'unica cosa fattibile era tagliare via il braccio di ripiegamento anteriore, spostare i punti d'attacco dei bracci obliqui più verso l'interno del vano e ruotare il complesso gamba più braccio posteriore verso l'esterno aprendolo controvento. Ciò naturalmente mi ha costretto a ricostruire completamente il braccio di ripiegamento anteriore ed a sezionare la gamba pricipale a metà (come già fatto per il carrello anteriore) al fine di correggere la nuova posizione aperta dei mozzi dell ruote e riallineare le stesse parallele alla fusoliera.

Nel vano sono state create le travi di rinforzo per l'ancoraggio del braccio anteriore di ripiegamento. Analogamente al carrello anteriore, per dare solidità alla gamba ho forato i monconi con il trapanino per poter inserire un rinforzo in tondino di rame. Tutto il braccio posteriore e la parte centrale della gamba verticale sono state inspessite fasciandole con del plasticard da 0,5. Nella gamba verticale sono stati creati gli attacchi per incernierare il braccio inclinato anteriore ripiegabile che per metà è stato ricostruito incluso un microattuatore che sta nella giunzione. In più sono stati realizzati i due attuatori che tirano, ruotandola, la gamba principale all'interno del vano. Non tutti sanno che la gamba verticale del carrello del Tornado (che sembra non essere attaccata direttamente al velivolo) è invece saldamente fissata alla pancia del velivolo con una grossa cerniera all'interno del vano carrello. Questa è difficilmente visibile perche normalmente coperta dalla sommità della gamba stessa e dal portello carrello. Soltanto quando riuscii a ficcarmi sotto l'attacco dell'ala e successivamente con tutta la testa nel vano carrello di un Tornado, ruscii a vedere questo particolare ed a fotografarlo.

Si noti in alto l'attuatore principale di retrazione, in basso attaccato alla biella un secondo attuatore di retrazione ed a fianco a dx il blocco elettromeccanico per la chiusura del portello

 http://www.modellismosalento.it/oldsite/walkaround/aerei/TornadoLince/Tornadolince.html

Difatti la sommità della gamba non finisce a cilindro ma presenta una piastra a biella su cui attacca un attuatore nella parte anteriore ed una piastra anellata posteriore (con relativo attuatore di retrazione) che permettono l'incernieratura della gamba al velivolo. Tutto questo nel carrello del kit non c'è ed io ho provveduto ad aggiungere ciò che è maggiormente evidente.

A questo punto ho realizzato anche il compasso antitorsione, i passanti per le tubazioni idrauliche dei freni ed altri piccoli dettagli ed ho finito? Noo! tutto questo va rifatto anche all'altro carrello sperando che alla fine vengano almeno simili.

Anche i cerchioni delle ruote sono stati modificati con stucco e fresa per incisioni (quelli del kit riproducono le ruote del preserie inglese) e le ruote inspessite con l'aggiunta di uno spessore da 0,5. Nel vano sono stati aggiunti alcuni scatolotti dei sistemi del carrello ed i cablaggi ad essi collegati. L'attuatore che chiude il portellone è stato rifatto con i relativi attacchi e condotti idraulici e blocchi di fissaggio del portello stesso. In più nell'interno del portellone è stata aggiunta la nervatura con listellini in plastirod.

Il faro d'atterraggio e relativi cablaggi hanno completato i portelloni del vano carrello principale.  A questo punto una scelta cruciale era già stata fatta. Avevo deciso di procedere chiudendo tutto il tronco di fusoliera completandolo dal muso fino agli scarichi con i carrelli già montati, ma senza inserire le ali nei propri perni di rotazione.

Che la scelta fosse azzardata lo sapevo bene ma non sarebbe stato possibile procedere diversamente perchè avevo deciso che il mio Tornado avrebbe avuto le ali estese e con la biancheria fuori, avrei autocostruito slats e flaps.

Mi spiace per la scarsa qualità delle foto ma nel 2005 non esisteva Modellismosalento.it e non avevo neanche una buona fotocamera digitale. Il taglio dello slat viene fatto quasi totalmente sulla valva superiore con un piccolo listello che va tolto anche dalla valva inferiore. Con del plasticard va realizzato il fondo dello scasso dello slat che poi va arrotondato a colpi di lima. La parte rimossa viene assottigliata a mano a colpi di lima e Dremel fino a fargli prendere la giusta forma, poi nella parte inferiore andranno realizzati i dentini, le guide e le viti senza fine che movimentano lo slat che sono state realizzate con filo di rame avvolto a spirale.

Lo slat quasi pronto assottigliato e sagomato tramite fresa e lima.

La costruzione dei flaps è decisamente più complessa proprio perchè complesso è il sistema utilizzato sul Tornado dove gli ipersostentatori sono di tipo soffiato ad alta efficienza denominati Fowler a doppio profilo. Tutto questo sistema è annegato nel corpo dell'ala per cui va autocostruito. Alcune ditte forniscono le ali in resina con il sistema Fowler estratto, anche il kit della Hobby Boss (anch'esso all'epoca non disponibile) permette di riprodurre il Tornado con i flaps fuori ma non hanno dettagli nella parte inferiore e sono poco estratti.

L'operazione inizia tagliando i flaps dalla valva inferiore (più grandi per profondità) e dalla valva superiore (meno profondi), numerando le parti per non confondersi. Poi ho accoppiato le parti inferiori e superiore colmando con del plasticard la parte di flap superiore mancante che va stuccata e carteggiata.

Le alette agguintive sono ricavate da listelli di plasticard come pure gli elementi laterali di collegamento che vanno tagliati uno per uno e sagomati con una limetta. Con una fresetta per incisioni e l'immancabile Dremel si scavano le guide di estrazione nelle paratie laterali delle singole sezioni di flaps. Attenzione il Dremel deve essere depotenziato per girare ad un numero di giri inferiore al minimo previsto, altrimenti fonderà la plastica. Io ho uno scatolotto realizzato da un amico (grazie Sandro) con un potenziometro che mi permette di depotenziare la corrente e far partire il Dremel quasi da zero giri.

Tra il profilo superiore ed il flap vanno aggiunti dei piccoli distanziali. Nella parte inferiore vanno creati con plastistrip i pattini di scorrimento dei flaps e le viti senza fine che estraggono i flaps.

Per completare le ali sono state forate le luci di navigazione. La guaina gonfiabile che chiude la fessura in cui rientra l'ala è riprodotta con due fotoincisioni Eduard. Sulla fusoliera vengono effettuati tutta una serie d'interventi correttivi e di dettaglio. Il vano per la sonda rifornimento è stato completamente svuotato con una fresa in modo da togliere il fondo come nella realtà. Una volta tolto tutto l'interno è possibile ricostruire le piccole paratie intermedie ed i sistemi presenti allinterno. La piastra che tiene la sonda estratta è riprodotta tramite la fotoincisione replicata in plasticard da 0,25 per dare il corretto spessore.

La sonda riceve alcuni dettagli e sostituisco al parte centrale con un tondino metallico.

All'attacco del parabrezza con del lamierino di rame realizzo i tre soffiatori che fungono da tergicristallo.

Con due punte di matita colorata ben temperata realizzo le due antenne a cono da posizionare dietro l'abitacolo una sul dorso ed una sul ventre della fusoliera.

Il Canopy riceve molte attenzioni data la complessità dei sistemi ospitati nella parte interna. Con plasticard, filo elettrico e stagnola di Baci Perugina il risultato finale è questo.

Ci sono ben sei specchietti retrovisori autocostruiti, il cordino esplosivo realizzato con filo di rame, le tubazioni dell'impianto d'aerazione in filo elettrico rivestito di stagnola del Baci Perugina, i blocchi d'aggancio in plasticard e lamierino.

Per un corretto accoppiamento tra tettuccio e fusoliera è stato necessario allungare i bracci di rotazione e svuotare lo scasso in cui avviene la rotazione.

Con del plastirod è stato autocostruito il sostegno di sicurezza per mantenere il tettuccio aperto.

Anche la zona degli scarichi ha subito dei miglioramenti nell'area in mezzo agli scarichi dove con la fresa è stata scassata l'area in mezzo agli ugelli per riprodurre il vuoto della parte superiore ed inferiore in mezzo agli inversori di spinta. Il piccolo rigonfiamento superiore con cui terminano gl'inversori si spinta superiori è realizzato in lamierino di rame.

La verniciatura degli scarichi è stata effettuata con due tonalità Alcladd II.

Ai tailleron sono stati aggiunte le conchigliette (fotoincise) in prossimità del perno di rotazione e l'irrobustimento in plasticard. Anche il perno di rotazione è stato rifatto per permettere il montaggio dei piani di coda a fusoliera chiusa.

Miglioramenti vengono aggiunti anche ai piloni, alle rotaie dei sidewinder, ed i carichi con particolare attenzione a rotaie e missili Harm.

Lo scarico degli Harm è fatto con un pezzetto di bastoncino di cotton fioc, notare l'interno del portello carrello, l'inspessimento dello pneumatico e la rotaia dei sidewinder. Gli attacchi del missile Harm sono stati autocostruiti così bene da permettere il montaggio e la rimozione del missile.

Importante dettaglio è la modifica, tramite lo scasso e la risagomatura dell'uscita d'aria calda posta sul lato sx in basso sotto le prese d'aria, il modello presenta due uscite appena accennate che diventano un'unica uscita d'aria calda molto più pronunziata.

 

I pod ECM, notare i rigonfiamenti sui piloni, gli attacchi ed i deviatroi di flusso di forma rettangolare. Anche la piastra posteriore forata dei Flare è stata ricostruita.

I serbatoi, anche i filetti bianchi sono dipinti.

Il display delle parti prima della verniciatura e dell'assemblaggio. Altri piccoli dettagli vanno aggiunti un pò dappertutto sia sopra che sotto al velivolo.

La pitturazione è iniziata con un fondo in bianco opaco su tutti i componenti, successivamente è stato dato il nero sulla sommità della deriva, sul pannello antiriflesso, sul cono del radome e lungo le pannellature come preombreggiatura.

Già da tempo avevo cominciato a preparare i colori per cercare di trovare la giusta gradazione o almeno la più vicina. Col Fucsia e col Blu devo dire di essere rimasto piuttosto soddisfatto (forse il blu doveva essere un tantino più profondo) con il celeste mi sono avvicinato molto senza centrare totalmente la tonalità. Va detto che purtroppo a seconda delle foto viste di questo velivolo le tonalità possono variare ed anche di tanto. Proprio la foto dell'amico Toselli, inserita all'inizio dell'articolo, è sicuramente la meglio cromaticamente bilanciata in circolazione e con la luce migliore. All'epoca purtroppo non l'avevo ma ora è sicuramente la foto di riferimento per tarare i colori del nostro modello.  Dare la ricetta dei colori è tecnicamente impossibile sicuramente sarà più facile trovare colori corrispondenti nelle gamme di colori Game color che in quelle aircraft o military ad esempio nel Fuxia della coda, dopo aver messo del rosso e del bianco ed anche della tempera magenta Giotto, alla fine c'ho messo il 72014 Warlord Purple della Vallejo Game Color. Il blu è stato ricavato mischiando i Lifecolor LC 60 - FS 15056 ed LC 10 - FS 36056 (che poi è più scuro) con correzioni di bianco e blu scuro. Per il celeste ho provato a mischiare vari celesti ed azzurri Lifecolor per poi correggerli mettendoci addirittura dello smalto Humboll 47 e del bianco. Per cui alla fine il colore da acrilico è divenuto smalto sintetico, spero solo che qualche giorno non si scrosti via dal modello. Non provate a seguire queste indicazioni; si declina ogni responsabilità per eventuali modelli rovinati. Ma sappiamo bene quale antro degli esperimenti sia la tana del modellista per cui caricai l'eropenna e diedi i primi due colori in coda ed in punta.

Nella parte poppiera alcune zone sono rimaste non coperte dalla colorazione commemorativa per cui lasciano trasparire il colore originario che dovrebbe essere l'FS 36280. Io ho usato l'FS 36375 dato nella zona posteriore poi ho mascherato poppini vicino agli scarichi ed i ventaglio nella zona di rotazione dei piani di coda. Il bordo d'attacco di deriva ed ali ha ricevuto le guaine in FS 36320 ed in nero sono state dipinte le parti dielettriche alla sommità ed alla base della deriva. Una volta asciutti questi due colori ho mascherato col nastro Tamiya lasciando libera la parte centrale da verniciare in blu. Le istruzioni dell foglio decals Zotz riportano una svista sull'andamento della linea di separazione tra il Blu ed il Fucsia nella zona della spina sulla fusoliera subito avanti all'attacco della deriva indicandolo come a forma di cuneo.

In effetti proprio dall'ottima foto di Claudio Toselli, di cui sopra, si evince che anche in prossimità della spina sulla fusoliera avanti all'attacco della deriva il motivo a Zig Zag si ripete, per cui il foglio istruzioni è errato e l'esatto andamento è quello che vediamo in foto sotto.

Un altro problema del foglio decals e che il motivo a Zig Zag laterale disegnato dal filetto bianco non è riprodotto specularmente per il lato desto e sinistro del velivolo.

Da questo lato la decals del filetto bianco è corretta.

Anche quì la decals è corretta.

Da questo lato invece la decals fornita dal foglio e identica a quella dell'altro lato per cui non è speculare come dovrebbe. Lo Zig Zag che si vede in foto andrà realizzato sezionando i vari segmenti del disegno e ricomponendolo a pezzi seguendo la linea di demarcazione colori. Per disegnare correttamente questa linea a Zig Zag ho ripreso il disegno della decal corretta su un pezzetto di carta lucida da disegno tecnico, ho messo il nastro tamiya dal lato corretto, poi ho capovolto il lucido da disegno ed ho mascherato l'altro lato.

Stessa cosa è stato necessario fare nel punto dove è presente l'unica coccarda di fusoliera, anche quì il disegno è stato sezionato e poi ricomposto in modo corretto. Va detto che per completare tutto l'andamento dei filetti bianchi quelli presenti nel foglio decals non bastano per cui vanno integrati con altri dello stesso spessore. Io ho utilizzato degli spezzoni rimasti da un foglio di MB 339 Frecce Tricolori della Frems che malgrado la scarsa capacità adesiva hanno risolto il problema. Lo stesso filetto è stato utilizzato anche per realizzare le strisce presenti sul radome.

Una volta dati i tre colori superiori ho mascherato per dipingere il ventre. Il colore utilizzato è il White Alluminium degli Alcladd II.

Le piastre delle volate dei cannoni sono state dipinte con uno dei nuovi Metal Cote della Humbrol e poi lucidate con un panno.

Al centro degli inversori di spinta ho spruzzato del Titanium Alcladd II, il rigonfiamento a goccia del motore di sx è stato eliminato dalla posizione centrale e ricostruito spostato sul lato. Con il weathering set della Tamiya sono state tracciate le scie di colature d'olio.

I bordi d'attacco dei tailleron sono in nero opaco. In White alluminium vanno anche il fondo dei serbatoi, i piloni alari ed i travetti dei missili Harm.

Le rotaie dei Sidewinder hanno ricevuto le slitte e gli attacchi di connessione oltre che il cavetto di collegamento elettrico. I Sidewinder hanno ricevuto gli scarichi e avuto tagliata la punta, svuotata e poi creata la lente IR e colorata con il Clear Orange della Tamiya.

Sulle ali sono state dipinte le aree anti abrasione in Dark Gull Gray FS 36231 mentre con piccole striscioline di decals sempre in Dark Gull Gray sono state riprodotte le fasce di scorrimento.

Terminata la pitturazione ho dato una abbondante mano di Future ed ho iniziato la posa delle decalcomanie iniziando proprio dai filetti bianchi, poi ho inserito gli altri fregi ed ho anche dovuto integrarne delle altre dal foglio decals del tornado italeri. Per la posa della grande pantera sulla deriva ho tagliato via la parte nera sulla sommità in quanto dipinta poi ho posizionato la decals con abbondante uso dei liquidi Micro Set e Micro Sol.

In alcuni punti per meglio far aderire la grande decal ho effettuato dei piccoli tagli con la punta del cutter. Una volta asciutta ho notato differenza di tono tra il nero dipinto ed il nero stampato sulla decal. Come avvenuto sull'altro Black Panther ho dovuto ripassare il nero della decals con il satin black 85 della Humbroll diluito a pennello, con la successiva mano di cera Future il tutto si è uniformato. A questo punto ho iniziato l'assemblaggio finale, proprio dall'inserimento delle ali. Prima di dipingere il modello avevo fatto delle prove d'inserimento forzato delle semiali anche a fusoliera ormai chiusa e tutto era andato liscio. Con le parti dipinte purtroppo la musica è cambiata ed al momento di inserire le semiali, forzando, si è verificata la rottura sulle due parti fisse di attacco delle semiali sulla fusoliera.

La lesione sul lato dx è quella più grave dato che è saltato anche un dentello vicino allo slat.

La lesione di sx è di più facile soluzione dato che la rottura segue l'andamento della linea di pannellatura. Con molta attenzione provvedo a mascherare l'area, reincollare le parti con la colla tappo verde Tamiya e poi stuccare, carteggiare ed alla fine ridipingere l'area. Tutto questo a modello pressochè ultimato con le decalcomanie messe.

Come tocco finale ho effettuato un lavaggio selettivo con un miscuglio di grigio di payne e nero ad olio sulle zone celesti, blu e alluminio, mentre ho usato il Purple ink della Citadel per le aree Fucsia. Un finale strato di cera Future ha sigillato tutto, con del trasparente satin sono state dipinte le aree nere di pannello antiriflesso e dielettrici alle estremità alari, base deriva e bordi d'attacco ali e deriva oltre che le aree grigie in coating anti abrasione. Le luci di navigazione ed il montaggio dei carichi alari hanno terminato la realizzazione di questo modello. Alla fine il montaggio viene completato ed il Black Panther del 2002 può essere affiancato al Black Panther del 2007 per un'accoppiata tutta 155° Gruppo.

Il tempo trascorso durante il montaggio ha messo a dura prova alcune parti del modello; il canopy è rimasto mascherato quasi tre anni come pure il patafix ed il maskol che ha mascherato i vani carrelli. Fortunatamente il tutto ha retto piuttosto bene a parte qualche parte dei carrelli venuta via col patafix e poi ricostruita. Tanto bene da permettermi di mostrare con un pochino di orgoglio il mio Tornado in Technicolor e senza "Paragon".

Di seguito l'intera galleria fotografica del lungo lavoro necessario per costruire questo modello. Alcune foto non sono di buona qualità, le foto vanno dall'estate del 2005 fino al gennaio 2012 non tutte le foto sono in ordine cronologico.

Buon Modellismo da Silvio Pietropaolo

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