I.A.I. Kfir del 109° Tayeset "The Valley squadron" - H.H.A. 1977 - scala 1/48

IAI KfirrDal vecchio kit E.S.C.I. in 1/48, oggi  ripreso da Italeri, vediamo come poter ottenere una accettabile riproduzione dello I.A.I. Kfir , nella prima sua versione operativa .

Testo, modello e foto di Gabriele Luciani

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Dopo la realizzazione del Nesher, copia quasi integrale del Mirage V (I.A.I. Nesher in scala 1/48 ) nel 1969, l'arrivo nelle file dell'Heyl Ha'Avir del Mc Donnell Douglas F-4 E Phantom e la constatazione che la tecnologia statunitense per motori ed avionica era di gran lunga superiore di quella francese, convinsero i tecnici della Israeli Aerospace Industries a procedere ad un ulteriore passo. Si pensò cioè di adattare il motore G.E. J79-17 dell'F-4 E alle cellule dei velivoli con ala delta francesi ed israeliani: l'intento era chiaro, ovvero mantenere la manovrabilità dei Mirage e dei Nesher accoppiandola ad un motore molto più potente e standardizzare così anche la manutenzione dei vari velivoli che in Israele per i Phantom era curata localmente a Bet-Shemesh. Nel 1970 un J79 venne installato sul Mirage IIIB numero di linea 988 che fece così il primo volo nel settembre del 1970 e per i successivi tre anni venne impiegato per prove e test comparativi dai quali emerse che effettivamente il progetto aveva molte ed interessanti potenzialità ma anche alcune problematiche.  Inatti il propulsore statunitense anche se più corto era però più voluminoso dell'11% rispetto agli Snecma Atar 9 B-3 ed Atar 9 C, oltre a sviluppare un calore maggiore e tale da creare seri problemi alla struttura in alluminio del Mirage: il passo successivo compiuto dai tecnici della I.A.I. fu quello di installare un J79 su un Nesher (codice di linea 88, poi soprannominato Ra'am)  a cui era stata riprogettata la parte posteriore della fusoliera che venne ingrandita in larghezza ed accorciata in lunghezza ma anche modificata con una nuova presa d'aria una posta alla base della deriva con altre quattro più piccole sui lati della fusoliera.

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Fu inoltre installato all'interno del velivolo uno scudo in titanio per meglio dissipare il calore del motore, inoltre l'abiatacolo, l'avionica ed il carrello vennero tutti modificati, furono altresì aumentati i punti di attacco per carichi esterni : il Ra'am fece il suo primo volo il 4.6.1973; nei due anni successivi altri voli di prova portarono ad ulteriori variazioni, il Ra'am venne poi sostituito dal Nesher con il numero di linea 512 ,  ed il programma offrì risultati così lusinghieri da convincere la I.A.I. e la H.H.A. ad adattare la linea di produzione dei Nesher (la cui produzione venne fermata a 54 esemplari monoposto e 10 biposto) per realizzare il nuovo velivolo soprannominato Kfir (cucciolo di leone). Il velivolo  codice di linea 512 cambiò lo stesso codice di linea in 712, e, mantenendo il muso originale del Nesher , venne presentato al pubblico il 14.4.1975 , in una manifestazione tenutasi all'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv,  nel corso della quale  non solo venne anche pubblicamente l'esistenza dello stesso Kfir, addirittura prima ancora di quella del Nesher che pure era stato ben impiegato in moltissimi scontri aerei dal 1969,  ma venne riferito della sua entrata in servizio nella H.H.A....La coltre di segretezza sui vari progetti israeliani (rimotorizzazione dei Mirage III C con gli Atar 9 C, realizzazione del Nesher e del Kfir) era molto pesante ed efficace (tanto che ancora oggi continuano a "girare" erronee informazioni, figurarsi a fine anni 70)  anche perchè si trattava in alcuni casi di frutti di spionaggio industriale e di veri e propri plagi, ma l'esistenza del Kfir venne rivelata per motivi politici in quanto la dirigenza israeliana voleva così dimostrare al presidente U.S.A. Gerald Ford, di avere raggiunto una consistente capacità di produrre autonomamente sistemi d'arma e per sbloccare cosi le forniture di F.15 e missili terra-terra MGM 52 "Lance". 

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Il velivolo con il codice di linea 712 è ancora oggi conservato, sempre con il vecchio muso del Nescher, al Museo dell'aeronautica israeliana di Hatzerin e viene generalmente considerato come il prototipo del Kfir, mentre in realtà lo stesso fu il Kfir numero di linea 724 che il muso più sottile degli esemplari di serie, i primi dei quali vennero consegnati al famoso 101° Tayeset  "First Figther squadron" a partire dall'aprile 1975. Nel 1976 il secondo reparto a ricevere i Kfir fu il 113° Tayeset "Hornet Squadron" seguito dal 109° Tayeset "The Valley squadron" nel luglio del 1977: i 40 Kfir prodotti della prima variante dimostrarono di essere più adatti al ruolo di bombardiere tattico, pur conservando la capacità di portare due missili antiaereo per la propria difesa,  e  nel novembre del 1977 i tre  Tayeset dotati di Kfir entrarono per la prima volta in azione bombardando postazioni di terroristi arabi nel sud del Libano; in occasione della visita in Israele del Presidente egiziano Anwar Al-Sadat il 4.7.1979, toccò anche ad alcuni Kfir del 109° Tayeset l'onore della scorta del velivolo presidenziale ed è pensando a questo storico episodio, nell'augurio che prima o poi la pace arrivi anche in Medio Oriente, che ho voluto riprodurre un Kfir appunto di questo reparto .   

foglio istruzioni ESCI

La prima riproduzione in scala del Kfir fu quella della E.S.C.I. che nel 1978 stava vivendo il suo secondo anno di grande espansione proprio nel campo dei kits in scala 1/48, presentando in quell'anno ben 10 nuovi modelli fra cui appunto il Kfir nella versione C 2 (ovvero con alette canard grandi ed il bordo d'entrata alare con il "dente di sega") . Purtroppo la realizzazione di molti degli stampi era affidata ad artigiani e aziende di stampaggio in plastica locali, senza alcuna pregressa esperienza nel settore modellistico ed il prodotto finale a volte, anche per quell'epoca, suscitava qualche perplessità...Vi era poi spesso anche un certa "leggerezza" nel modo di procedere da parte dei responsabili della E.S.C.I....Enzo Maio, uno dei più assidui collaboratori della E.S.C.I. di quel periodo, mi ha rivelato infatti che per giungere alla realizzazione dello stampo del Kfir, la ditta si basò sul modello Revell in 1/32 del Mirage V e su un trittico di dimensioni ridottissime del velivolo israeliano ...Questo anche per via della citata scarna diffusione, all'epoca, di notizie sui vari progetti I.A.I.: è solo nel 1979 infatti  che la Eshel-Dramti Ltd pubblica la sua monografia War Data - combat aircraft n. 2 - From Mirage to Kfir della serie War Data, nella quale viene finalmente spiegata in dettaglio e con "interpretazione autentica" la storia e l'evoluzione tecnica che dal Mirage III CJ portò al Kfir...La stessa casa editrice israeliana nel 1985 ritornò sull'argomento, con maggiori e più precisi particolari, con il n. 55 di Defence Update Special Edition "From Kfir to Lavi" sempre di Born In Battle. La mancanza di una adeguata documentazione, le poche foto disponibili (fra cui quella del velivolo 712 con il musetto del Nesher)  hanno fatto si che il Kfir in 1/48 fu prodotto con un grave errore dimensionale della fusoliera che è  più lunga di oltre un centimetro e mezzo, errore concentrato nel musetto più lungo di 11 mm, uno sproposito che altera visibilmente ed in modo inaccettabile la riproduzione in scala 1/48 della linea del velivolo reale. Nella confezione originale del 1978, il modello veniva proposto con una sola opzione delle decals, relative ad un solo velivolo, il 716 senza alcuna insegna di reparto (in quegli anni la censura militare di Israele alterava tutte le immagini di velivoli della H.H.A obliterando i simboli di reparto...).

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Già all'indomani della sua uscita sul mercato il Kfir E.S.CI. venne esaminato su riviste come Storia Modellismo (n. C 1 del gennaio 1979) e Notiziario IPMS Italia (2-1979) con articoli nei quali si evidenziavano dei difetti minori ma non il grave errore in fusoliera...Nel 1988 il modello venne riproposto in una nuova confezione come F.21A (il Kfir fu infatti scelto dai reparti Agressor dei Marines USA per interpretare nei finti combattimenti il ruolo dei MiG-23/27, parte recitata anche in films...) ma anche qui venne fatta una operazione un pò alla leggera in quanto i 12 F.21A erano in realtà dei Kfir Canard e non dei C.2...Comunque dalla sua uscita e per essere rimasto l'unico modello in scala 1/48 del Kfir per decenni, questo kit fu uno dei prodotti più ricercati della E.S.C.I. anche quando negli anni 90 la stessa ditta era orami al termine della sua vita commerciale...Alcuni modellisti tentarono di riprodurre il velivolo della IAI usando dei kit di Mirage 5 (pure essi scarsamente reperibili negli anni 90 e primi anni 2000) e  conversioni in resina che però non tenevano conto delle differenti volumetrie delle fusoliere...Nel 2010 Italeri, che ha presso i suoi stabilimenti la gran parte degli stampi E.S.C.I., decise   di riproporre il modello in questione, purtroppo inalterato ma con un vasto foglio decals: per altri tre anni la ristampa Italeri è rimasta ancora l'unica riproduzione in scala 1/48 del Kfir ed anche al momento è quella più facilmente reperibile...

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Il foglio decals del kit con il marchio Italeri proprone 4 diversi esemplari: il primo è un C.2 del 101° Tayeset "The first squadron", con la colorazione a due toni di grigio (F.S. 36320 e F.S. 36375) introdotta con l'arrivo degli F-15 in Israele; il secondo velivolo proprosto, il numero di linea 882 del 113° Tayeset "Hornet Squadron" è l'unico esemplare di Kfir (documentato con foto sull'annuario Israel Air Force 1984 Defence Update Yearbook edito sempre dalla Eshel Dramit)  con la colorazione a due toni di grigio  e con i grossi triangoli giallo-arancio (F.S.33538) e neri su ali e deriva ( la H.H.A. applicò tali distintivi ottici il 14.10.1974, sui propri velivoli con ali a delta quando nel corso della Guerra dello Yom-Kippur, anche dei Mirage V libici  comparvero sui cieli del Sinai; vennero  mantenuti sino al 1978); è però un Kfir della prima versione prodotta e quindi ben diverso da quello proposto dal kit, come vedremo più in là; le fonti israeliane inoltre (vedi Amos Dor  "The IAF Aircraft Series 03.3. From Mirage to Kfir Part 3. IAI Kfir" - ISBN 888784108X; Milano: AD Graphics, 2000) evidenziano che la sigla C 1 non è corretta per identificare i primi Kfir prodotti che invece sono designati appunto e solo "Kfir" senza ulteriori aggiunte. Questo stesso velivolo ha avuto retrofittate delle piccole alette sulle prese d'aria diverse e più piccole di quelle del C.2: questa versione del Kfir iniziale con le alette è designata "Kfir Canard". Il terzo velivolo proposto dalle decals è il  n. 732 del 109° Tayeset "The Valley squadron" che come pure indicaro dalle istruzioni Italeri è un altro Kfir della prima produzione; questo velivolo ha la mimetica denominata "1970's desert color" a tre toni sulle superfici superiori ( con fondo in giallo F.S. 33531,  bande di colore verde F.S. 34227 e di colore marrone F.S. 30219) con superfici inferiori in celestino chiarissimo F.S. 35622. .Il terzo velivolo proposto mentre il quarto è il velivolo 512 del 144° Tayeset "The Guards of Arava squadron" ma in realta è un Kfir C 7 , una versione con avionica aggiornata, con una variante nella mimetica con il verde F.S.-34424 al posto del F.S.34227 e il grigio chiaro FS.36375 per le superfici inferiori (in pratica sono le vernici degli F.16 israeliani) .

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Oltre ai simboli e numeri vari, il foglio decals da un completo set di scritte di servizio in lingua ebraica, le insegne di nazionalità e i grossi triangoli giallo/neri, il tutto per un velivolo; malgrado l'usuale ottima qualità del foglio decals (colori a registro e saturi, altissima adesività dei vari soggetti, ridottisimo e trasparente film di sostegno) è molto meglio riprodurre con colori e mascherature di nastro Tamiya, ancora prima di stendere i colori della mimetica, riprodurre i grossi triangoli giallo-neri. Non adrebbero infatti usate decals per diversi motivi: la ampiezza in scala 1/48 di tali distintivi ottici, il rischio  che le decals che li riproducono possano lasciar trasparire la mimetica sottostante ed inoltre la circostanza che, sotto le ali, dovrebbero coprire anche le grosse carenature dei meccanismi di attuazione degli alettoni...Per di più poi, se si decide di aggiungere dei carichi bellici si deve porre una estrema cautela nell'incollarli alle ali nei punti coperti dalle decals che raffigurano i tirngoli giallo-neri...

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Il kit come precisato è sempre quello del 1978 (anche il foglio istruzioni per la parte inerente l'assemblaggio è quasi del tutto identico) e per il mio modello ho ritenuto opportuno di recuperare un originale kit E.S.C.I. (con la plastica più rigida tipica della produzione iniziale della ditta milanese) da me acquistato nel 1981: fu il mio secondo modello in 1/48, assemblato con il bostik (per fortuna così l'ho potuto smontare senza problemi...) e vecchi smalti Humbrol che si sono rilevati molto ostici da eliminare (all'epoca nelle vernici per modellismo c'era molto più piombo...). I pezzi che compongo l'attuale kit Italeri sono gli stessi , con le due semi fusoliere, una prima stampata con venti pezzi per l'ala a delta, gli alettoni le alette canard, musetto diviso longitudinalmente in due parti, prese d'aria principali..., una seconda stampata con i carichi alari (serbatoio centrale e due di tipo supersonico, due missili A/A, abitacolo...Il tettuccio è realizzato in due parti trasparenti. Il primo problema è che tutte le pannellature sono in rilievo ed andranno reincise, lavoro noioso ma che alla fine ripagherà decisamente con un maggiore realismo degli sforzi fatti...Inoltre per realizzare le correzioni in fusoliera e la modifica alla ala (nel Kfir della prima versione non c'era il dente di sega sul bordo d'entrata) si dovrà usare stucco e carta abrasiva e quindi le varie pannellature in rilievo saranno ben  presto eliminate...

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Fondamentale per le correzioni disporre di un buon trittico in scala: questo lo si può trovare sul numero 2/99 del Notiziario Modellistico del Gruppo Modellistico Trentino di Studio e Ricerca Storica dove c'è un articolo sul Kfir diviso in due parti, la prima storico-tecnica con ancora qualche piccola inesattezza e una modellistica con un ottimo modello del noto modellista Girolamo Lorusso. Il trittico è pubblicato in scala 1/72 ma se lo si fotocopia ingrandendolo del 150% lo si porta alla scala 1/48: posando le semifusoliere del kit E.S.CI./Italeri sul disegno si ha così modo di constatare il notevole errore in lunghezza che le foto qui pubblicate dimostrano, con il raffronto con la fusoliera di un kit Italeri non modificata (più chiara) e quella originale E.S.CI. ma da me corretta...

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La discrepanza purtroppo non è solo nel musetto cui si devono togliere ben 11 mm partendo dalla base dei due pezzi ma è diffusa per ben 5 mm anche nella parte anteriore della fusoliera: i tagli vanno quindi effettuati sempre con il raffronto con i piani in scala.

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Tagliato il musetto (punto c) , ho tolto i cinque millimetri in più dalla fusoliera asportandone una fascia subito dietro la perpendicolare della base delle due grosse prese d'aria  (punto b) e già che c'ero ho ridotto anche la lunghezza del condotto della presa d'aria dorsale (punto a) .

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Per riunire poi le varie parti delle fusoliere e a queste il musetto (si deve poi anche ricostruire la base anteriore del parabrezza) e le due grosse prese d'aria,  chiaramente si deve usare una buona dose di stucco (ottimo il Tamiya) e di olio di gomito per le varie carteggiature...

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Un altro strano errore del kit è alla base della deriva verticale...Forse perchè ingannati dai contorni dei  triangoli giallo-neri, i tecnici della E.S.C.I. ritennero di riprodurre in questa zona un rilievo superficiale come se ci fosse stato un prolungamento all'indietro del condotto della presa d'aria dorsale che invece non esiste...Va quindi eliminato e per fortuna  lo spessore della plastica del kit in questa zona è tale che non si corre il rischio di sfondare la superficie...

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Dovendo riprodurre la prima versione del Kfir ho anche eliminato dal musetto le due piccole alette tipiche invece della versione C 2 . La vasca dell'abitacolo non è molto particolareggiata, anzi...La riproduzione della strumentazione è affidata a decals e purtroppo non ci sono sets afther market disponibili per questo kit per cui in questa zona ho solo cambiato il seggiolino con uno, molto più realistico,  in resina della PJ Production numero di catalogo 481212 che riproduce il Martin Baker Mk4, ovvero il tipo di seggiolino che venne installato sui primi Kfir. Il seggiolino una volta colorato e dotato delle maniglie di espulsione riempe abbastanza bene il vano del pilota. 

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Completate le varie correzioni alle semifusoliere ed assemlbate le stesse, si può passare al lavoro sulle  ali, pure loro non del tutto esenti da qualche problema anche se si vuole riprodurre un kfir C. 2... Con la seconda versione del velivolo i tecnici della IAI cercarono di correggere alcune lacune nella manovrabilità tipiche del velivoli a delta: oltre ad introdurre le alette canard poste ai lati delle due grandi prese d'aria in fusoliera e le alette ai lati della punta del velivolo, anche i bordi di entrata delle ali vennero modificati con un "dente di sega" che presente nel kit è un pò risicato e che dovrebbe quindi essere corretto per la versione C.2 . Va del tutto eliminato invece per riprodurre un velivolo della prima versione e un Kfir canard: in questi casi l'ala era quasi del tutto identica a quella dei Mirage III C, con anche il piccolo scasso sul bordo alare che si deve riprodurre con una lima a sezione quadrata. Anche sulle ali chiaramente si deve procedere al rifacimento delle varie pannellature reincidendole.

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Come in quasi tutti i kits di velivoli con ali a delta, l'unione dei pezzi raffiguranti la parte superiore della velatura a quella inferiore richiede dello stucco ed anche questo del Kfir purtroppo non fa eccezione...

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Non ho apportato ulteriori modifiche in questa zona anche se la profondità dei vani carelli principali non è molto realistica, ma preferisco limitarmi alle correzioni che si vedano immediatamente a modello finito e che diano contezza della differenza rispetto alla situazione di partenza...

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Le stuccature però non sono ancora finite...nel momento in cui si uniscono la fusoliera e gli alettoni alle ali, in particolare i due grossi pezzi che raffigurano le parti mobili della velatura, bisogna ricorrre allo stucco...

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Per questo lavorio di stuccatura si perderà molto tempo ma per fortuna la relativa carteggiatura servirà anche per la rifinitura delle pannellature...

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Completato l'assemblaggio delle parti principali e data una mano di grigio chiaro a smalto Testor's 1748 ho finalmente avuto la soddisfazione che quanto fatto non era stato certo inutile...

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L'aspetto del modello infatti, una volta reinciso tutto, sembra infatti già a questo punto essere un lontano parente del kit di partenza...

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Come al solito inoltre, la mano di grigio chiaro dà la possibilità di riscontrare eventuali imperfezioni delle stuccature e di intervenire sulle stesse prime di procedere alla fase della verniciatura...

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La prima azione in questo senso è stata la verniciatura dei vani carrello, degli interni e dei conetti delle due grandi prese d'aria in fusoliera che vanno in bianco lucido.

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Seconda operazione è stata il pre shadingh con passaggi di nero opaco più marcati in corrispondenza delle pannellature. Come già fatto in altre occasione e per le motivazioni sopra esposte, preferisco rifare con vernici e mascherature di nastro Tamiya i triangoli giallo neri : il giallo di questi triangoli sui Kfir sembra essere più arancione  delle analoghe insegne portate dagli Shahak e dai Nesher, forse perchè a differenza di questi altri due tipi di velivoli, i triangoli vennero applicati direttamente ed in modo standardizzato in fabbrica dalla IAI e non in reparto...

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Comunque sia, si identifica questo colore con la tinta numero F.S. 33538 che ho riprodotto con un mix di giallo ed arancio opachi Humbrol steso in modo non uniforme su una base gialla, per raffigurare l'usura che nel tempo colpiva anche questi distintivi ottici. Ed è proprio nella fase dell'invecchiamento sia di questi particolari che del modello in generale che si apprezza il fatto  per la riproduzione dei triangoli giallo-neri di non aver utilizzato le decals che ben  difficilmente potrebbe resistere a tali trattamenti...

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Mascherate le zone in giallo, ho proceduto alla riproduzione dello schema mimetico desertico a tre toni introdotto nel 1970 usando colori a smalti tutti stesi ad aerografo, in modo irregolare e senza coprire del tutto il pre shading per ottenere fin da subito un effetto di invecchiamento. I colori usati sono stati i seguenti: superfici inferiori in F.S. 35622 tradotto in scala con l'Humbrol 122; superfici superiori: fondo in giallo F.S. 33531 = Testor's 1706 ; bande di colore verde F.S. 34227 = Testor's 1716 e di colore marrone F.S. 30219 = Testor's 1742.

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Le bande dello schema mimetico non erano sfumate ma anzi da un esame attendo delle immagini dei vari velivoli israeliani sembrano avere dei contorni abbastanza netti fra loro. Con mascherature varie ho riprodotto i contorni dei sei grossi triangoli di identificazione, la punta del conetto anteriore, altri dettagli ed infine in alcune zone come gli interni di alcune della pannellature più grandi, ho ripassato i vari colori, specie il giallo sabbia, con l'aggiunta di bianco per riprodurne l'usura operativa.

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A mano libera, per lo più sotto le ali, ho effettuato qualche passaggio di colore grigio scuro molto diluito per riprodurre i fumi di scarico dei cannoni e le perdite di lubrificanti vari.

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Passata una mano di trasparente acrilico lucido ho posizionato le decals prese quasi tutte dall'eccellente foglio decals del kit ristampato da Italeri: con l'uso dei liquidi emollienti Gunze Sanyo e Revell, hanno aderito alle superifici come dei trasferibili, senza alcun problema di silvering del film trasparente di sostegno...

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Finito con le decals, ho messo la cera acrilica Future per applicare la riproduzione della patina di invecchiamento : anche in questo caso ho usato il semplice ed economico ma molto efficace metodo del colore a tempera nero diluito con acqua e fiele di bue, steso con il pennello, sul quale poi dopo qualche minuto ho passato uno straccio imbevuto d'acqua. Tutte le varie incisioni sulle superfici esterne del modello, ed anche i diversi interstizi, hanno così trattenuto il colore ed anche questo ha contribuito a dare una realistica riproduzione dell'invecchiamento del velivolo.

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Il passaggio finale di trasparente acrilico opaco ha terminato la fase della colorazione: ho quindi aggiunto le varie parti che ho tralasciato per aver una maggiore libertà durante le fasi della colorazione. Come armamento, considerando che inizialmente il ruolo del Kfir era anche quello della ricerca della superiorità aerea fino all'arrivo in Israele degli F.16 ed anche per sfruttare quanto offerto dal kit, ho modificato le riproduzioni dei due missili a/a Rafael Shafrir e relative slitte correggendole con il raffronto fotografico dei veri ordigni.

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Il grosso serbatoio ventrale in buona sotanza può andare non così i due serbatoi alari di tipo supersonico che non hanno le tre alette caudali, da me riprodotte con plasticard molto fine...

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Ho quindi completato la costruzione con l'aggiunta degli ultimi particolari come i carrelli (le cui gambe di forza e cerchioni delle ruote vanno in alluminio opaco) le varie antenne e sensori. Oggettivamente non è stato semplicissimo avere ragione di questo vecchio kit: Italeri ha fatto bene da un punto di vista commerciale a sfruttare questo stampo E.S.C.I. ma si è limitata ad aggiornare solo le decals mentre avrebbe fatto bene a rivisitarlo in qualche punto alla luce della documentazione oggi disponibile.

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Rimane per il prodotto in questione il vantaggio di costare quasi la metà delle analoghe riproduzioni di concorrenza e la soddisfazione che alla fine, con un buon quantitativo di olio di gomito e buona volontà, una più che decente riproduzione del giovane leone israeliano la si può comunque ottenere...

Gabriele Luciani

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