Libia 42, dioramizziamo uno Stuka in scala 1/72

Non molto tempo fa Fabio Consolandi ci ha presentato il suo Stuka in scala 1/72, ora in questo articolo Fabio ci spiega come ha ambientato il suo modello in un piccolo ma efficace diorama.

Diorama testo e foto di Fabio Consolandi

Dopo aver completato, non senza aver pagato il pegno del principiante, il modello del JU-87, ho continuato a coltivare l'idea di realizzare un semplice diorama, per contestualizzare lo Stuka in uno dei suoi diversi scenari operativi di impiego. Inevitabilmente la scelta del deserto della Libia di quel gennaio del '42, è stata imposta dalla versione che ho realizzato del velivolo. "Imposizione" vantaggiosa, poichè da tutte le foto dell'epoca reperite sul web, ho trovato solo piste di sabbia battuta e poco altro... Non difficili da realizzare quindi.

Una prima idea voleva il solo aereo, posto al centro della scena, parcheggiato ai margini di una pista sabbiosa, circondato da qualche figurino intento in operazioni di routine. Dopo aver realizzato un primo schizzo per valutare la disposizione degli oggetti e la dinamica della scena, il tutto appariva però troppo scarno e statico. Di conseguenza ho chiesto aiuto al gruppo di amici di Modellismosalento e praticamente da subito, sono arrivati i primi buoni consigli. Quello che più mi ha convinto, è stato quello del nostro "presidente", nel quale mi consigliava di inserire un Opel Blitz scoperto al fianco dello Stuka insieme a due, massimo tre figure, impegnate nella preparazione del velivolo prima di una missione.

Così, dopo aver visualizzato la scena con la fantasia, forte di tale indicazione mi sono messo subito alla ricerca di un Blitz in 72 e di una scatola di soldati appartenenti all'Afrika Korps... Non ho impiegato molto a trovare ciò che cercavo: on-line ho acquistato una datata scatola della ESCI (grazie alla quale ho conosciuto la storia della Ente Scambi Coloniali Italiani divenuta poi ESCI Modellistica) contenente un Opel Blitz LKW 3 Ton in 1/72 e, da un grande negozio di modellismo romano, una scatola di soldati tedeschi dell'Airfix della divisione Afrika Corps.

Come ho aperto la "datata" scatola del Blitz, la mia attenzione è stata catturata dallo stato di conservazione generale del foglio decals e delle istruzioni: praticamente avevano la muffa sopra! Sul web si fanno dei buoni affari, ma questa è l'altra faccia della medaglia, nessun rimprovero al venditore però: mi aveva preventivamente messo in guardia. Senza perdermi d'animo, ho iniziato il montaggio dei pezzi realizzati con una plastica più dura e "nervosa" rispetto a quella dei kit attuali, con la quale mi sono forse troppo comodamente abituato.

Il kit della Esci, si presenta infatti con due stampati di color giallo "sabbia", un foglio di istruzioni ed un mini foglio decals, che permette di realizzare qualche differente versione del camion tedesco. Grossa pecca è la mancanza di uno stampato per i trasparenti, che mi ha obbligato a ricostruire tutto con acetati termoformati e gocce di clearfix. Qualche nota negativa emerge anche dagli stampi: un parafango posteriore completamente deformato e la cabina del mezzo senza unità di ancoraggio al telaio sottostante. Considerando però la data di produzione del kit (primi anni 80), il montaggio, ha acquisito un valore aggiunto: bello pensare di realizzare qualcosa di stampato qualche decennio fa, che attendeva di avere un compimento per mano di un appassionato.

La realizzazione del Blitz è filata via senza particolari difficoltà, utilizzando le tecniche conosciute senza particolari sperimentazioni. Unica nota dissonante dalla normalità: ho stuccato le sottili discrepanze sul cofano e fra tetto e paratia posteriore della cabina, con della colla vinilica. I pezzi combaciavano abbastanza bene, quindi non ho ritenuto opportuno procedere con stucco e carteggiature varie. Ho preferito realizzare il cassone scoperto, libero dal telo (comunque ben riprodotto in plastica incluso nel kit), inserendo i tubolari di sostegno auto costruiti con del filo di stagno da 0.5mm (valutando con il "senno di poi", un diametro troppo "importante" per essere congruente con la scala del modello). Qualche aggiunta di nastro di alluminio e cavi sottili di rame per riprodurre (o meglio: tentare di riprodurre...) le cerniere delle sponde del cassone, le assi delle freccie, faro di illuminazione e specchietto lato guida. Unico passaggio che ha richiesto un minimo di tempo in più, ma anche tanto divertimento, è stata la foratura a mano con trapanino, dei cerchioni delle 7 ruote in dotazione al Blitz. Il kit infatti li fornisce completamente chiusi, nei quali le aperture sono solo lievemente accennate con linee in positivo.

Piacevole sorpresa è stato vedere che il kit conteneva tre barili che, dopo essere stati trattati con un pò di stucco ( poichè non proprio stampati alla perfezione ), si sono rivelati molto efficaci da inserire nel diorama.

A montaggio avvenuto, ho continuato con una mano del primer grigio a solvente della Kcolors (tempi di asciugatura pari allo zero! ), classico preshade, verniciatura, un po di pigmenti per enfatizzare l'usura del mezzo e, per concludere la prima fase, una prima mano di lucido abbondante per ricevere al meglio la stesura delle decals.

Le decals: nota dolente. Il foglio, in parte, era troppo compromesso ed alcune di queste erano praticamente inutilizzabili. Ho richiesto, come ormai è mia consuetudine, aiuto al gruppo di amici di Modellismosalento e praticamente da subito, ho solo dovuto scegliere da chi ricevere le decals mancanti (le quali sul mercato risultano essere anche rare e dispendiose, per la versione che volevo realizzare, se acquistate separatamente ...), anzi, colgo l'occasione per ringraziare colui che me le ha inviate in tempi strettissimi, permettendomi di fatto di concludere il diorama nei tempi previsti, non dimenticando anche tutti coloro che si sono proposti in egual modo. Veramente un gran gruppo di belle persone oltre che grandi modellisti (dai quali imparo costantemente).

Risolto il problema decals, ho proceduto alla loro applicazione e loro protezione con un'altro strato di lucido. Dopodichè lavaggi, un bel po di pigmenti dal colore misto: dall'acciaio usurato e scoperto del telaio, al nero per i fumi di scarico, fino al terra di Siena per enfatizzare la sabbia nel cassone. Per finire ultima mano di opaco della Toffano per sigillare il tutto. Lascio a Voi la valutazione del risultato finale , che personalmente ritengo migliorabile, ma accettabile nel complesso in termini di "somiglianza" ad un ipotetico veicolo reale.

Dopo il Blitz, è stata la volta dei figurini della Deutsches Afrikakorps (DAK) dell'airfix. A mio avviso ben realizzati, ma stampati con una "gomma" che, se non lasciata a congelare una notte nel freezer, è veramente ostica da lavorare. Interessante è stata la ricerca sul web, tesa a reperire materiale per capire come fossero le divise di quello che fu il principale contributo tedesco, alle diverse organizzazioni d'armata che si crearono durante la campagna del NordAfrica.

Fra le varie figure proposte dalla scatola, ho scelto solo tre elementi: un colonnello, posizionato sull'ala sinistra dello Stuka, nell'atto di scrutare l'orizzonte con il suo cannocchiale, un soldato intento a liberare con la sua pala il carrello anteriore sinistro del velivolo, sprofondato nella sabbia ed un'altro uomo con arma alla mano in atto di guardia. Colorazione non difficile, aiutata dai lavaggi finali che hanno dato tridimensionalità al drappeggio delle divise.

Una volta realizzate "le plastiche", ho proseguito con la raccolta del materiale per la realizzazione della base. Impiegato a tale fine, un tagliere in legno di forma circolare con spessore 1 cm, costato un solo euro in un negozio di casalinghi, un cubo di spugna verde usata dai fiorai per le loro composizioni ( regalata e ovviamente non bagnata! ), una meravigliosa terra color ocra tendente al bianco, finissima, pari a sabbia, raccolta durante le vacanze estive nella magnifica terra di Salento ( gentilmente fornita gratuitamente da Madre Natura ), della pasta per pittura bianca ( un pò più dispendiosa in un negozio di belle arti ) e della semplice colla vinilica. 

Il mio fine infatti, era il voler sfruttare il piano circolare del tagliere, di circa 20 cm di diametro, come base, sulla quale realizzare la superficie, non perfettamente spianata, dell'area di parcheggio improvvisata e realizzata sulla terra sabbiosa dei classici paesaggi libici. Per far questo ho tagliato dei riquadri molti sottili (max 5mm di spessore) di spugna verde, molto compatta e facile da sezionare con un taglierino, che ho poi incollato sul legno del tagliere con del vinavil, solo dopo aver aerografato quest'ultimo, con dello smalto nero per tutto il suo spessore, lungo il profilo ( per non lasciare la venatura del legno naturale scoperta alla vista ).

Dopo una giornata di attesa, con della carta vetrata di media grana, ho provveduto a lisciare e "scolpire" il piano di spugna, conferendogli quell'andamento non proprio pianeggiante che vedevo ritratto nelle foto del tempo. Una volta ottenuto il terreno, ho soffiato via gli sfridi della spugna verde generati dall'abrasione, ed ho provveduto a saldare tutto sotto uno strato di pasta per pittura, stesa con un pennello a falda piatta e larga con setole semirigide. Quest'ultima ha riempito le fessure esistenti fra i riquadri di spugna (che, essendo stati tagliati a mano, ovviamente non erano perfettamente combacianti) ed è andata a conferire un aspetto molto veritiero al terreno, grazie alla granulometria molto "sostanziosa" degli elementi che la compongono.

Successivamente è stata la volta dell'incredibile terra salentina. Dopo una spruzzata di acqua e vinavil con uno spruzzatore convenzionale, con un piccolo settaccio a maglia non troppo fine, ho steso la terra sul supporto di spugna e pasta per pittori sottostante. Ho atteso qualche minuto, giusto per dare alla sabbia il tempo di compattarsi con la colla, ed ho provveduto, facendo rotolare sopra la ruota di scorta del Blitz, a demarcare le impronte lasciate dal mezzo una volta giunto vicino al velivolo. Successivamente, per dare loro maggiore profondità, ho passato un po di tempera molto diluita, stesa con un pennello molto sottile. Sempre con "il senno di poi", a mio avviso è stato un errore, poichè come risultato finale , ho ottenuto una profondità eccessiva, che ho dovuto cercare di gestire con le lumeggiature successive, senza però ottenere il risultato sperato. Per dare un po di dinamismo alla scena, ho fatto in modo che queste seguissero una traiettoria leggermente curva, rispettando la posizione definitiva delle ruote anteriori del Blitz, incollate in atto di sterzata verso sinistra.

Dopo una notte di asciugatura, ancora lo stesso processo per un paio di volte, con leggerissime pose di terra sabbiosa, per raggiungere la copertura che a me sembrava ottimale per riprodurre un pattern il più simile possibile a quello del deserto. Purtroppo l'asciugatura della colla vinilica, che ha reso perfettamente solidale il terreno allo strato sottostante, ha però virato il tono di colore di quest'ultimo, facendolo diventare molto più scuro... Inevitabile è stata una correzione tramite delle vere e proprie "lumeggiature"  (alle quali facevo riferimento qualche rigo fa...) eseguite con uno smalto bianco diluito al 90%, per avvicinarmi di nuovo al colore della sabbia libica. Inoltre, per conferire un minimo di tridimensionalità al terreno, dopo l'asciugatura completa del bianco, mi sono divertito con del pigmento color ruggine della Tamiya, disteso a pennello, nel realizzare qualche porzione più o meno ombreggiata della sabbia. A voi il parere se l'operazione è andata a buon fine o no.

Ultima fase del lavoro è stato disporre tutti gli elementi cercando di bilanciare un po le proporzioni all'interno della scena ed il piccolo diorama ha preso forma.

E' stato divertente cimentarsi nella realizzazione di questo piccolo scenario, spero di aver trasmesso anche a Voi almeno un po di questo divertimento. Buon modellismo a tutti.

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