Shenyang J-6 da kit Trumpeter scala 1/48

Marco Rondinelli è un bravo modellista dell'area Barese oltre che un caro amico. I suoi lavori si contradistinguono per un'esecuzione pulita ed impeccabile pur se spesso montati semplicemente da scatola. Questa volta ci propone un Shenyang J-6 da kit Trumpeter 1/48 nella sua finitura natural metal. Vediamo come Marco ha proceduto nell'esecuzione di questo bel modello.

Modello, testo e foto di Marco Rondinelli

Cenni storici

Lo Shenyang J-6 era la versione prodotta su licenza in Cina del sovietico Mig-19, a partire dagli anni ’60. In realtà, tra i due paesi i rapporti si deteriorarono e l’Aeronautica cinese produsse in autonomia questo velivolo basandosi sulla documentazione in possesso.

Questo caccia ebbe più successo in Cina che in Unione Sovietica; nei frequenti scontri con Taiwan i piloti cinesi della PLAAF lo apprezzarono molto. Venne inoltre utilizzato nella difesa del confine cinese contro i caccia USA che sconfinavano durante le operazioni in Vietnam, anche se effettivi scontri aerei non sono confermati.

Alcuni F-6 (J-6 esportati) nordvietnamiti vennero impiegati sul finire della guerra contro gli americani e anche diverse versioni furono utilizzate dai paesi arabi durante i vari conflitti con Israele e da paesi africani.

Insomma, uno di quei velivoli sovietici che hanno avuto tantissime bandiere.

Il kit

Il kit è il Trumpeter in scala 1/48. Gli stampi sono buoni, con un ottimo dettaglio generale e fini pannellature in negativo. Ci sono un po' di sbavature della plastica da rimuovere e bisogna fare attenzione quando si staccano i pezzi dallo sprue, visto che i punti di attacco sono a volte spessi e bisognerà armarsi di cutter e lime per eliminare gli eccessi che rimangono.

La costruzione è cominciata come di consueto dal cockpit, che si presenta con un buon livello di dettaglio senza troppe pretese, anche se il seggiolino necessita di autocostruzione delle cinture.

Da notare che il cockpit non è nel classico azzurrino sovietico ma, come per i primi modelli di Mig, in grigio.

La chiusura della fusoliera richiede molta attenzione e pazienza, non combacia benissimo, infatti io mi son aiutato con dei morsetti e correzioni in corso.

Qui sono cominciati un po' di problemi, in quanto il muso e i pannelli nella zona inferiore del cockpit non combaciano bene e bisogna intervenire con correzioni di lima, stucco e successiva carteggiatura.

Anche per quanto riguarda le ali, nell’attacco alla fusoliera rimane una fessura da colmare.

Una volta sistemato il montaggio principale e piombato il muso a dovere, si può procedere con la stesura di una mano di primer, in questo caso ho utilizzato un nero lucido che mi è servito da base per il metalizzato successivo.

Dopodichè, con i vari toni metallici (ho usato la gamma AK) ho diversificato i pannelli.

Al termine di questa fase si può procedere con montaggio di ulteriori parti, lucidatura, posa decals e lavaggi, per i quali ho scelto un grigio scuro e in alcuni punti ho insistito con un nero, per ottenere un weathering differenziato.

I serbatoi di questi Mig erano sempre un po' malconci, infatti da molte foto hanno una superficie abbastanza irregolare e spesso addirittura ammaccature; ho cercato di riprodurre questa usura ripassandoli a pennello cercando di lasciare, appunto, una superficie un po' maltrattata.

Infine lucido finale per sigillare il tutto.

Il canopy presenta una fastidiosa linea di giunzione al centro, per cui ho deciso di rimuoverla. L’operazione richiede un po' di pazienza ma il risultato è assicurato. Ho proceduto così:

1-  Carteggiatura con lime abrasive (autocostruite) a partire dalla 1000 (mi è sembrata sufficiente, senza partire da grane più grosse), passando per la 1500 fino alla 2000, cercando di limitarsi alla zona dove è presente la linea di giunzione;

2-  Prima lucidatura con paste abrasive, nel mio caso ho utilizzato le ottime tamiya a partire dalla coarse, poi fine e finish in serie, adoperando un cotton fioc;

3-  Il risultato, come si può vedere dalla foto, è già buono. Per una ulteriore rifinitura è possibile passare una cera finale, dopo aver opportunamente lavato il pezzo con acqua e sapone.

Infine, ho montato gli ultimi particolari e il canopy.

Ho deciso anche di posizionare il modello su basetta, riproducendola con la bandiera dell’aviazione cinese, la PLAAF (People's Liberation Army Air Force).

Il kit è impegnativo, ma sono molto soddisfatto del risultato finale di questo lavoro.

FOTO FINALI e buon modellismo.

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