Carrello portacarri M scala 1/35 da kit WIP3D cat. 35006
Per risolvere il problema del celere spostamento da un settore di impiego ad un altro dei carri e semoventi su scafo M del Regio Esercito, le Officine Viberti proposero un apposito carello, che la ditta WIP3D ha riprodotto anche in scala 1/35 con un kit realizzato con la stampa digitale
Modello testo e foto di Gabriele Luciani
Contestualmente all'adozione dei carri su scafo M, i responsabili del Regio Esercito si preoccuparono, sia pure in modo molto tardivo, anche del trasporto su strada degli stessi carri : fino al 1939 i principali corazzati in dotazione al medesimo R.E. erano gli L 3 ed ancora i vetusti FIAT 3000, tutti mezzi che venivano spostati , oltre che che sui pianali dei camion, anche con uno specifico carrello a biga che chiaramente era però del tutto inutilizzabile per i più grossi carri M. La soluzione più immediata fu l'uso degli autocarri pesanti FIAT 666N e Lancia 3Ro che potevano trasportare sui loro cassoni un carro M ma, vista la buona potenza degli stessi autocarri, si penso a sviluppare degli appositi rimorchi per spostare contemporanemente due di questi carri. Venne adottato quindi il modello proposto dalle Officine Viberti, ovvero un rimorchio a ralla con due assi peraltro non molto ben riuscito : nel frattempo, lo stesso produttore sviluppò un carello speciale per trasporto carri M, più economico ma in effetti anche più semplice da usare nelle delicate fasi di salita e discesa del carro dal medesimo trasporto.
A questo carrello la WIP3D, dopo aver proposto la biga per il trasporto dei carri L3 e del FIAT 3000, dedica dei kits del tutto analoghi e differenti solo per il rapporto di riduzione in scala, in 1/72 che in 1/35: in questa sede presento comunque il secondo . Come tutti i prodotti della ditta modense, si tratta sempre di un kit stampato in 3d ed in resina e al solito ribadisco l'avvetenza che quando si lavora con modelli realizzati in materiali particolari come in questo caso, vanno usati sempre un paio di guanti di lattice ed una mascherina sul viso, per la protezione rispettivamente della pelle e delle vie respiratorie; si deve sempre operare in ambienti ben ventilati quando si usano carte abrasive per lisciare le parti ed inoltre vanno seguite scrupolosamente le indicazioni fornite dai produttori di colla ciano acrilica che si dovrà usare nella costruzione di questo tipo di prodotti .
Il kit è composto da due dozzine di pezzi : la parte principale è la riproduzione dell'intero corpo del carrello che la WIP3D ha raffigurato nella sua versione definitiva con le piccole bugnette all'esterno delle due slitte.
La qualità della stampa è tale da non dover richiedere che pochi interventi con carta abrasiva per eliminare qualche residuo (i layer) della stampa in 3 d.
I raffronti con i disegni del carrello reale pubblicati ad esempio da Filippo Capellano e Nicola Pignato su "Gli autoveicoli da combattimento dell'esercito italiano" vol. 2 (Roma : Ufficio Storico dello S.M. dell'E.I. , 2002) fanno constatare che il pezzo che riproduce il corpo del carrello è abbastanza preciso.
Le altre parti che completano il kit, riproducono le slitte per far salire il carro, gli assali delle ruote, gancio di traino, leveraggi vari ...
le otto ruote ed altri particolari ; con delle piccole tronchesine alcuni di questi pezzi vanno ripuliti dalle canaline della stampa 3d .
L'assemblaggio del kit è veramente semplice e richiede pochi minuti ; l'unico passaggio da tenere in evidenza è solo l'unione delle ruote che è preferibile posticipare alla fine della colorazione per essere più liberi quando si dovranno dipingere le stesse ruote.
Come al solito ho passato una mano di vernice grigio chiaro a smalto per evidenziare e quindi eliminare eventuali residui della stampa tre d ;
poi una pre ombreggiatura in nero .
Dalle foto ditta, si desume che il carrello è finito in una vernice che ritengo sia il canonico grigio verde usato sui corazzati italiani quando erano in tinta uniforme scura e che ho riprodotto con l'Humbrol 116 ...
al solito steso in modo irregolare senza coprire del tutto in alcune zone il grigio e il nero stesi in precedenza , al fine di dare un maggiore effetto di tridimensionalità.Il battistrada delle ruote invece in un grigio scuro poi lumeggiato in grigio chiaro .
Per aggiungere qualche particolare al modello ho riprodotto con filo di rame dipinto di nero i cavi (credo elettrici) che erano posti sulla ralla che veniva agganciata al veicolo trainante...
e la cornice della targa (dalle foto si vede che c'era solo la cornice) riprodotta con piccoli pezzi di profilati in plastica; unica nota di colore i due catarifrangenti posteriori in rosso.
A costruzione ultimata (o forse anche prima!) ci si può porre il dubbio se questo modello sia o meno compatibile ad esempio con una riproduzione di un carro M 14/41: si può provare e come si vede dalle foto è il test è positivo a patto però di usare un modello Italeri .
Gli analoghi kits Tamiya dell'M14/41 e del semovente da 75/18 su scafo M 41 infatti NON sono stampi Italeri come in molti ancora oggi credono ed hanno alcune differenze dimensionali, sia pure microscopiche, che non li rendono compatibili con le slitte del kit del carrello della WIP3D.
A parte questo, in conclusione, c'è da dire che si tratta in buona sotanza di un kit facile costruzione e che potrebbe essere suggerito per affrontare , con le dovute cautele, per la prima volta un modello in resina 3d .
Gabriele Luciani