Krauss Maffei AG Leopard 1A-1 Reggimento "Genova" Cavalleria (4°) da kit Tamiya scala 1/35

Quando ti viene commissionato un modello spesso la richiesta è precisa e fatta da persone competenti. Questo ci spinge a creare un modello unico con caratteristiche peculiari. Vediamo come questa sfida è stata interpretata in questo particolare lavoro utilizzando il non ottimo kit Tamiya in scala 1/35.

Modello, Testo e foto di Silvio Pietropaolo by PMW

Il Leopard è sicuramente il carro armato simbolo del nostro Esercito Italiano in epoca moderna. Sicuramente negli appassionati di carri ricopre lo stesso ruolo che per quelli di aeronautica riveste il mitico Spillone, l'F 104 Starfighter.

L'Esercito ha avuto tre versioni di questo carro, di cui sicuramente la versione richiestami è la meno nota ed anche la meno diffusa.

Difatti la richiesta che mi pervenne era chiara; dovevo realizzare un Leopard dell'inizio anni 70 (1972/73) in dotazione al Reggimento "Genova" Cavalleria (4°) di stanza a Palmanova (UD).

Foto fonte arch. Luciano Quaranta.

Con la commissione del modello mi furono inviate alcune piccole foto dall'archivio dei ricordi che raffiguravano alcuni dei carri in questione.

Foto fonte arch. Luciano Quaranta

Essendo io maggiormente ferrato in oggetti con le ali, subito coinvolsi l'amico Gabriele Luciani che si scatenò in ricerche su quelli che lui suole solitamente definire come "sacri testi". Il verdetto finale fu uno e chiaro: si trattava di dover riprodurre un Leopard 1A-1 di produzione Krauss Maffei, uno dei primi carri consegnati all'esercito e realizzato direttamente in Germania.

Immagine inserita a scopo di discussione e reperita su internet (ogni diritto dell'autore).

L'immagine inserita sopra chiaramente identifica la versione dei mezzi che sfilarono alla parata del 2 giugno su Via dei Fori Imperiali a Roma. Sempre Gabriele mi indicò che per una corretta riproduzione del soggetto richiesto era maggiormente indicato l'ormai quasi introvabile vecchio kit Tamiya riproducente il Leopard prima versione di preserie.

Subito quindi mi scatenai in una ricerca su internet che mi permise di reperire uno di questi vecchi kit.

Aprendo la scatola la sensazione fu di un certo sconforto: poche parti in plastica, cingoli in gomma, decals soltanto per esemplare tedesco, alcuni dettagli mancanti ed altri da correggere.

Ma Gabriele diceva che quello era il kit giusto, secondo me mi stava mettendo alla prova per vedere come mi sarei "sbroccato" questa patata decisamente bollente.

Ma quando Gabriele mi prestò dalla sua biblioteca questa monografia, di una fantomatica sigla tipo S.P.E.C.T.R.E. ma sicuramente una di quelle cose che oggi non se ne fanno più, carica di passione e seria ricerca iconografica e documentale realizzata in modo artigianale dal Centro Ricerche Storiche di Montecatini scritta a macchina e con le fotografie su carta fotografica attaccate alle pagine, allora ogni nebbia sulla poco nota versione 1A-1 si dipanò.

Da profondo conoscitore di carri quale è Gabriele aveva ragione, quel kit scadente era sicuramente il più vicino al soggetto da riprodurre anche se importanti modifiche erano necessarie.

Griglie di scarico: il kit Tamiya riproduce quelle dei preserie (quelle in alto nell'imagine, mai arrivate in italia). Si rende quindi necessario il taglio della parte rialzata e l'eliminazione dei trattini verticali di collegamento tra le alette della persianina (come visibile nella griglia in basso, sempre nell'immagine sopra, già modificata).

Anche sulla coda dello scafo è necessario tagliare il rialzo su cui poggia la griglia.

Naturalmente le aree dove sono stati effettuati i tagli hanno poi dovuto essere stuccate e lisciate.

La seconda grave lacuna del kit riguarda il telo impermeabile che copre la zona di movimentazione dell'alzo del cannone.

Questo particolare sempre presente sui nostri Leopard non è riprodotto dal kit giapponese.

Per cui siccome un buon cioccolatino (e due pezzetti di filo elettrico) possono risolvere tutto, mi sono mangiato un Ferrero Rocher e come d'incanto è apparso il telo impermeabile.

Che una volta dipinto, ombreggiato, lumeggiato ed usurato è venuto come lo vedete in foto.

Queste già elencate sono le principali modifiche da fare ma in effetti le altre peculiarità del kit sono corrispondenti alla versione 1A-1 dato che il kit Tamiya ci offre i cingoli del primo tipo con pattini a V, le coperture degli iposcopi in torretta di forma rotonda, le maniglie in torretta tutte allineate, le piastre retrofari anteriori uguali per lato dx e sx, torretta fusa di primo tipo, cannone con canna di primo tipo e cavi di traino di tipo corto. Per riprodurre un Leopard di qualunque altro reparto andrebbe bene il kit italeri del Leopard 1A-2, ma il "Genova" Cavalleria dopo pochi anni cambiò ruolo passando prima sugli M 113 e poi sulle blindo Centauro, per cui per fare un Leopard del "Genova" ci vuole un kit che riproduca un mezzo prima maniera.

A parte le modifiche indicate, la costruzione è andata avanti tranquilla. Le parti interne del kit si riducono alla sola ventola di raffreddamento del motore che è stata dipinta con nero opaco acrilico e lumeggiata con i weatherings set della Tamiya toni verde, crema e light titanium. Va detto che una volta messa sotto la griglia si vedrà molto poco.

Una volta completato il montaggio il carro è pronto per essere dipinto. Io ho preferito mantenere separati torretta, scafo con treno di rotolamento e cingoli. Essendo i cingoli in vinile ho evitato l'utilizzo di smalti sintetici o diluenti sia nella pitturazione che nei lavaggi sia dei cingoli che della parte di contatto delle ruote al fine di non innnescare fenomeni di rilascio di diluenti presenti nella gomma che a lungo andare tendono a fondere le parti in plastica con cui va a contatto

I cingoli sono stati colorati con nero opaco acrilico e poi sporcati ed impolverati con i weathering sets della Tamiya.

Il carro è stato preombreggiato con del nero opaco Tamiya e poi dipinto a smalto sintetico Humbroll n° 66 Olive Drab lasciando trasparire il nero del preshading. La parte in gomma delle ruote è stata dipinta a pennello in nero opaco acrilico Lifecolor. Una abbondante mano di cera Future ha preparato il nostro Leopard a ricevere le decals.

Il telo impermeabile alla radice della canna è stato dipinto in Khaky Drab. Per dare un tono di colore al modello ho deciso di dipingere gli occhielli dei cavi di traino in giallo (che poi è anche il colore riportato nello stanag del "Genova" e nella Dragona che qualche volta questi carri portavano sotto a disco ponte con l'immancabile 44). Questi occhielli sono spesso di colore rosso ed in una foto a colori riportata nella monografia già citata si vede un leopard che li ha di colore giallo. Il nostro Leopard non ha il disco guida cingolo all'nterno della ruota motrice, dettaglio presente nei primi leopard ma subito spesso eliminato alle prime revisioni.

Come ho già detto il kit Tamiya non ha decals italiane per cui per le decals è corso ancora in mio aiuto Gabriele Luciani che oltre a farmi da consulente per districarmi nel groviglio di Stanag e targhe (ebbene si! E' riuscito a risalire anche ai numeri di targa che avevano i primi Leopard italiani) le decals me le ha pure trovate fornendomi un foglietto dal kit italeri del Leopard 1A-2 e gli stanag gialli del "Genova". Non siamo riusciti a reperire la Dragona gialla su pallino col 4° indicato in mezzo che spesso questi mezzi portavano sotto al disco ponte, ma non dispero di riuscire a realizzarla prima della consegna del modello a mano libera sul carro non appena riesco a trovare un pennarello a punta ultra sottile ed a pigmento di colore giallo.

Per le targhe è stato necessario un lavoro di particolare pazienza dato che quelle delle decals Italeri sono errate nella disposizione dei numeri. Le targhe italeri presentano due cifre al rigo superiore e quattro a quello inferiore. Le targhe dell'Esercito oltre alla scritta E.I. di colore rosso, presentano una cifra al rigo superiore e cinque a quello inferiore. per cui struttando le due targhe disponibili sul foglietto italeri ho composto, con i numeri delle due targhe, una tra quelle portate dagli 1A-1 ed ho provveduto a correggere il posizionamento delle cifre.

Una volta finita la posa delle decals ho montato i cingoli, ho effettuato un lavaggio con nero ad olio diluito e, dopo avere eliminato gli eccessi, ho passato a spruzzo il trasparente opaco su tutto il carro tramite un miscuglio di trasparente satinato ed opaco acrilico Lifecolor.

Per gli attrezzi da zappatore ho dipinto a pennello con il tan le parti in legno, le parti metalliche sono state ottenute direttamente con le polveri del weathering set F della Tamiya. Tutto il carro ha invece subito una lumeggiatura con l'analogo Set E con i toni oliva e crema e toni di luce finali con il tono chiaro dei dust Lifecolor dal set Rust and Dust.

Il nostro carro è ormai quasi finito ma la giusta presentazione del modello è importante quasi quanto la realizzazione dello stesso. Per questo motivo tutti i modelli Pietropaolo Model Works vengono consegnati montati su base in legno e con targhetta in ottone. Ho provato alcune basette per ospitare il nostro Leopard e quella rettangolare mi è sembrata giusta. La base è in legno multistrato grezzo reperibile in negozi di belle arti, dopo averla carteggiata con cura su tutte le superfici, è stata mordenzata con vernice impregnante di finitura all'acqua in due mani color mogano con raffinatura intermendia tramite carta abrasiva tra una mano e l'altra.

Su desiderio del Committente per poggiare il nostro Leopard è stato realizzato un fondo simulante il terreno su cui questi carri erano soliti scorazzare.

Per simulare il terreno è stata utilizzata pasta ceramica bianca essiccabile all'aria, modellata a mano su un'area delimitata con nastro adesivo. Una volta definito l'andamento del terreno, con attenzione ho usato il modello per impressionare le tracce dei cingoli, ed ho premuto nel terreno delle scagliette di pietra bianca. Tutta la superficie del terreno a pasta ancora morbida è stata battuta con le setole di uno spazzolino da denti per ottenere le asperità del terreno. Dopo una giornata di asciugatura al sole si è passato alla verniciatura dell'area. Per primo ho dato del color cioccolato acrilico Lifecolor intorno alle pietre, nei recessi e nelle zone più in ombra. Successivamente ho dato del color terra (tan) Tamiya in maniera irregolare ma coprendo tutta l'area. Alla fine, per risaltare le luci, ho passato a pennello asciutto i due dust dal set Rust and Dust della Lifecolor, prima quello più scuro e poi quello più chiaro. I fanali anteriori del carro hanno subito la svuotatura della parabola tramite fresa e poi dato all'interno una goccia d'argento ed infine riprodotto il vetro tramite Microscale Cristal Clear. I fanalini posteriori sono stati colorati con l'argento e poi con il clear red e clear orange Tamiya.

A questo punto è stato possibile fissare il carro sulla sua basetta tramite dei pernetti metallici infissi passanti in sei punti tra cingoli e ruote e nella base in legno.

Infine con qualche spruzzata leggera di tan e qualche passata di polveri tra cingoli e ruote, il carro è stato amalgamato con la sua base in modo da rendere il tutto più bilanciato.

Per completare l'opera una targhetta in ottone inciso ci ricorda il soggetto riprodotto, il periodo storico e la paternità del manufatto.

L'effetto finale è gradevole, anche ad una certa distanza ed in luce naturale i dettagli presenti sul modello sono ben leggibili. Il modello ha una buona tridimensionalità grazie all'aver evidenziato tramite tecniche pittoriche luci ed ombre che, anche se dipinte, creano l'illusione del gioco di chiaroscuri che un piccolo modello non può avere e che invece è ciò che ci da la sensazione del veicolo reale.

Quando un modello va via per un modellista è sempre un piccolo pezzo della propria vita che se ne va. Sai già che stai facendo il modello per qualcun altro che lo apprezzerà e che quindi non rimarrà tuo. Ma quando si costruisce un modello, anche se per conto terzi, quello che stai facendo è comunque un tuo modello, un oggetto a cui hai dedicato due mesi del tuo tempo e della tua passione. Un oggetto che una volta finito ti produce una sensazione, un'emozione. Quantificare ciò non ha prezzo e vederlo partire sarà sempre, per chi lo ha fatto, un momento triste.

Buon Modellismo Silvio Pietropaolo

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