Marmon Herrington Mk II del R.E. - Libia agosto 1941 - da kit IBG Model scala 1/35 cat. no 35022

 marmon Dal Sud Africa in Libia per cadere in mani italiane...Una autoblindo Marmon Herrington con il tricolore sulle fiancate,  riprodotta con l'ottimo modello della IBG Models in scala 1/35

Testo e foto di Gabriele Luciani

marmon

Nel gennaio del 1940 iniziava in Sud Africa da parte della Marmon Herrington la produzione di una autoblindo  per l'esercito sudafricano basata su un autotelaio di autocarro Ford da 3 tonnellate. Il governo sudafricano, visto anche il coinvolgimento del paese nella seconda guerra mondiale, ordinò ben 1000 esemplari di questo mezzo, con la previsione di un gettito settimanale addirittura di almeno 50, numeri del tutto stratosferici rispetto alle coeve produzioni italiche...Gli autotelai venivano importati dal Canada dalla filiale di Pretoria della Ford Motor Co. ma per tutto il resto (eccetto l'armamento di provenienza inglese) si procedeva con gli stabilimenti locali, come la Iscor per la blindatura. Nei primi mesi del 1940 veniva completato il primo lotto di 113 Marmon Herrington Mk. I, con la trazione solo sulle ruote posteriori, che nel maggio dello stesso anno venivano distribuite alle compagnie della South Afican Union Defence Force, macchine presto seguite dalla versione Mk.II con trazione integrale. Non erano mezzi particolarmente raffinati da un punto di vista tecnologico ma erano ben concepiti per un impiego in Africa e nel Medio Oriente, tanto che proprio la rusticità fu un loro punto di forza: fu infatti possibile produrre la Marmon Herrington subito in quantità elevate, e la sua semplicità, insieme alla indovinata  blindatura con piastre  inclinate ed alla possibilità di montare già in fabbrica armamenti in torretta girevole e in postazioni fisse sui lati, fece sì che anche sul campo si ottenne un più che positivo riscontro.

Queste blindo inoltre, avevano degli interni molto spaziosi per i quattro membri di equipaggio, anche se proprio le loro generose dimensioni, con un passo troppo lungo, non rendevano troppo agevole il loro uso su terreni accidentati, anche per colpa delle sopsensioni troppo dure. Il primo impegno operativo delle Marmon Herrington sudaficane fu quello contro l'Africa Orientale Italiana dove diedero subito un'ottima prova tanto da suscitare l'interesse inglese: ben 400 esemplari della versione Mk. II furono così acquistate per riequipaggiare le unità britanniche di stanza nel Medio Oriente e nel marzo 1941 fecero la loro comparsa sul fronte libico-egiziano dove ebbero un ruolo di primo piano nelle unità esploranti inglesi. Queste blindo spesso e volentieri venivano riequipaggiate con armamenti italiani di preda bellica come il fucilone S, i cannoni Breda da 20 mm e da 47/32, a riprova che in qualche caso anche la produzione bellica italiana conseguiva buoni risultati !

marmon

Ben presto alcune macchine caddero in mano avversaria: una la F22775, della versione MK.II classificata come "relitto" nei rapporti, venne reimmatricolata R.E.722B il 10.5.1941 e venne nell'agosto nel 1941 inviata al Centro Studi Motorizzazione di Roma adirittura per una eventuale sua riproduzione (come avvenne per la blindo Dingo riprodotta dalla Lancia come Lince); un altra la F22740, sempre una MK.II venne però catturata intatta, ricevette anche lei una regolare targa italiana, la R.E.723B, rimanendo in carico all'Autodrappello del Comando Superiore Forze Armate Africa Superiore (cfr. Nicola Pignato - Filippo Cappellano, Gli Autoveicoli da combattimento dell'esercito italiano vol. II, 1940-1945; Roma: S.M.E. Ufficio Storico; 2002). Questa blindo, venne anche fotografata e l'immagine (tagliata fino quasi al contorno del mezzo) fu pubblicata poi nel 1968 sul primo libro dedicato ai mezzi corazzati italiani (ovvero la monografia di Benedetto Pafi-Cesare Falessi – Goffredo Fiore, “Corazzati Italiani 1939-45”, Roma: D’Anna Editore;1968) per essere poi ripresa sul numero C 1, gennaio 1979, di Storia Modellismo, nell'ambito di un articolo del Prof. Nicola Pignato sulla Marmon Herrington,  più ingrandita ma sempre pubblicata molto sovraesposta...

Analizzando a fondo  questa rara foto però si riescono a vedere i contorni della particolare mimetica a grosse bande rettangolari tipica dei mezzi inglesi operanti in Africa e Medio Oriente nei primi anni 40; inoltre il personale italiano, per meglio evitare il "fuoco amico" ha messo sulla torretta della blindo un'asta con una bandiera italiana mentre sulla scafo fu dipinto un grande tricolore. La simultanea presenza della bandiera sull'asta ed il raffronto dei grigi chiari e scuri dell'immagine in bianco e nero, evidenzia che almeno sulla fiancata sinistra, il tricolore è stato dipinto con il rosso alla sinistra di chi guarda, particolare importante che rende ancora più notevole la riproduzione in scala di questa preda bellica italiana.

marmon

 

Nella scala 1/35 da poco tempo è apparsa una serie di kits dedicati dalla ditta polacca IBG Models ( ibg models ) alle varie versioni della Marmon Herrington: si tratta di una produzione di ottimo livello, capace di raffrontarsi a pieno titolo con quella di altre ditte più "blasonate". I kits sono infatti realizzati in plastica ad iniezione, generalmente si montano con facilità e sono molto completi, supportati pure da un ottimo foglio istruzioni e da una buona confezionatura.

COVER BOX

Per realizzare la Marmon Herrington del Regio Esercito si può utilizzare il kit con il numero di catalogo 35022 che montata anche solo da scatola e con poche modifiche riproduce ottimamente lo stesso mezzo.Il modello è composto da tre telai grandi e sette più piccoli (uno di questi per alcuni pezzi trasparenti) con una miriade di parte grandi e piccole: i pezzi sono del tutto esenti da sbavature ed i pochi segni degli estrattori di stampa sono quasi del tutto trascurabili. Il distacco delle parti dagli alberi di stampa è abbastanza agevole anche se va fatto con un minimo di attenzione e delicatezza.

TELAIO A

Il telaio contraddistinto dalla lettera A riporta fra l'altro la parte bassa del mezzo con il pavimento interno del vano equipaggio, soffitto , coafani motore, piastra posteriore ed attrezzi da zappatore.

telaio particolare

I cofani motore superiori riportano le costolature di rinforzo, veramente ben dettagliate...

telaio b

Il telaio b comprende diversi particolari esterni della blindo, come i diversi sportelli di torretta, dello scafo e del cofano motore, oltre alla riproduzione del motore.

telaio f

Nel telaio F ci sono due grossi pezzi che riproducono le parti laterali del pezzo: da notare che tutti i pezzi grandi sono perfetti senza sbavature o distorsioni; altri pezzi più piccoli completano la riproduzione del  tealio del mezzo .

telaio piccolo

Ai precedenti tre telai si accompagnano altri più piccoli come quelli dedicati alla riproduzione dei vari tipi di armamenti di produzione inglese che venivano installati in torretta della Marmon Herringtone...

telai

 

Ci sono poi alcuni pezzi realizzati al di fuori dei telai come la torretta, le ruote ed infine una lastra di fotoincisioni ed un foglio decals che prevede tre diversi esemplari: due sono Neozelandesi operanti in Grecia nel 1941 (con due mimetiche differenti) ed uno di una unità alleata sconosciuta ma attiva in Siria sempre nello stesso anno. Fra le fotoincisioni ci sono le riproduzioni in scala di ben sedici ganci presenti in due file di quattro ciascuna sulle due pareti esterne del mezzo e che servivano all’equipaggio per agganciarci carichi esterni: per meglio inserirli con maggiore solidità è meglio bucare con uno spillo la superficie di plastica in corrispondenza dei rispettivi punti di innesto prima di incollarli alla stessa. Anche in questo modello il manuale d'istruzioni (ben 24 pagine formato A4)  riproduce l'abaco delle stampate ed evidenzia le fasi di montaggio in modo chiaro ed inequivocabile con immagini renderings in 3d delle parti del modello in montaggio.I riferimenti per la colorazione indicano i codici per i colori Vallejo Model Air e sull'ultima facciata c'è un riferimento ad una pubblicazione sulla stessa Marmon Herringtone.

ruote marmon

La prima operazione da fare è l'assemblaggio delle cinque ruote fornite dal kit: qui è concentrato tutto il lavoro per riprodurre il mezzo catturato dal R.E., in quanto i cerchioni e il tipo di pneumatici usati dallo stesso mezzo sono differenti da quelli proposti dal kit che sono i primi con fori di raffreddamento e il secondo con un disegno del battistrada non tassellato. Una volta uniti i due pezzi in cui sono scomposte rispettivamente le cinque ruote ho riprodotto le scanaluture presente sui bordi delle ruote, usando taglierino X-Acto e limetta abrasiva a coda di topo, con olio di gomito e tanta pazieza...

ruote marmon

Fatto questo lavoro un pò lunghetto e tedioso (evitando comunque spese per eventuali sets afthermarket...) ho chiuso con stucco le feritoie di raffredamento delle ruote...

ruote marmon

ed ho poi inserito nella parte più esterna dei cerchioni delle ruote, eccetto quella di scorta, dei piccoli pezzettini di profilato tubolare della Evergreen per riprodurre gli otto bulloni che c'erano nella realtà su questo tipo di cerchioni. In questa fase mi è stato di molto aiuto l'articolo del Prof. Pignato su Storia Modellismo C-1 Gennaio 1979.

interni Marmon

Poco da dire invece sul resto della costruzione che prosegue abbastanza speditamente...Stante le generose dimensioni del vano equipaggio del mezzo la IBG Models non poteva certo esimersi dall'offire la riproduzione di quante più componenti possibili degli interni, tenuto conto che gli sportelli posteriori si possono lasciare aperti ad assemblaggio ultimato...

interni marmon

Il kit fornisce fra l'altro una riproduzione dell'apparato radio, del gruppo motore,

dei posti per il guidatore e il capo macchina, cruscotto e volante...

interni marmon

Per la colorazione degli stessi interni si usava la vernice più chiara dello schema mimetico esterno che anche per la Marmon Herringtone era quello adottato nel periodo 1940-1941 per teatri Africani e in Medio Oriente: io ho riprodotto quindi il "Pale Cream no. 52" con l'Humbrol 74, senza impazzire con complicate miscele.

Un buon invecchiamento con lumeggiature in alluminio per riprodurre l'usura della verniciatura dovuto al calpestio dell'equipaggio ed un pò di aggiunte di riproduzioni di cassette di munizioni, taniche per l'acqua, zainetti vari, teloni

ecc. (presi tutti dalla personale "banca dei pezzi") , contribuiscono a "riempire" adeguatamente il modello, anche se a costruzione ultimata si lasciano aperti i vari sportelli...

motore marmon

Il vano motore è ben riempito dai pezzi offerti dal kit IBG Models ma se si lascia in posizione aperta tutti gli sportelli si deve per forza procedere ad un arrichimento con cavi vari...I pezzi A 3 ed A 4 che chiudono le parti laterali anteriori del cofano motore devono essere unite con attenzione ma non vanno stuccate  fino ad eliminare i loro contorni in quanto nella realtà erano dei pannelli di accesso al vano motore; identica attenzione va posta per l’unione dei due parafanghi anteriori al corpo della blindo.

Un buon compromesso è quello di lasciare aperti solo quelli anteriori, tenendo chiusi quelli superiori, anche per dare maggiore solidità all'insieme del modello una volta costruito.

La parte anteriore superiore del mezzo infatti è realizzata con un telaio (pezzo A 22) che si deve incastrare con la parte anteriore dei due grandi pezzi che raffigurano le parti laterali del mezzo e sulla quale vanno appoggiati due pezzi che raffigurano i cofani del vano motore; su davanti del mezzo poi c'è un ulteriore telaietto (pezzo F 9) che è un pochino fragile (a me infatti si è spezzato quasi subito costringendomi a montarlo quasi a costruzione ultimata) . Pur non essendoci spinotti di riferimento fra le varie parti più grandi, l'assemblaggio è facilitato da cornici guida al loro interno, tanto che alla fine ho usato solo un pò di  stucco nelle zone di unione della piastra posteriore (pezzo A 5) con quelle laterali unicamente per obliterare i segni di giunzione fra le stesse componenti.

colorazione marmon

Terminata la costruzione senza aggiungere le ruote e quei portelli che avevo deciso di lasciare in posizione aperta, ho steso la rituale mano di fondo grigio chiaro Testor’s per poi effettuare un pre shading con il nero. Per stabilire la colorazione dell’esemplare di Marmon Herringtone catturato e reimpiegato dal R.E. ho esaminato la foto dello stesso con molta attenzione in quanta l'immagine risultò poi molto sovraesposta: si riescono comunque ad intravedere alcuni contorni dei colori e si arguisce che lo schema mimetico è analogo a quello di due degli esemplari suggeriti dal kit. La colorazione anche dopo la cattura, era cioè rimasta la stessa di quella originale e dei coevi mezzi inglesi impiegati in Africa e in Medio-oriente nel periodo 1940-1941, con ampie zone squadrate di tre diversi colori stesi in modo da spezzare la sagoma del mezzo. Per anni si è ritenuto che, oltre al sabbia gli altri due colori fossero un celeste chiaro ed un blu scuro mentre in realtà recenti studi hanno evidenziato che tale schema era costituito sì da un sabbia chiaro (Pale Cream BS 52) ma c’erano invece un grigio chiaro (il Silver Grey No.28) ed un verde pallido (Slate 34) . Anche le istruzioni della IBG Models sono aggiornate ed abbastanza corrette nel definire le varie zone dei colori (stranamente la cover box, pur affidata ad un noto e bravissimo disegnatore italiano, non lo è ma anzi sembra quasi riprendere il disegno a colori di Nicola Pignato apparso sulla copertina di Storia Modellismo C 1 del gennaio 1979 dove il compianto professore aveva usato appunto i due colori blu sul sabbia…) ed ho quindi riprodotti le tinte in questione con colori Humbrol, ovvero 74, 64 e 31, stesi in modo non uniforme per non coprire il pre-shading e già dare un primo “tocco” di invecchiamento…I bordi dei colori come nella realtà non sono sfumati ma sono netti e vanno quindi stesi con l’ausilio di mascherature di nastro Tamiya.

 

Sempre con mascherine di nastro Tamiya ho riprodotto sulle fiancate il tricolore italiano: come già evidenziato in precedenza, con il citato riscontro con la bandiera visibile nella foto della blindo in questione, sulla fiancata sinistra il rosso era alla sinistra di chi guarda, mentre sulla fiancata destra ho ritenuto che il personale del Regio Esercito abbia dipinto un altro tricolore sempre per evitare il “fuoco amico” e con il rosso rivolto verso il muso del velivolo…

targa

Oltre a questi evidenti segni di identificazione ottica, non ho intravisto altri segni sul cofano o sul cielo della blindo come un altro tricolore (anche se c’era come detto una bandiera italiana innestata su una asta in torretta) o i regolamentari distintivi di identificazione aerea del R.E. (cerchio o croce bianca); la targa è stata realizzata usando decals avanzatemi da un foglio della AB-41 Italeri in 1/35.

Ho sporcato poi tutto con terre di colorificio passate in abbondanza per lo più sulle parti basse ed inferiori del modello, in particolare sulle ruote e sui copertoni per simulare l’usura dovuta all’impiego nei deserti libici. Ho ultimato quindi l’assemblaggio inserendo tutti quei particolari che avevo messo da parte per evitare problemi durante la colorazione

come i vari sportelli, la ruota di scorta, gli attrezzi da zappatore, i ganci di traino, le varie maniglie, gli sportelli con il parabrezza del conducente e del capo macchina... In torretta ho poi inserito la riproduzione di una mitragliera Breda 37 calibro 8 che mi ritrovavo per le mani ma di cui non ricordo più il produttore e qualche nastro di munizioni per la stessa arma …

Non ho usato la riproduzione fornita dal kit delle piastre appese sempre dinanzi le ruote posteriori per fornire un migliore appoggio alle ruote stesse in caso di insabbiamento ma quelle in fotoincisione presenti nella Sahariana Italeri in 1/35, del tutto uguali a quelle viste sulla Marmon del R.E. . Le stesse due piastre sono state verniciate con l’Humbrol 103 che uso solitamente per la riproduzione del giallo sabbia dei mezzi di produzione italiana del R.E..

 marmon herringtone

A costruzione ultimata si nota che il design di questo mezzo era veramente notevole e moderno, il suo aspetto con la particolare mimetica colpisce chi la osserva anche rimpicciolita di 35 volte…Altresì si continua ad apprezzare la bontà della produzione della IBG Models con il rammarico che oltre a due kit di cannoni italiani, non ce ne siano altri, almeno per ora si spera, dedicati a soggetti italiani o come la Marmon Herringtone italianizzabili…

Gabriele Luciani

 

 

 

 

 







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