IDF SHO'T Mk.5,Mk.5/1 AFV Club scala 1/35 cat.no. 35159

shot 1 Arrivato tardi per partecipare alla seconda guerra mondiale, il Centurion dalla Guerra di Corea è stato utilizzato nei vari conflitti che hanno visto impegnate le FF. AA. inglesi fino alla metà degli anni 60. Lo stesso carro è stato ceduto a diversi eserciti stranieri, anche a quello di Israele dove è stato soprannominato "Sho't"

Modello, testo e foto di Gabriele Luciani

 

Nel 1959, l'esercito istraeliano (lo Tsahal), ottenne un primo lotto di Centurion della versione con cannone da 20 pdr - 70 mm: all'epoca i reparti corazzati delle Israeli Defense Forces erano ancora dotati di carri vetusti come gli Sherman (presto sarebbero rimasti in linea solo quelli riarmati in Israele con il cannone francese da 75 mm) oppure troppo leggeri come l'AMX 13: erano tutti mezzi che a differenza del possente Centurion certo non erano in grado di reggere il confronto con i moderni carri sovietici T 54 e T 55 che nei primi anni 60 erano divenuti l’armamento standard dei reparti corazzati  arabi. Dopo aver ricevuto dalla Repubblica Federale Tedesca degli esemplari di M 48 Patton dismessi dalla Bundeswehr, un ulteriore ammodernamento delle IDF furono  appunto i primi Centurion, molti dei quali pochi mesi dopo il loro arrivo in Israele furono riarmati con un cannone da 105/51, oltre a ricevere ulteriori modifiche di dettaglio all’esterno dello scafo come una griglia addizionale per una maggiore ventilazione del gruppo motore. Altri Centurion arrivarono nel 1966 per un  dotazione in totale di oltre 300 carri di questo tipo.  All’inizio il Centurion, poi soprannominato “Bengurion” oppure “Sho't”, non fu un mezzo molto apprezzato, con un basso livello di manutenzione, forse anche per via della sua modernità e complessità ma grazie alle direttive del nuovo capo di stato maggiore delle stesse IDF, il generale Israel Ben Tal ("padre" del Merkawa) , con un migliore addestramento degli equipaggi ed una maggiore disciplina degli stessi, le cose cambiarono al punto tale che gli Sho't divennero la punta di diamante nella guerra dei sei giorni del giugno 1967.  Dopo questo conflitto, i carri rimasti in servizio furono ulteriormente aggiornati con un nuovo motore  subendo sostanziali modifiche all'aspetto esteriore nella zona posteriore dello scafo, rimamendo in linea fino alla metà degli anni 80 . Per tutto questo si può tranquillamente affermare che lo Sho't è stato un  protagonista di ben quattro guerre mediorientali (sei giorni, guerra d'attrito, Yom Kippur, Peace for Galilee) e chi si interessa come modellista di questi eventi non può fare a meno di pensare ad una sua adeguata riproduzione in scala, impegno per fortuna oggi  abbastanza agevole. Otre 40 anni fa, comparve sul mercato il kit Tamiya in scala 1/35 dedicato alla versione Mk. III del Centurion e che si andava ad affiancare all'analogo modello in scala 1/72 dell’Airfix: entrambi con alcune modifiche si prestavano a riprodurre uno Sho't. Da pochi anni l’ AFV Club, ditta di Taiwan distribuita in Italia dalla Astromodel di Genova, ha dato via alla produzione di diverse confezioni di modelli in plastica iniettata di livello industriale ed  in scala 1/35, dedicate a varie versioni del Centurion fra cui quella della serie Mk. 5 utilizzata dagli israeliani negli anni 60, ancora con il motore originale. Il kit contrassegnato dal numero di catalogo AF 35159 dà la possibilità di riprodurre un carro con ancora il cannone da 20 pdr da 70 mm tipo B (con estrattore di fumi) ma anche quello da 107/51 anche se è finalizzato dalla ditta alla riproduzione di esemplari con il primo tipo di armamento ed impiegati nella guerra del giugno 1967.

shot 2

L'ossatura di questo modello è comune a quella della altre confezioni di Centurion con  diversi telai che contengono anche parti che  non saranno da utilizzare per gli esemplari proposti da questo kit: alla fine dell'assemblaggio, la personale banca dei pezzi che ogni accorto modellista conserva per future realizzazioni, si arricchirà molto !!! A riprova della ricchezza della dotazione delle parti (oltre 370 solo quelle in plastica!)  la circostanza che una volta aperta la scatola del modello AFV Club e tolte dalla stessa le stampate che lo compongono, se non si rispetta l'ordine di introduzione dei telai attuato in fabbrica all'origine,  è difficile richiudere la confezione! E comunque quest'ultima non è di piccole dimensioni ma il contenuto è veramente abbondante...Si trovano infatti sei telai grandi, quattro più piccoli di cui uno per le parti trasparenti (i visori del capo carro sono infatti riprodotti come pezzi a parte ed appunto in plastica trasparente), senza ritiri o sbavature,  due piccole lastre di foto incisioni, due pezzi in resina (riproducono delle cassette poste dietro il mezzo ma ne va utilizzata solo), due canne per altrettanti cannoni in acciaio tornito, sei piccole molle in rame per i leveraggi delle ruote dei cingoli, un foglio decals per tre esemplari della 10 Brigata dello Tsahal usati nella West Bank durante la guerra dei sei giorni. Ottimale la riproduzione delle zone esterne del mezzo, tanto da poter consentire una costruzione da scatola quasi del tutto esente da migliorie o aggiunte. Per l'interno non c'è nulla, fatto questo che rende quasi obbligatoria la scelta di chiudere i vari portelli del mezzo; una alternativa è il ricorso a dei figurini di carristi istraeliani dell'epoca peraltro realizzati in resina dalla Hobby Fan (set. n. HF 581).

retro shot

Alla ricchezza del modello però nuoce un pò la presenza dei cingoli in vinile: fortunatamente i mezzi istraeliani raramente si sono visti senza i "grembiuli" laterali e quindi dei cingoli si vedranno solo le maglie intorno alle ruote e quelle su cui poggia il mezzo...Nella confezione si trova anche un filo di cotone destinato alla riproduzione dei cavi di traino che solitamente erano posti nella parte posteriore dei Centurion israeliani: ad un primo esame avevo storto un pò il naso vedendo questo filo ma sono riuscito ad utilizzare bene lo stesso con una adeguata verniciatura.

ruote shot

Ciò che invece non mi ha convinto molto di questo bel modello, sono stati i pezzi in vinile destinati alla riproduzione delle parti gommate delle ruote principali del treno di rotolamento, anche perchè le stesse erano relative pure a parte del cerchio. Purtroppo non è solo la AFV Club che impiega questo materiale in quanto sono molte le ditte modellistiche che così ritengono anzi di fare un favore all'appassionato offrendogli una soluzione della costruzione di un modello di carro armato o di automobile presuntivamente di rapida attuazione...

cingoli

 

In realtà , questi particolari, specialmente quelli di un mezzo militare, subiscono un rapido invecchiamento e certo non hanno l'aspetto nero e lucido dei pezzi in scala, un aspetto che forse non hanno neanche alla loro nascita in fabbrica...A volte poi il vinile usato in alcuni modelli è molto delicato e reagisce male ai processi di invecchiamento cui bisogna sottoporlo per conferirgli un aspetto maggiormente realistico. Inoltre come dice  Silvio (recensione sull'EF.111)  é opportuno "isolare per bene con una corposa mano di trasparente acrilico il cerchione -in plastica- e lo pneumatico - in vinile - al fine di evitare fenomeni di danneggiamento delle parti in vinile o effetto di danneggiamento delle plastica dovuta alla reazione dei componenti della gomma" . Ciò premesso, dopo aver attuato quanto appena sopa, ho passato più volte la carta abrasiva a grana fine sui cerchi in vinile del modello dello Sho't  per togliere loro la patina di lucentezza e per avere una superficie dall'aspetto un poco usurato ma anche più idonea a ricevere una prima base di grigio scuro per la parte in gomma ; ho verniciato con il Lifecolor 020 (colore poi usato per tutto il mezzo) sia  i cerchioni in plastica sia la parte che riproduce le scanalutre dei cerchioni del carro dei pezzi in vinile; dopo una seconda mano di grigio chiaro (ulteriore segno di invecchiamento) passata sulle parti esterne delle ruote, ho dato al tutto una mano di trasparente acrilico opaco ed ho messo temporaneamente da parte le 24 ruote del treno di rotolamento nonchè tutte le restanti  componenti dei cingoli.

carro davanti

Il resto della costruzione prosegue senza intoppi di rilievo, seguendo pedissequamente le istruzioni per meglòio identificare i pezzi del kit che servono e partendo dalle sospensioni del carro. Qui la AFV Club fornisce delle molle in rame al fine di consentire il movimento in verticale dei bracci delle ruote dei cingoli, una soluzione ottimale nel caso si voglia porre il modello una volta finito su un diorama con una superfice un pò ondulata. In alcune fasi dell'assemblaggio si devono usare dei pezzi alternativi a seconda dell'esemplare che si intende riprodurre. Io ho scelto uno Sho't Mk 5/1, con la piastra suppletiva sulla parte anteriore dello scafo (pezzo F. 8), uno degli esemplare suggeriti dalla AFV Club e la cui foto è su una delle monografie della serie Born in Battle pubblicata nei primi anni 80 dalla defunta casa editrice Eshel Dramit Ltd.

fianco sinistro

L'uso dello stucco è quasi del tutto assente nelle varie fasi di cotruzione se non in alcuni ristrettisimi punti dello scafo. Sarà necessaria una stuccatura poco estesa per eliminare i segni di giunzione della parte posteriore della torretta specie nei punti che non saranno del tutto coperti ad esempio dalle cassette esterne. Sempre per la torretta, in particolare per riprodourre il mantello in tela che è alla base del cannone,  sarà necessario utilizzare uno degli accessori prodotti a parte dalla stessa AFV Club: si tratta del set AC 35009 "Mantlet cover" , un mantello realizzato in una plastica gommosa che riproduce molto bene la versione usata dai Centurion istraeliani, si adatta bene al modello, ed evita il ricorso a soluzione autarchiche come l'uso della pellicola trasparente per alimenti, in questo caso di difficile impiego vista le dimensioni del mantello in questione.

anteriore

Il pezzo in metallo che raffiugura la canna da 20 Pdr ha delle fini rigature all'interno della volata mentre l'estrattore dei fumi è quello di un altro dei kit del Centurion (il RAAC)  con le tre costole lungo la parte superiore. Con un minimo di accortezza vanno eliminate le due nervature laterali lasciando solo la nervatura centrale. Sia l'estrattore dei fumi che il suo cappuccio anteriore vanno fatti scivolare lungo la canna metallica per essere posizionati al centro della stessa, operazione non molto agevole in verità...Inoltre va usato collante cianoacrilico per sistemare sia questi pezzi (dando così una maggiore uniformità con il pezzo in metallo) sia per instare il cannone in torretta. Questo è un pò pesante ed è quindi necessario incollare la piastra base del cannone con una angolazione adeguata per evitare che si appoggi verso il basso.

fronte

Le parti in fotoincisione sono divise i due lastre: una (la G) è inerente alle parti terminali dei parafanghi anteriori e alle nervature degli stessi (presenti in due tipi a seconda si costruisca un Mk 5 o un Mk 5/1) e sono facilmente impiegabili; la seconda (la M) dovrebbe essere utilizzata per il supporto alla mitragliatrice esterna della torretta ma il pezzo relativo al supporto girevole dell'arma è così fragile che alla prima piegatura si è spezzato ! Ho deciso di non montare quest'arma avendo visto foto di Sho't che montavano a volte solo il supporto fisso della stessa.

shot dietro

Un altro passo poco piacevole della costruzione del kit è stata la fase 8 della sequenza delle istruzioni con gli otto pezzi B 10, B11, B 16, B 17 che sono i supporti della piastra posteriore C 42 ed il cui posizionamento non è molto agevole...

superiore

La costruzione va avanti completando scafo e torretta senza però l'aggiunta degli accessori esterni e del treno di rotolamento cingoli compresi: è meglio unirli tutti al corpo del carro dopo una prima fase di colorazione  dello stesso. In queto una grande mano mi è stata data da Domenico Giuliano, un modellista iscritto alla mailing list di Modellisti.it che mi ha indicato alcuni siti isrealiani dove ho appurato che la mimetica dei carri israeliani ha subito alcune interessanti evoluzioni. Lo Tsahal per i propri mezzi non ha avuto dal 1948 ad oggi mimetiche elaborate, usando solo un colore uniforme per tutte le superfici esterne. All'inizio i mezzi erano generalmente in un verde oliva scuro mantenuto fino ai primi anni 60 quando si cambiò con un giallo sabbia (F.S. 30372) mantenuto inalterato sino ai primi anni 80 e riproducibile con il colore acrilico Lifecolor 020. I mezzi israeliani (a differenza di quanto avveniva almeno sino a non pochi anni fa nell'Esercito Italiano!)  non vengono mai lavati ed in effetti dalle foto si vedono carri sempre ricoperti da strati spesso consistenti di polvere anche quando non sono in azione. I Centurion israeliani veramente puliti li ho visti solo nelle foto di parate mentre la colorazione di quelli operativi subisce tutta una serie di aggressioni tanto che poche zone delle superfici etserne del mezzo rimangono con il colore di base inalterato. Per questo dopo aver steso, con un aerografo Fengda a singola azione , il suddetto Lifecolor inalterato, averlo protetto con una mano di trasparente acrilico lucido della Testor's (anche per applicare al meglio le decals del kit riproducenti le targhe) ho dato il via a tutta una serie di procedure di invecchiamento dello stesso colore con passaggi di questo giallo sabbia alterato con bianco, grigio e poi utilizzando i nuovi Tensocrom della Lifecolor . Ultimo passaggio una mano di trasparente opaco sempre acrilico e sempre della Testor's . A questo punto ho passato su tutto il modello delle polveri di gessetto.

lato

Dopo aver  terminato le "operazioni" nelle zone dello scafo, ho inserito tutto il treno di rotolamento ed ho dato una ulteriore mano di invecchiamento alle ruote con i Tensocrom e polveri di gessetto di vario colore; i cingoli li ho dipinti con dell'alluminio opaco per poi usurare anche loro con passaggi di grigio chiaro steso sempre ad aerogafo. Infine ho aggiunto i due "grembiuli" paracolpi laterali (questi nel kit sono di una plastica più morbida e si adattano bene allo scafo) per invecchiarli ancora più pesantemente di tutte le altre superfici esterne del carro ma sempre con le procedure su descritte.

sopra

Nella zona posteriore - superiore dello scafo ho scurito di più la tinta di base essendo in corrispondenza delle griglie del vano motore, mentre la zona anteriore è stata maggiormente schiarita ed impolverata con polveri di gessetto dalle tonalità più chiare.

Alcune zone più spigolose della torretta e dello scafo sono state "lumeggiate" con la tecnica del pennello asciutto.

Ho quindi aggiunto tutto i vari particolari che avevo omesso di montare in precedenza, autocostruendomi con dello sprue filato a caldo ed un pò curvato, gli aerei delle due antenne radio presenti sulla torretta. Nel foglio decals sono compresi anche dei grossi numeri bianchi che nella realtà sono portati su delle grosse pezze di stoffa che vengono appoggiate sui canestri della torretta o all'esterno di queste: il kit dà solo i numeri ( e quindi si dovrebbero autocostruire queste pezze)  e comunque non avendoli visti nella documentazione a mia disposizione ho preferito non usare queste decals.

retro

Una volta terminato il modello ci si rende conto anche delle dimensioni generose di questo mezzo le cui forme sono ben catturate da questo kit della AFV Club.

lato

In conclusione un bel modello curato nei particolari  e tutto sommato abbastanza  agevole da assemblare .

Si ringrazia la Astromodel S.a.s. di Genova (www.astromodel.it) per il kit gentilmente fornito in recensione.

Gabriele Luciani

 

 

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