M.R.A.P Cougar 6x6 Esercito Italiano in scala 1/35

Andrea Pellandra completa per il nostro sito il terzo veicolo speciale di produzione americana acquisiti dal nostro esercito per il supporto in zona operativa. Vi presentiamo il M.R.A.P Cougar 6x6 Esercito Italiano in scala 1/35.

Modello, testo e foto di Andrea Pellandra. Foto dei veicoli operativi fornite dall'autore e reperite sul web, ogni diritto rimane degli autori.

Il M.R.A.P Cougar 6x6 Esercito Italiano è il terzo modello dedicato ai veicoli protetti acquistati dall’Esercito Italiano dagli Stati Uniti.

Questo veicolo fa parte dei mezzi protetti prodotti dalla ditta statunitense Force Protection Industries. La caratteristica fondamentale è la struttura, che li rende protetti contro armi leggere e I.E.D., grazie alle caratteristiche dei materiali di costruzione e la loro forma. Anche questo mezzo ha la caratteristica forma del sottoscocca a V, che garantisce la deviazione dello scoppio di eventuali ordigni all’esterno della struttura del veicolo, salvaguardando la vita dell’equipaggio. Anche in questo caso, tutta la struttura del vano equipaggio è costituita da un blocco unico.

Il veicolo Cougar è disponibile in due diverse versioni, la 6x6 e la 4x4 disponibili in vari modelli a seconda del compito da svolgere.

L’esercito Italiano ne ha acquistati a partire dal 2009, sia in versione 6x6 (6 esemplari), che in 4x4, affiancandoli ai veicoli Buffalo e MAXXPRO ed assegnati ai reparti del Genio.

IL MODELLO

La scatola di montaggio è della ditta MENG. Ne avevo sentito parlare molto bene e devo dire “a ragione”.

La scatola già di notevoli dimensioni, lascia suppore che all’interno ci siano un bel po’ di pezzi da montare. Oltre alle varie sprue, sono contenute all’interno le ruote in vinile, i vetri oscurati (in azzurro), un piccolo foglio di fotoincisioni, un foglio decals per veicoli dell’U.S.M.C. e delle istruzioni per il montaggio, contenute in un libretto ottimamente realizzato.

Per realizzare una versione del nostro Esercito, bisogna osservare attentamente delle foto di riferimento, nel mio caso reperite sulla rete e su alcune riviste di settore. Successivamente va pianificata la realizzazione, studiando il libretto delle istruzioni e conseguentemente realizzare le varie modifiche.

Infatti nella scatola sono contenuti pezzi per realizzarne 2 versioni differenti.

Si inizia col montare lo scafo inferiore e tutta la parte delle trasmissioni alle ruote. Nessuna nota negativa da fare, anzi, tutto si monta alla perfezione senza bisogno di bucare o limare. La prima alternativa che ci si presenta è la costruzione dei cassoni, contenenti i serbatoi, posti ai lati del vano pilotaggio e posti nella parte inferiore dello scafo a V. In tutti i soggetti italiani sono del tipo più grande, quindi seguire le istruzioni nella parte alta di Pag.8. in questo caso la nota negativa è che tutto è in plastica, mentre nella versione scartata sono presenti anche le fotoincisioni che ne migliorano l’aspetto e il dettaglio. Poco male perché le fotoincisioni le utilizzerò successivamente.

Successsivamente, a pag. 9 si deve lavorare sul paraurti anteriore. Ci sono due versioni proposte, la prima con verricello per il traino appoggiato sul paraurti, la seconda con il verricello al centro del paraurti. Nelle versioni italiane, il verricello, se presente è situato sotto al paraurti stesso. Per cui, ho scelto di non montare verricello, che non utilizzerò in questa versione. Tutto il resto della scafo inferiore va montato come da istruzioni.

Si passa poi agli interni, che ho montato secondo istruzioni e dove ho poi aggiunto dettagli sul cruscotto, sul tettuccio, e sulla scaffalatura porta radio, ho aggiunto anche tutti i cavi, ricostruiti con filo di rame.

Su ogni poltroncina sono inserite le cinture di sicurezza, fornite nel kit, con delle stampe in vinile. Carine, un po’ brigose da colorare, perché il vinile essendo elastico tende a far crepare la vernice durante la posa. Per dare un tocco più naturale le cinture di sicurezza sono state incollate in più punti sul sedile, sfruttando l’elasticità del vinile per farle aderire bene.

Passando all’assemblaggio dei vetri e relative protezioni, è tutto semplicissimo. Nei mezzi italiani non va inserito il pezzo H10 nel telaio del vetro anteriore.

Successivamente, valutando le fotografie, nel montaggio di tutti gli accessori appesi fuori dalla scocca, non vanno inseriti i supporti per le ruote di scorta ai lati del veicolo e bisogna seguire le istruzioni a pag 27 nel riquadro alto, per l’inserimento delle scatole sotto i vetri laterali. Au queste scatole ho inserito le chiusure ricostruite con del sottilissimo filo di rame ed i relativi lucchetti.

Sempre per quanto riguarda il montaggio dei vari accessori, non va inserito il braccio per il disturbatore I.E.D posto anteriormente sul paraurti.

Nella parte posteriore del mezzo è presente una scala, che nel kit è costituita da singoli pioli come nei mezzi Americani, va ricostruita con i tubi corrimano. Qui ho riscontrato un grosso problema. Se si vuole rappresentare il mezzo con i portelloni posteriori aperti, le blindature aggiuntive dei vetri posteriori, non ne consentono la normale apertura, perché le scatole picchiano contro il lato dei pioli, neanche con i singoli pioli forniti nel kit.

Per cui nella ricostruzione della scala, ho dovuto diminuire lo spessore della pedata. Vanno eliminati anche i pioli presenti sui portelloni posteriori.

Una nota particolare va data alla ralla sul cielo del mezzo. Tutta la parte anteriore è stata ricostruita con dei fogli di plasticard da 0,5 mm di spessore perché quella fornita nel kit, non è in uso sui cougar italiani. È possibile dotare il tutto di protezione contro il sole costituita da un intelaiatura di tubi, coperta da un telo. Non presente nel mio mezzo come da foto di riferimento.

Nella parte inferiore dello scafo, dietro i contenitori per i serbatoi, sono, in alcuni mezzi presenti altre due scatole, che se si vuole si possono ricostruire. Io ho scelto di non metterle, ma al loro posto, ho inserito due pedane ( presenti anche nei mezzi veri, autocostruite con i fogli di fotoinciso di rimanenza dal kit, mentre per il relativo telaio ho scavato i pezzi che sarebbero serviti per costruire le scatole porta serbatoi più piccole.

Tutte le antenne ( per diverse versioni) sono fornite nella scatola, per cui risulta semplicissimo inserirle con varie possibilità come da foto.

Le decals riguardanti le targhe sono autocostruite, mentre le varie insegne provengono da fogli della Egyss riguardanti il Puma e Vm 90 della HIstorica.

La colorazione è fatta nei tre colori NATO della TAMIYA. Avendo molti pezzi all’esterno, ho deciso di fare le linee dei contorni a pennello, poi riempite ad aerografo.

Successivamente ho utilizzato per i lavaggi i prodotti della MIG e colori ad olio. Successivamente la povere è stata ricreata con pigmenti ed aerografo usando varie tonalità di color sabbia.

Per quanto riguarda lo scarico sul lato destro, è stato colorato nei classici colori standard nato e le scrostature sono state fatte aerografando il desert yellow tamiya, dopo aver cosparso il tutto con il chipping fluid della MIG.

Spero che il mezzo sia di vostro gradimento, Buon Modellismo.

 

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