Storia Militare Dossier - L’Aeronautica Nazionale Repubblicana Parte 2° di Giancarlo Garello

Presentiamo il Dossier - n. 21 del periodico Storia Militare dedicato a vari reparti dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana a firma di Giancarlo Garello

Testo e foto di Gabriele Luciani

 

Dopo il dossier n. 20 del noto periodico Storia Militare, edito dalla società EDIZIONI STORIA MILITARE S.r.l. , con il quale Giancarlo Garello ha preso in esame le vicende dei tre gruppi da caccia della Aviazione Nazionale Repubblicana (vedasi la mia recensione al link dossier n. 20  ) , lo stesso autore con il dossier N. 21 si  occupa delle altre formazioni della stessa A.N.R. . Oltre ai tre gruppi da caccia, l’A.N.R. riuscì a schierare infatti anche un reparto offensivo come il Gruppo Aerosiluranti intitolato dapprima ad Emanuele Buscaglia poi (appena saputo del fatto che lo stesso maggiore Buscaglia non era caduto prima dell'armistizio ma  era deceduto nel 1944 militando nelle fila della Regia Aeronautica) al primo c.te del gruppo, la M.O.V.M. Cap. Carlo Faggioni, deceduto il 10.4.1944 in uno dei tanti ed infruttuosi attacchi della sua formazione contro il naviglio alleato nel Mediterraneo. Altri reparti di volo furono i due gruppi da trasporto (il “Felice Terracciano” su SM.81 e il “Mario Trabucchi” su SM.82) la Squadriglia da bombardamento “Ettore Muti” (sia questa che il “Mario Trabucchi” non arrivarono però ad essere operativi) , il Gruppo Trasporto Velivoli, il Reparto Aereo Collegamenti, le scuole di volo; oltre a questi reparti vi furono, sempre alle dipendenze dell’A.N.R., l’Artiglieria Contraerei e il Raggruppamento Arditi Paracadusti, e tutta una serie di reparti Anti Paracadutisti. Anche questa volta l’analisi condotta su queste formazioni , come sempre condotta in modo magistrale dall’Autore, si scontra ancora oggi con la pervicace resistenza di molti luoghi comuni e della vulgata agiografica diffusasi dagli anni 70 che ha erroneamente descritto con toni epici vicende che invece in realtà furono molto tragiche …

Esemplare in questo senso è la storia del Gruppo Aerosiluranti che costituisce il primo capitolo di questo dossier : in passato si è scritto che i trimotori S.79 Bis della A.N.R. hanno conseguito nel corso del 1944 tutta una serie di successi ma come Giancarlo Garello riporta, dal confronto con la documentazione alleata emerge che i risultati operativi effettivamente conseguiti furono drammaticamente esigui a fronte di un congruo sacrificio di uomini e di velivoli...Al di là del riscontro con la documentazione avversaria, sarebbe stato sufficiente considerare che già nel 1940 l‘uso come aerosilurante dell’S.79, nato come aereo civile da trasporto veloce passeggeri e modificato poi bombardiere, era un mero ripiego estemporaneo in assenza di valide alternative; anche negli anni di guerra successivi, l’artigianato aeronautico italiano non fu in grado di fornire alla R.A. un aerosilurante degno di questo nome (vedi il fallimentare S.84 e i controversi Ca.313 e Ca.314 questi ultimi solo sperimentati anche come aerosiluranti) , e che quindi l’S.79, sia pure nella versione bis (dotazione principale del “Buscaglia/Faggioni”), oramai nel 1944 era un aereo anacronistico a dir poco…L’utilizzazione di questi trimotori da parte del Gruppo Aerosiluranti della A.N.R fu quindi per lo più notturna nella speranza di sfuggire al predominio aereo alleato ma gli anglo-americani avevano radiolocalizzatori che oltre ad individuaregli incursori nemici, vettoravano contro di loro i temibilissimi bimotori Bristol Beaufigther…Giancarlo Garello descrive con dovizia di particolari le varie missioni del reparto, divenuto operativo la notte del 10.3.1944: il primo ciclo fu quello contro le navi vicine alla testa di ponte di Anzio ma a fronte di una serie dolorosa di perdite di velivoli e di S.79, non solo non si ottenne alcun affondamento ma neanche un siluro italiano andò a segno…L’autore non può giustamente fare a meno di menzionare che la propaganda della R.S.I. parlò subito di vari successi italiani ma anche che nel 1980 alcuni autori avevano già riscontrato l’infondatezza di tali notizie…Anche la famosa missione contro Gibilterra del 4.6.1944 inoltre, fu un raid coraggioso ma non più di questo, come già negli anni precedenti analoghe missione condotte dalla R.A., per di più senza alcun concreto risultato se non quello di infondere maggiore fiducia al personale. L'elemento unano del Gruppo era provato non solo dalle precedenti infruttuose missioni su Anzio ma anche dalla tremenda strage di Sparvieri del 6.4.1044 quando sui cieli toscani quattro P-47D statunitensi sorpresero 11 S.79 del “Buscaglia” in un volo di trasferimento, abbattendone quattro e danneggiandone gravemente altri due…Giancarlo Garello dimostra poi nel suo dossier che questa terribile strage non fu dovuta ad un atto di spionaggio come alcuni autori hanno acriticamente ventilato ma che fu “solo” un caso fortuito…Dal Dossier N.21 si apprende di una missione del gruppo su Bari nel luglio 1944, del successivo ciclo di missioni partendo da Atene durato fino ad agosto e nel corso nel quale il Gruppo Aerosiluranti ottenne l’unico successo della sua esistenza , ovvero un siluramento di un piroscafo inglese che però, pur gravemente danneggiato, non affondò…Il 5.1.1945 ci fu l’ultima infruttuosa missione del Gruppo Aerosiluranti in quanto era chiaro anche ai vertici dell’A.N.R. che il materiale di volo dello stesso gruppo era oramai del tutto inadeguato e non era per nulla opprotuno mandare allo sbaraglio il personale che venne così destinato ad altri reparti o addirittura alla costituzione di un battaglione anti paracadutisti…

Il secondo capitolo del dossier è realtivo ai due gruppi da trasporto dell’A.N.R., come detto il “Felice Terracciano” su SM.81 e il “Mario Trabucchi” su SM.82: solo il primo divenne effettivamente operativo su tre squadriglie anche se asservito del tutto alle immani esigenze operative tedesche sul fronte russo. Il “Terracciano” venne formato sulla base di Goslar nella Bassa Sassonia dove stazionò per un periodo addestrativo, in un contesto praticamente ostile per via del comportamento tenuto dagli "alleati" tedeschi…La situazione non migliorò quando il gruppo fu spostato a ridosso della zona nord del fronte russo dove l’attività di volo, nel corso della quale non si ebbero a lamentare perdite di velivoli, durò da gennaio ad agosto del 1944 quando il personale potè rientrare in Italia. Il Trabucchi svolse solo attività addestrativa sempre sulla base di Goslar ed anche il suo personale rientrò in Italia nell’agosto del 1944: gli uomini dei due gruppi nel corso del 1945 vennero ricollocati in reparti terrestri della A.N.R. sulla cui storia come dice anche Giancarlo Garello ci sarebbe ancora oggi molto da approfondire…Poco da dire sull’effimera squadriglia da bombardamento “Ettore Muti” formalmente dipendente dal comando aerotrasporti della A.N.R. : costituita solo il 15.6.1944 con una quindicina di trimotori C.R.D.A. Cant. Z.1007 Ter concentrati a Lonate Pozzolo, svolse attività addestrativa sino al 30.9.1944 quando fu disciolta ufficialmente per motivazioni politiche (il pessimo ritorno di immagine di bombardieri italiani che avrebbero potuto colpire obiettivi nazionali) mentre si potrebbe ritenerere in realtà che l’uso nel 1944 in un constesto di marcata superiorità aerea nemica sia quantitativa che tecnologica, dei velivoli oramai tecnicamente sorpassati sarebbe stato un vero suicidio (basti pensare alla strage degli Alcioni del 14.5.1944 quando pochi caccia tedeschi abbatterono diversi trimotori della Regia Aeronautica sull’Adriatico…).L’analisi di Giancarlo Garello si sposta quindi sulla storia dei reparti di seconda linea della A.N.R.: il primo ad essere considerato è il Gruppo Trasporto Velivoli, la cui storia è anche un po’ emblematica di tutta la ambiguità che caratterizzò obiettivamente i rapporti fra R.S.I. e Terzo Reich…Infatti i tedeschi per poter meglio sfruttare il parco velivoli abbandonato nei vari aeroporti sparsi nel centro e nel nord Italia dalla R.A. all’indomani dell’armistizio ed alcuni di nuova produzione , usarono il personale italiano del G.T.V. di Gorizia per trasportare la pletora di tali velivoli (addirittura 1500 aerei di diverso tipo !), aerei che dovevano essere concentrati in sedimi austriaci e bavaresi, poi utilizzati dalla Lufthwaffe per la magior parte per scopi addestrativi e secondariamente nei suoi reparti di trasporto…Questi voli di trasferimento spesso non erano esenti da incidenti (per via di sabotaggi…) o di abbattimenti da parte dei caccia alleati: la sorte di piccoli velivoli leggeri da addestramento era infatti segnata quando gli stessi incontravano i P.51 statunitensi…Il quarto capitolo del dossier è dedicato al Reparto Aereo Collegamenti che all’atto della sua costituzione nell’autunno del 1943 quasi gareggiò con il G.T.V. nella raccolta di velivoli italiani ma per farli rimanere però presso l’A.N.R…Presso questo reparto vennero usati anche dei plurimotori da trasposto passeggeri (ex civili e requisiti anni prima dalla R.A.) per voli di collegamento, come un SM.73, un SM.83 (il famoso ex I-ARCA che il 23.4.1945 si rifugiò in Spagna), un G.18 ma anche dei Caproni. A questi tipi se ne affiancarono altri che effettivamente poco avevano a che fare con un reparto da collegamento come il noto caccia Reggiane Re. 2005 rosso 4 MM092352…Le Scuole di Volo dell’A.N.R. chiudono la parte del dossier dedicata ai reparti di volo dell’A.N.R. : anche questi istituti di formazione ebbero una vita breve e travagliata: pure per loro l’attività iniziale fu quella di recuperare quanti più aerei possibili sottraendoli alle spoliazioni tedeschi e succesivamente di barcamenarsi con la penuria di carburante per completare la formazione dei propri allievi. La maggior parte di questi ultimi erano accademisti del corso Zodiaco che fu smembrato dall’armistizio del 1943: la tragica ironia della sorte di questi allievi del medesimo corso che aderirono alla A.N.R. fu quella di essere stati gli unici militari che nel dopo guerra vennero definitivamente espulsi dalle FF.AA . italiane…

Giancarlo Garello come già fatto in una sua precedente Opera (la magistrale “Centauri su Torino”) in pratica a metà del suo dossier, prende in esame anche i diretti avversari della A.N.R. ovvero i reparti della 15th Air Force alle cui modalità d’azione sul territorio italiano è dedicato il sesto volume del dosier: l’autore evidenzia fra l’altro come nei confronti di obiettivi civili che nessuna importanza militare o strategica avevano, vi furono “innumerevoli casi di danneggiamenti dovuti alla condotta irresponsabile o criminale di comandanti o di singoli piloti” …come non ricordare fra i tanti ed impuniti crimini di guerra degli alleati il bombardamento del quartiere milanese di Gorla con la morte di centinaia di bambini della scuola elementare il 20.10.1944. Furono proprio questi episodi a spingere centinaia di piloti ed avieri italiani ad aderire alla R.S.I. e a combattere con la A.N.R…Da segnalare comunque che i primi jet a solcare i cieli italiani furono a fine 1944 (non come riportato nel dossier ad inizio 1945) i due YP-80 A del 1° F.G. …

Con il settimo capitolo si ritorna ai reparti italiani, ovvero alla artiglieria contro aerei le cui strutture poco prima dell’armistizio stavano ammodernandosi con l’uso sempre più esteso dei radiolocalizzatori che sul territorio nazionale avevano raggiunto una congrua diffusione. Con la nascita della R.S.I. vennero riorganizzati i superstiti gruppi della Milizia Artiglieria Contro Aerei venne trasformata nel gennaio 1944 in Artiglieria Contraerei e sottoposta alle dipendenze della A.N.R. . L’armamento era di primo ordine (ad esempio spesso nelle batterie era presente l’ottimo cannone AA italiano da 90/53 di qualità superiore al famoso 88 tedesco) ed era anche buona la catena di comando e controllo che si basava pure su moderni radiolocalizzatori di produzione tedesca . L’arruolamento di personale, basato sulle classi di leva aeronautica 1923-1924-1925, nella artiglieria contraerei, spesso come spontanea reazione ai bombardamenti anglo-americani, fu sempre molto elevato ma fu molto pesante il prelievo di uomini da parte della Flak tedesca (ben 50.000 militari) ed anche in questo caso le frizioni con il presunto “alleato” tedesco furono molto gravi …I risultati conseguiti dalla Ar.Co. come al solito vennero ingigantiti dapprima dalla R.S.I. e poi dalla successiva agiografia: il c.te Garello basandosi su documenti restringe il numero a 41 abbattimenti fra caccia e bombardieri pesanti fra sicuri e probabili , anche se reports di parte alleata riportano ad esempio di molte perdite duranti le notti dell’11-12-13 ottobre sui cieli del nord Italia (ben due Wellington e sei B.24…) .

Un capitolo è dedicato ai paracadutisti dell’A.N.R. : nell’ambito delle FF.AA. della R.S.I. questa specialità si potrebbe definire come quella di punta fra tutte e quella che anche sui fronti sud ed occidentale riuscì a riscuotere i migliori risultati contro anglo-americani e francesi. Già alcuni reparti di parà del Regio Esercito in linea nel settembre del 1943 in Calabria ed in Sardegna, furono tra i primi a non riconoscere l’armistizio e a continuare la lotta con i tedeschi e anche la Regia Aeronautica aveva costituito un agguerrito battaglione di arditi distruttori paracadutisti operativo in Tunisia nel 1943 . L’A.N.R. costituì un analogo Raggrupamento alimentato sempre da un elevato numero di volontari rigorosamente selezionati che combatterono con i paracadusti dell’E.N.R. sul fronte di Anzio e Nettuno fino alla ritirata al nord di Roma del giugno 1944. Successivamente gli stessi parà reparti vennero dispiegati in Val d’Aosta dove vennero efficacemente impiegati a garanzia dell’integrità del territorio nazionale contro le offensive dei francesi che avrebbero voluto annertersi a fine guerra la stessa regione italiana…I parà della R.S.I. in Val d’Aosta furono gli ultimi ad arrendersi agli americani che tributarono loro l’onore delle armi addirittura il 3.5.1945 !

Il penultimo capitolo del dossier è dedicato alla presenza ed alla attività della Luftwaffe in Italia: questa nel corso della campagna d’Italia perse progressivamente di importanza non solo per la diminuzione dei velivoli a sua disposizione nella penisola ma anche per la carenza di carburante, anche se si arrivò all’impiego, nel marzo 1945, dei modernissimi ricognitori Arado Ar.234 Blitz del Sonderkommando Sommer ; al contrario la contraerea tedesca fu molto potenziata anche con l’immissione fino al 30% dei suoi ruoli di personale italiano. Da parte germanica fu messa in opera già fin dall'estate del 1943 con la R.A. un iniziale tentativo di accentrare sotto il proprio comando i reparti di volo italiani ma l'anno successivo tale volontà sfocio in un atto ben più concreto... Nella storia di questi reparti italiani della R.SI.  c’è un fattore comune per tutti loro ovvero l’operazione Phonix del 25.8.1944, il fallito e maldestro tentativo tedesco di incorpare nella Luftwaffe uomini e mezzi dell’A.N.R. , un increscioso episodio che però portò al termine definitivo delle attività di volo di quasi tutti i reparti di seconda linea italiani in quanto molti dei velivoli degli stessi reparti vennero distrutti dagli stessi avieri italiani per non lasciarli cadere in mano tedesca e successivamente solo con le dotazioni di caccia tedeschi (per lo più le ultime versioni delle sottoserie G ) al 2° gr. ct. nell’ottobre 1944 e al 1° gr. ct. nel gennaio 1945 che l’A.N.R. potè tornare a combattere . In questo dossier si nota più che con quello precedente dello stesso Giancarlo Garello, come i rapporti fra italiani e tedeschi , anche in campo aviatorio e per alcuni aspetti (trasporti e recupero del materiale della R.A.) furono spesso improntati alla subornazione dei primi verso i secondi…C’è da dire però che la R.S.I. mantenne quanto meno in molti casi una sua autorità rispetto al Terzo Reich ed anche una sovranità internazionale avendo non solo rapporti diplomatici internazionali ufficiali con gli altri due stati dell’asse e suoi alleati, ma anche con altri stati neutrali, nel suo territorio circolò solo moneta italiana, le sue leggi e decreti venivano emanate senza l’avallo tedesco. Al contrario il presunto Regno del Sud ristretto nelle tre provinice salentine e alla provincia di Bari non aveva alcun potere legale del tutto ceduto agli occupanti anglo-americani che con l’AMGOT governavano ogni aspetto della vita degli italiani compresi quelli rimasti con le stellette al bavero...

Anche in questa occasione il C.te Garello prende in esame gli aspetti umani delle vicende della A.N.R. : già per tutto il corso del dossier le vicende del personale con i gladi durante il conflitto sono ben tratteggiate ma al termine dell'opera c'è proprio un interessante capitolo specifico che si interessa di quanto è adduto nei primi anni del secondo dopoguerra agli ex appartenti all'A.N.R. . E' molto interessante perchè leggendolo si capisce anche come mai le testimonianze di questi reduci non hanno avuto per decenni la possibilità  di essere raccolte e poi di essere vagliate con piglio scientifico...Tutti gli ex combattenti della R.S.I. infatti hanno avuto prima di tutto il problema di sopravvivere fisicamente alle rappresaglie partigiane,  subendo successivamente epurazioni e processi vari, con molti militari che già appartenenti alle FF.AA. regie, si impegnarono in anni di contenziosi giudiziari per cercare di essere reintegrati nel grado e nelle funzioni. Molti aviatori per poter sbarcare il lunario accettarono contratti addirittura in Argentina alla cui aeronautica  militare la FIAT  aveva venduto alcuni G.55 ...I reduci quindi finirono per sentirsi isolati ed emarginati in una specie di ghetto sociale e politico, guardandosi bene dal parlare delle proprie esperienza con studiosi e storici ; questi ultimi comunque per decenni hanno considerato tali argomenti a dir poco scabrosi, così contribuendo anche loro a  diffondere quel clima di ignoranza sulle FF.AA. dellla R.S.I. che dura ancora oggi...Se qualche scrittore ha incominciato ad interessarsi di queste vicende spesso e volentieri lo ha fatto basandosi sulle sue pregresse esperienze personali, quindi con una visione parziale degli accadimenti; altri lo hanno fatto con un intento agiografico che ha dato una visione distorta e quasi "eroica" dei fatti che in anni più recenti non ha trovato conferme oggettive ma anzi, progressive smentite...Valga per tutte la precisazione che fa Giancarlo Garello in ordine ad un presunto episodio riportato in altre vechcie pubblicazioni di un mitragliamento da parte di aerei avversari di un pilota della A.N.R. mentre scendeva appeso al paracadute dopo che il suo caccia poco prima era stato abattuto...In anni recenti invece sono stati rinvenuti e disotterrati i rottami del velivolo italiano protagonista sfortunato di tale episodio e nell'abitacolo c'erano ancora i resti del suo pilota!!! Ciliegina (e che ciliegina!) sulla torta, la ripubblicazione nel dossier di 17 profili del compianto Angelo Brioschi inerente velivoli da caccia di produzione italiana e tedesca della A.N.R. giè editi anni fa su Colorazioni e insegne della Regia Aeronautica  (unità da) Caccia – Assalto  Terza Parte (1943-1945) (Colorazioni e insegne della Regia Aeronautica ) e l'elenco delle requisizioni di velivoli italiani da parte tedesca dopo l'armisitizio. La parte iconografica del dossier ha anche immagini inedite o poco note (due delle quali fornite anche da me al c.te Garello che mi ha così onorato di avermi consentito di partecipare sia pure in minimissima parte al suo Lavoro) e quindi anche questa pubblicazione consigliabilissima per chi non ha molta dimestichezza  con il tema trattato, potrà dare notevoli spunti di riflessione anche a chi ha già le più recenti Opere sulla A.N.R.. Che si sia bisogno ancora oggi di tali interventi lo si vede anche purtroppo non solo per gli atteggiamenti di chi considera acriticamente gli aviatori ed i militari della R.S.I. letteralmente come dei "traditori" (sic!) ma anche di chi basandosi su fonti desuete ed anche in questo caso acriticamente , si è fatto una idea esaltante di un periodo che comportò invece scelte tragiche e difficili da sostenere sino in fondo, scelte che oggi è ben difficile giudicare specie se non ci si cala nella realtà vera dei fatti accaduti all'epoca...Ed anche in questa occasione ribadisco che sono appunto pubblicazioni come il Dossier a firma di Giancarlo Garello che anche questa volta " evitando i toni trionfalistici e senza indulgere alla retorica, propone un'analisi serena...dell'esperienza bellica dell'A.N.R." riescono a dare quella giusta ed opportuna considerazione anche della umanità di questi militari italiani che erano mossi unicamente da un senso dello Stato che oggi a distanza di 70 anni dagli eventi tragici non è certo inutile ricordare ed apprezzare...
Gabriele Luciani

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