L'aeroporto di Pescara nei primi anni della 2° guerra mondiale
Continuano le "sorprese" provenienti dai cassetti degli appassionati italiani...Questa volta si va sull'aeroporto di Pescara, nei primi anni della seconda guerra mondiale grazie a materiale del tutto inedito messo a disposizione da Giuseppe Bozzi.
Note storiche a cura di Gabriele Luciani
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Giuseppe Bozzi da Ascoli Piceno ha rinvenuto alcune foto del suo omonimo nonno scattate durante la seconda guerra mondiale quando lo stesso ha prestato servizio come motorista nella Regia Aeronautica, venendo dislocato presso l'aeroporto di Pescara. Dal foglio matricola di Giuseppe Bozzi senior, si evince altresì che allo stesso è stata riconosciuta la partecipazione alla campagna di guerra sul fronte del Mediterraneo, dal 18.11.1942 all'8.9.1943, quale elemento addetto alla difesa del medesimo aeroporto. Anche queste foto ad un esame più approfondito, rivelano alcuni particolari interessanti e possono sempre essere molto utili per esempio per chi vuol riprodurre in scala le uniformi e le tenute di servizio dei militari italiani negli anni 40, ma anche alcuni dei velivoli in servizio nelle aeronautiche italiane e tedesche negli stessi anni .
Dall'esame del foglio matricolare , Giuseppe Bozzi senior risulta aver frequentato, volontario appena diciottenne, ma purtroppo con esiti negativi, tanto da essere momentaneamente posto in congedo, un corso allievi sottuficiali a Bologna, presso il Battaglione Scuola del 3 Rgt. di Fanteria Carrista della Prima Armata del Regio Esercito nella primavera del 1939 : ed infatti la prima foto qui pubblicata lo ritrae insieme ad un commlitone (Giuseppe Bozzi è sulla destra ed ha indosso il casco da carrista), vestiti con la tipica tuta di servizio dei carristi italiani degli anni 1935-1945 e posti nel vano equipaggio di un Carro Leggero L 3/33 seconda serie: le insegne tattiche del piccolo corazzato attestano che questo era il mezzo n. 3 di un plotone del reggimento.
La seconda foto è ripresa sempre presso la scuola di Bologna (l'edificio che compare sulla sinistra delle foto è lo stesso della foto precedente) e vede ritratti un gruppo di carristi, in uniforme di servizio, su un Carro Leggero L 5/35 seconda serie. L'immagine consente di notare vari particolari del vestiario dei militari fra cui gli stivali calzati da almeno tre dei carristi della foto.
Dopo il congedo provvisorio dal Regio Esercito, Giuseppe Bozzi, a seguito della chiamata alle armi della sua classe di leva, fu arruolato nella Regia Aeronautica come aviere motorista, venendo quindi assegnato il 22.7.1941 alla Scuola Volo dislocata a Pescara dove rimarrà, promosso aviere scelto, sino all'armistizio del settembre del 1943. In seguito gli venne riconosciuta la partecipazione alla campagna di guerra sul fronte del Mediterraneo dal 18.11.1942 all'8.9.1943, quale "elemento addetto alla difesa del medesimo aeroporto adriatico" . Giuseppe Bozzi, per la sua attività di motorista, dal marzo 1942 al settembre 1942, spesso era portato in volo, sia pure per brevi collaudi dei propusori, dagli istruttori della stessa scuola, tanto da avere addirittura un personale libretto di volo. Non era il suo un vanto infondato quindi, il farsi ripredendere con indosso il caschetto usato in volo dal personale della R.A. come quello della foto...
In questa immagine l'aviere motorista Bozzi è ritratto davanti ad un biplano Romeo Ro.41 biposto, durante un periodo estivo, notare infatti la combinazione di servizio abbinata ai sandali !!! L'aeroporto di Pescara era l'unico sedime adriatico inquadrato nella 3 Zona Aerea della Regia Aeronautica: durante i primi anni della seconda guerra mondiale non fu una base operativa ma sede di una scuola di volo di primo livello per allievi piloti da caccia della stessa R. A. e solo nella tarda estate del 1943 una sezione del 4° st. ct. risulta essere basata a Pescara . Presso questo aeroporto erano impiegati alcuni biplani, ovvero i più tipici aerei scuola italiani del periodo, i Romeo Ro.41 (in configurazione mono e biposto) ed i Breda Ba. 25 , con una residua aliquota di Caproni Ca. 100 presenti questi ultimi a Pescara sin dalla fine degli anni 30, alcuni con motori "Asso" ed altri di costruzione CNA con motore Colombo S 63 .
I trainers della R.A. erano identificati da fascie di colore bianco poste sulle ali, mentre quella in fusoliera aveva una larghezza maggiore del solito; i codici di linea erano costituiti dalle prime tre lettere del nome dell'aeroporto dove erano assegnati i velivoli (nel caso di Pescara appunto PES ) in colore nero seguito dal numero individuale in colore rosso.
Per il resto in molti casi gli aerei mantenevano la colorazione mimetica (come i Ro.41 che avevano il tipico schema pre -42 a macchie di colore bruno e verde su fondo giallo) e le insegne di nazionalità erano quelle regolamentari. Nella foto Giuseppe Bozzi è seduto nell'abitacolo destinato all'allievo di un Ro.41 biposto: sui velivolo scuola la postazione anteriore era destinata all'allievo pilota ed essendo la stessa più vicina al propulsore era quindi più agevole controllare non solo con gli strumenti di bordo ma anche...ad orecchio (!) il corretto funzionamento del motore del velivolo da parte del motorista...
Questo Ro. 41 è invece un mono posto ma anche su questo si trovano le caratteristiche esteriori già rilevate sull'esemplare biposto come anche l'insegna di nazionalità a fondo bianco in uso sino a tutto il 1941. La foto permette di vedere anche il paracadute con relativa imbragatura usato dalla R.A. da uno dei piloti della Scuola .
In questa foto si può vedere il motore radiale del Ro. 41 ovvero il Piaggio P.VII 45 liberato dalla caratteristica cappotta motore del velivolo. Del Ro.41 vennero prodotte centinaia di esemplari dal 1936 al 1949 in quanto era un biplano eccezionalmente manovriero e dotato di una velocità di salita superiore addirittura a quella del coevo caccia FIAT CR. 32, caratteristiche che vennero sfruttate al meglio proprio come velivoli base nelle scuole di volo dell'aviazione militare italiana.
A Pescara come detto venivano usati anche i Breda Ba. 25 D. 2 : alla fine degli anni 30, i corsi per pilota da caccia della R.A. prevedevano infatti circa 30 ore su questo biplano più anziano ma ancora eccellente velivolo scuola, anche esso diffusissimo negli enti addestrativi della Regia Aeronautica e poi il completamento dell'iter formativo per altre 25 ore circa sui Ro. 41. . Il biplano che si vede nell'immagine a sinistra, è quindi un Ba.25 D. 2 della Scuola con motore Alfa Romeo Lynx; più difficile identificare l'altro biplano a destra della foto che sembrerebbe avere comunque un motore lineare...
Molto spesso l'aeroporto adriatico, per via della sua posizione geografica, era tappa base per il transito di altri velivoli dal nord Italia verso il fronte nord africano: il C.202 della foto è molto probabilmente uno di questi ospiti provvisori ed è anche un aereo molto particolare ! Si tratta dell'Aer.Macchi C. 202 MM 7720, (vedasi l'asta dell'antenna radio tipica delle primissime serie di costruzione dei Folgore) appartenente, quando fu scattala la foto, alla 84° Sq. del 10 Gr.° del 4° St.. Questo fu uno dei più longevi caccia della R.A.: entrato in servizio nel luglio 1941 presso il 17 ° gr del 1° Stormo (era il velivolo 7 della 80° sq.) aveva la mimetica in Verde Oliva Scuro 2 uniforme su tutte le superfici superiori; nel settembre 1941 ritornò in fabbrica per alcune modifiche come quella alla mimetica: sull'originario fondo in verde vennero spruzzate delle larghe ed irregolari chiazze di Nocciola Chiaro 4, per poter poi impiegare questo velivolo in Nord Africa. In zona d'operazioni, il Folgore MM 7720 venne poi preso in carico dal 4° st. ed alcune fonti riportano che era l'aereo personale del c.te della 84° sq. , il Cap. Franco Lucchini; ancora nell'estate del 1943 questo C.202 era in servizio sempre nella 84° sq. a Catania ma con l'ala destra sostituita con quella di un altro C.202 con la tipica mimetica ad anelli della Aer.Macchi .
La presenza della firma stilizzata della M.O.V.M. Magg. Cav. Francesco Baracca sul muso del velivolo, conferma l'appartenza allo stormo fin dall'aprile del 1942 quando questa insegna venne adottata. Il generale andamento delle macchie, il pannello motore "cannibbalizzato" da un altro velivolo, la differente mimetica delle ali, sono tutti elementi che contribuiscono ad identificare con certezza il velivolo anche con il raffronto con e foto dello stesso edite sulla monografia sul C. 202 della serie Ali d'Italia (il n. 2 edito nel 1995) ; gli stessi dati non sono tali però da poter stabilire con altrettanta certezza il tempo in cui furono scattate le due foto...
Oltre ai velivoli italiani però su Pescara in quegli anni c'era un congruo traffico di velivoli tedeschi come lo Ju-87 Stuka...
...pesi leggeri come il Fiesler Fi 156 Storch...
... ma anche grossi "calibri" come uno degli esamotore da trasporto Messerschmitt Me.323 entrati in servizio nei primi mesi del 1943 ed utilizzati sulle ormai pericolossisime rotte per gli aerei dell'asse che congiungevano la Sicilia alla Tunisia: la foto, anche in considerazione dell'abbigliamento del personale visibile nella immagine, dovrebbe essere stata scattata quindi nei primi mesi invernali del 1943. In base ad un'indicazione dell'ingegnere leccese Piero Traldi, il velivolo nella foto è un Me323 D1, matricola 1205, codici DT + IE, poi distrutto a Tunisi il 10/03/1943, nel corso di un bombardamento aereo anglo-americano. Nelle sue memorie, Giuseppe Bozzi senior ricordava che per far decollare questo velivolo da Pescara, si dovettero mettere per terra diversi assi di legno sotto allo stesso...
Le utime due immagini sono temporalmente precedenti a quella del Me 323 e sono inerenti dei caccia Messerschmitt Bf. 109 F-4 (vedasi la volata dell'arma da 20 mm sull'ogiva dell'elica) del II° gr. dello Jagdgeschwader 27 in transito a Pescara nell'autunno del 1941 verso il fronte nord africano. I velivoli sono della variante Trop. come si può desumere non solo dalla colorazione in Sandgelb 79 uniforme per le superfici superiori ma anche dalla particolare verniciatura dei pneumatici in colore bianco per meglio assorbire il calore del sole che insieme al filtro antisabbia facevano parte del kit di tropicalizzazione (ringrazio Saro Finocchiaro del Gruppo Storico Rievocativo Trapanese per avemi aiutato nel definire proprio tale particolare tecnico di questi caccia) .
La conferma della presenza del filtro antisabbia è data inoltre da questa immagine di un altro velivolo del medesimo reparto in decollo; da notare oltre alla presenza pure sotto questo caccia del serbatoio ventrale suppletivo per il volo di trasferimento e della colorazione in due settori bianco-neri dell'ogiva. L'aspetto esteriore generale di questi Messerschmitt Bf..109 F-4 non era poi così difforme da quello dell'unico Bf-109 G-2 trop. con mimetica tropicale della Regia Aeronautica da me recentemente riprodotto in scala (g-2 trop. Regia Aeronautica ) anche se su questi velivoli del II/JG27 non sono ancora presenti i segni di identificazione ottica per i velivoli dell'Asse operanti nei teatri mediterranei .
Ringrazio sentitamente l'amico Giuseppe Bozzi junior per aver gentilmente inviato a Modellimo Salento le foto del suo omonimo nonno .
Gabriele Luciani