Tornado Locusta: il rientro a Gioia del Colle, 15/3/1991..."io c'ero" ...

Tornado LocustaSono passati venticinque anni dal rientro dei velivoli del Reparto Autonomo Golfo Persico dell'A.M.I. avvenuto sull'aeroporto di Gioia del Colle il 15.3.1991: malgrado ciò, chi ha assistito di persona a questo storico evento non può certo dimenticarlo così come le foto scattate nella medesima occasione...

Testo e foto di Gabriele Luciani

Operazione Locusta : così venne definito il dispiegamento, nell'ambito di una colazione internazionale sorta per la liberazione del Kuwait dall'invasione irachena dell'estate del 1990, di alcuni velivoli italiani sulla base di Al Dhafra negli Emirati Arabi Uniti. Per quello che fu il primo coinvolgimento ufficiale in un conflitto, a 45 anni dalla fine della seconda guerra mondiale della Aeronautica Militare Italiana, venne costituito il "Reparto Volo Autonomo Golfo Persico", predisponendo alcuni Panavia Tornado IDS presi fra quelli in carico ai tre gruppi di volo (154°,155°, 156°) allora dotati di tale velivolo. Quello che distinse gli aerei di Operazione Locusta fu la riverniciatura delle superfici superiori e laterali degli stessi effettuata presso il I° C.M.P. di Cameri con un inedito giallo sabbia che si è ritenuto alla fine essere corrispondente al F.S. 33448 (cfr. Flash IPMS Italia 5/1991) e che portò al soprannome di "gialloni" per questi Tornando. La vernice gialla fu applicata sopra la mimetica in verde e grigio e con l'usura andava a rovinarsi in modo differente fra un velivolo e l'altro ed anche su uno stesso aeroplano c'erano zone inveccchiate in modo differente. Il 25.9.1990 otto velivoli partivano da Gioia del Colle (mentre altri quattro rimasero sullo stesso aeroporto di riserva) per la base di Al Dhafra dove rimasero sino al 25.10.1990 venendo sostituiti da altrettanti IDS, iniziando così una turnazione che coinvolse alla fine 16 dei 23 velivoli che risultano essere stati predisposti per il Reparto Volo Autonomo Golfo Persico, con alcuni che rimasero di riserva in Italia senza essere mai dispiegati nel Golfo Persico. Nella notte tra il 17 e il 18 gennaio 1991, anche otto Tornado italiani vengono coinvolti nell'attacco alleato contro le forse irachene ma solo uno degli IDS dell'A.M.I. riuscì a rifornirsi in volo malgrado le avverse condizioni meteo che quella notte hanno impedito tale operazione agli aerei della coalizione. Dopo aver colpito l'obiettivo il Tornado condotto dal maggiore Gianmarco Bellini e dal capitano navigatore Maurizo Cocciolone venne abbattuto e l'equipaggio fatto prigioniero. Le missioni di bombardamento si susseguirono sino al 28.2.1991 quando le ostilità terminarono con la liberazione del Kuwait e quindi i velivoli italiani rientrarono in patria: nove a metà mattinata del 15.3.1991 posavano le loro ruote a  Gioia del Colle mentre la MM.7086, attardata da problemi tecnici sulla base egiziana di Luxor, rientrava giorni dopo. 

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Quel 15.3.1991 ero presente a Gioia del Colle grazie ad un accredito stampa concesso in mio favore in quanto redattore di un giornale salentino: fu una giornata di festa che ricordo con piacere e nostalgia (sono passati 25 anni...) e che vide la partecipazione dei  vertici di allora della difesa e dell'A.M.I. oltre ad una vasta platea di giornalisti. Aver assistito a questo evento mi ha dato la possibilità di fare un discreto reportage fotografico anche se all'epoca il top della fotografia erano le reflex analogiche con i rullini da 36 scatti  e non si potevano fare certo gli odierni walkround alla modellismosalento ! Per di più, come al solito direi (Gioia del Colle negli anni 50 fu scelta come base dei missili MRMB PGM-19 Jupiter proprio per le condizioni meteorologiche che vedevano per molti giorni maltempo e nebbia a bassa quota...) il cielo era coperto e pioveva per lunghi tratti della mattinata...

Tornado Locusta Riuscii a piazzarmi  in prossimità del bordo della pista di atterraggio fotografando il passaggio a terra dei vari velivoli e poi ad avvicinarmi allo schieramento degli stessi : naturalmente avevo con me un barattolino di colore Mo-Lak Lmu-25 che il compianto prof. Nicola Pignato aveva indentificato come la tinta modellistica migliore per il giallo sabbia di questi Tornado e che io accostai ai velivoli per constatare che  come colore per la riproduzione  in scala poteva andare...

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Un mese dopo (sempre in una giornata piovosa...), nell'ambito di una visita al 36° st. effettuata con altri colleghi ufficiali dell'E.I. , esaminai i velivoli MM. 7038 e MM7076  in un hangar del 156° gr., trascrivendo in alcune note redatte a mano il suo aspetto esteriore  : questi appunti insieme alle foto del 15.3.1991 costituirono il mio primo articolo per il Notiziario IPMS Italia, pubblicato sul numero 2/1991 dello stesso perodico, con altre e complete note tecniche di Alberto Zanfi che descrivevano le differenze fra i "normali" IDS e i gialloni , il kit Hasegawa in scala 1/72 del bireattore della Panavia, il colore Lifecolor F.S. 33448, il foglio decals Tauromodel 72-560. Riportai, primo in Italia, quanto ebbi modo di apprendere da un capitano pilota del 156° gr., cioè che il velivolo abbattuto, nella notte tra il 17 e il 18 gennaio 1991, era la MM. 7074, particolare che non fu mai smentito e che oramai è ritenuto come dato certo anche dalle bibliografia successiva. In seguito altri soci IPMS Italia intervennero sui velivoli dell'Operazione Locusta (Notiziario 2/92 con una lista dettagliata  di 23 Tornado dipinti in giallo sabbia; Notiziario 1-95 con ulteriori note tecniche e coloristiche oltre a foto di particolari interni ed esterni fra cui una foto di un esemplare in volo con una tanica subalare in alluminio e scritta Agip..., Flash IPMS Italia 115,117 e di nuovo io sul 122) ma dalla fine degli anni 90 si è perso l'interesse su questi velivoli, complice il fatto che ancora oggi poco si sa delle missioni compiute dai velivoli italiani durante Desert Storm 1...

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Tornando al 15.3.1991 in quella occasione ebbi modo di segnare non solo le MM dei nove velivoli rientrati a Gioia ma anche la loro posizione sullo schieramento, una volta i e parcheggiati tutti sulla pista...Nella foto appena pubblicata sopra e partendo dal fondo gli aeri erano così schierati : 7075 -- 7050 -- 7067 -- 7019 -- 7071 -- 7088 -- 7080- 7073 (lo si vede nella foto è il secondo da destra) 7061, una indicazione preziosa se qualcuno volesse fare un diorama...

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Le matricole dei velivoli non erano portate complete ma sui portellini del carrello anteriore e sulla deriva erano riportate le ultime due cifre realizzate in due modi differenti: quelle sui portellini erano alte 100 mm con carattere tipo stencils mentre sulla deriva furono dipinte usando le stesse mascherine adoperato dal 21° gr. C.I.O. nel 1990 di base a Cameri. Ad Al Dhafra non furono usate insegne di reparto che furono applicate ai velivoli subito dopo il termine delle operazioni: già nell'aprile del 1991 il velivolo MM. 7076  che vidi a Gioia aveva lo stemma di Stormo del tipo a bassa visibilità. Questo tipo di insegne venne usato per alcuni anni sino a quando i "gialloni" rimasero tali...

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Le insegne di nazionalità erano nelle sei canoniche posizioni ma erano di nuovo tipo a bassa visibilità e del diametro di 300 mm, ricoperte a  Cameri da un leggero strato della vernice giallo sabbia, trattamento cui vennero sottoposte le scritte di servizio, con alcune che sparirono come le strisce di camminamento sul dorso della fusoliera e delle ali.

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Sotto i velivoli rimasero in Alluminio n. 32 opaco e  a spezzare l'uniformità del giallo sabbia c'erano il radome e il bordo d'entrata degli elevoni in nero opaco, il bordo delle prese d'aria in rosso. Altre modifiche visibili all'esterno furono due antenne a forma di cono per un sistema ECM supplementare poste sulla mezzeria del velivolo , una sotto di fianco alla presa d'aria dello scambiatore secondario ed una sul dorso dietro il tettuccio; tutti i velivoli furono dotati della sonda di rifornimento in volo. Ulteriori varianti della “desertificazione” erano anche la presenza di due maniglie per il navigatore ai lati del canopy, due alette parasole per i due schemi del navigatore realizzate con tela verde ed applicate con velcro non sempre present. I Tornado di Locusta ebbero sempre agganciati ai due piloni alari esterni il pod da auto difesa BOZ-102 (stranamente il 15.3.1991 la MM. 7088 era l'unico Tornado senza questi pods...). Al rientro in Italia i nove velivoli del Reparto Volo Autonomo Golfo Persico avevano quattro serbatoi esterni da 1500 litri, due portati dai piloni ventrali e due a quelli alari interni gli stessi dove era posta all'interno una slitta per due missili aria-aria Sidewinder AIM-9L portati in missione per autodifesa. I serbatoi avevano colorazione in giallo sabbia-alluminio ma alcuni erano rimasti nel precedente schema NATO e durante le operazioni di bombardamento ne venivano portati solo due, quelli dei piloni alari .Ai tre piloni ventrali  era portato l'armamento di caduta, cinque bombe che dalle foto comparse sui giornali del 1991 erano per lo più le Mk.83 Low Drag da 460 Kg. ; all'epoca si vociferò che le missioni dei Tornado Locusta avevano mandato in crisi le scorte dell'A.M.I. di questo tipo di ordigni, fatto sta che nell'aprile del 1991 sia pure involontariamente feci un'altra scoperta fotografando delle bombe a dispersione Mk.20 Mod. 3 Rockeye installate sotto i piloni dell'IDS MM. 7038...armamento che non faceva parte dell'inventario A.M.I. e che non era  omologato all'uso sui Tornado, con ogni probabilità acquistato presso l'USAF nel Golfo ed utilizzato in azione (Notiziario IPMS Italia n. 2/91)

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Fin dalla pubblicazione delle prime immagini dei "gialloni"  i modellisti italiani si lanciarono nella di riproduzione degli stessi, più fortunati quelli che lavoravano in scala 1/72 stante la presenza sul mercato del kit Hasegawa, tragica invece la situazione per l'1/48...Dal 1978 l'unico kit in  1/48 delTornado IDS era il mediocre E.S.C.I.  che imperò sul mercato sino al 1992 quando finalmente uscì un prodotto decisamente migliore ovvero il kit Italeri, proprio sulla scia dell'interesse suscitato da Desert Storm. Dopo gli anni 90  questa attenzione sulla partecipazione dell'A.M.I. alla Guerra del Golfo andò  scemando, ma quei momenti, come detto, rimangono indimenticabili anche per chi ha assistito personalmente agli stessi sia pure come spettatore...Di seguito altre immagini del 15.3.1991 e qualche particolari dei "gialloni" riprese successivamente presso il 156° gr. :

L'arrivo dei Tornado IDS del Reparto Volo Autonomo Golfo Persico a Gioia :il primo a toccare terra, ovvero la MM. 7075

Gli arrivi si succedono...La M.M.7071 (quinta ad atterrare)  precede la M.M. 7088 (sesta ad atterrare) , ovvero l'unico velivolo senza i pod Boz 102,

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Il settimo velivolo ad atterrare è la M.M. 7080

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Il nono ed ultimo Tornado in arrivo, la MM. 7061

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L'armamento  dei Tornado italiani durante le missioni operative sul Kuwait:vista anteriore del pod BOZ-102 boz -102

vista posteriore del pod BOZ-102 con gli alloggiamenti per 14 cartucce pirotecniche infrarosse (flare) ; dall'apertura circonferenziale poco più avanti vengono espulse le strisce d'alluminio antiradar (chaff)

boz 102

 Bomba a caduta libera non frenata MK.83 "Low Drag" da 460 Kg.

MK83

Bombe a dispersione Mk.20 Mod. 3 Rockeye

MK.20

Alcuni vani aperti in fusoliera lato sinistro  : avionica (a sinistra è presente una batteria a scatola); da notare altresì la coccarda a bassa visibilità e la scritta di servizio rimasta su fondo verde, entrambi sotto un velo di giallo sabbia diluito; da notare anche il numero individuale riportato sui portelli del vano carello anteriore della MM. 7038;

vano avionica

Poco più indietro il vano che ospita il contenitore dell'ossigeno liquido (qui rimosso per la ricarica)

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A seguire le foto dei nove velivoli rientrati a Gioia il 15.3.1991 e parcheggiati sulla pista: guardando lo schieramento e partendo da destra il primo era la M.M. 7075, con i pod e i quattro serbatoi esterni in mimetica desertica; notare che alla destra della MM. 7075 non ci sono altri velivoli; invece alla sinistra del velivolo M.M. 7075 c'è  la MM. 7050 con i segni della obliterazione della coccarda di nazionalità di grosse dimensioni in fusoliera .

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Secondo velivolo la MM. 7050, con i pod e i quattro serbatoi esterni in mimetica desertica; i segni della obliterazione della coccarda di nazionalità di grosse dimensioni sono anche sulla parte destra della fusoliera.

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Terzo velivolo la M.M. 6067 con i pod e i due serbatoi esterni alari in mimetica desertica e quelli ventrali in mimetica NATO

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Quarto velivolo la M.M. 7019 anche lui con i pod e i due serbatoi esterni alari in mimetica desertica e quelli ventrali in mimetica NATO .

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Quinto velivolo la M.M. 7071 con i pod e i quattro serbatoi esterni in mimetica desertica; alla sinistra del velivolo M.M. 7071 c'è  la MM. 7088 unico velivolo come detto che il 15.3.1991 non aveva i pod Boz.102.

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Sesto velivolo sullo schieramento la M.M. 7088 coi due serbatoi esterni alari in mimetica desertica e quelli ventrali in mimetica NATO.

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Settimo velivolo la M.M. 7080 con i pod e i due serbatoi esterni alari in mimetica desertica e quelli ventrali in mimetica NATO

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Ottavo velivolo la  M.M. 7073 con i pod e i quattro serbatoi esterni in mimetica desertica

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Alla fine dello schieramento la M.M. 7061 con i pod e i due serbatoi esterni alari in mimetica desertica e quelli ventrali in mimetica NATO

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Notare che alla sinsitra della MM.7061 non ci sono più velivoli ...

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Alcune di queste stesse immagini oltre che sul citato numero del notiziario IPMS Italy vennero pubblicate su ModelTime n. 26/

1996 a corredo di un completo articolo sulla riproduzione in scala 1/48 con il kit Italeri del Tornado MM. 7086 a firma di Angelo

Lodetti e Valentino Letizia. Ora la speranza è che anche oggi ci sia qualche volenteroso modellista che, magari pure con

l'aiuto di questi miei ricordi voglia di nuovo riprodurre uno di questi  "gialloni"...

Gabriele Luciani

 

 

 

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