Aermacchi MB 339 A secondo prototipo : gate gardian a Salve (Lecce)
Nel profondo tacco salentino, in un giardino pubblico del comune di Salve, a pochi chilometri dal Capo di Leuca, il secondo prototipo dell’Aermacchi MB 339, da tempo issato su un pilone, ci ricorda con la sua colorazione “Marlboro” la nascita di una storia che dura ancora oggi…
Testo e foto di Gabriele Luciani
Il 17/8/1976 compiva il primo volo il primo prototipo (con M.M. 588 e con codici di linea I-NOVE) dell’addestratore Aermacchi MB.339, certo il velivolo moderno italiano più noto al mondo grazie al suo impiego da parte del 313° G.A.A. dell’A.M.I. . Il 339 è stato un velivolo il cui successo è secondo solo a quello del suo predecessore, l’MB.326 tanto che il programma 339 fu subito fra quelli prioritari della aeronautica italiana in previsione degli impegni addestrativi nazionali degli anni 80.
L’evoluzione dello stesso programma progredì a passi veloci: il secondo prototipo del 339 (che presentava sulla zona anteriore destra della fusoliera una presa d’aria del tipo NACA poi rimasta sui velivoli di serie ed assente sulla M.M. 588) , con M.M. 589 e codici di linea I-NINE volò il 20.5.1977 e partecipò al Salone del Bourget dello stesso anno (con codice dell’esposizione 290 in bianco sul muso).
Mentre il primo prototipo venne preso in carico dal Reparto Sperimentale di Volo , insieme ai primi quattro esemplari di serie con codici di linea dello stesso R.S.V. , l’MB.339 I-NINE, a disposizione anche esso presente a Pratica di Mare dal 1979, non sembra avere ricevuto in questa fase i codici del R.S.V. mantenendo sempre (come per tutta la sua carriera) la caratteristica colorazione all’epoca denominata “Marlboro” per via della estrema rassomiglianza con il noto logo della ditta statunitense, una livrea con i colori rosso e bianco però, all’epoca molto in voga per i prototipi e gli addestratori militari occidentali.
Sui primi 339 la colorazione consisteva in zone della fusoliera e delle ali in Arancio F.S. 12246 separate con bordi netti da altre in bianco lucido, con gli interni dei serbatoi di estremità alari e delle alette anti scorrimento alari, il pannello antiriflesso anteriore, i bordi delle prese d’aria, tutti in bleu F.S. 25053.
Con questa livrea inoltre le coccarde di nazionalità in fusoliera erano contornate da un bordo bianco; a differenza degli esemplari di serie dell’MB-339, i due prototipi avevano il ventre della fusoliera in bianco e due piccoli numeri (naturalmente 1 per l’M.M.588 e 2 per l’M.M.590) sul bordo d’entrata del timone verticale dove era presente un grosso logo aziendale della Aermacchi sovrapposto alla sigla MB339 , in nero.
Il secondo prototipo rientrò in ditta per essere usato per lo sviluppo del motore Viper 680-43 previsto per la versione monoposto K del 339 (il cui prototipo fece il primo volo a sua volta il 30.5.1980) e che venne installato presso l’Aermacchi dove il 339 M.M. 590 fa il primo volo con il nuovo propulsore con lo stemma del R.S.V.,ed anche con una nuova matricola I-MABX al posto di quella originale.
Nel 1983 i collaudi dell’I-MABX proseguono in Inghilterra dove al velivolo viene aggiunta la matricola britannica G-1-4 (posta fra coccarda laterale e piani di coda). Sulla punta del pannello antiriflesso vennero aggiunte inoltre in questa fase di collaudi, su cinque linee rispettive ed in bianco le parole FLYNG TEST BED VIPER 690 oltre al logo della Roll-Royce.Al ritorno in Italia, l’I-MABX venne assegnato al R.S.V. dove riceve il codice di linea in colore bianco RS-46, continuando la sua attività di volo a Pratica di Mare.
Molto probabilmente, raggiunta la fine della sua vita strutturale e quindi dismesso dall’A.M., questo prototipo veniva accantonato a Galatina e qualche anno dopo, forse su richiesta di qualche associazione d' Arma del posto, viene portato a Salve, un comune salentino limitrofo a Santa Maria di Leuca per essere utilizzato come monumento in una bella piazzetta alberata della periferia del piccolo centro.
Fortunatamente, il 339 in questione vien posto su un pilone, preservato abbastanza ma non del tutto esente da vandalismi ma lasciato all’aperto e sottoposto all’azione degli agenti atmosferici. Per fortuna, in generale, le condizioni del velivolo, per quanto visibile, sembrano ancora abbastanza buone ma sarebbe auspicabile che un esemplare storico dell’Aermacchi MB. 339 A come questo sia preservato in modo migliore, magari al coperto…
La piazza è comunque aperta e ci si può avvicinare al monumento: da notare la presenza spuria sul velivolo del vecchio distintivo del 61° stormo la cui applicazione ha forse tolto il numero 2 a suo tempo sul bordo d’entrata della deriva verticale, il tutto malgrado il 339 MM. 589 non sia mai stato in servizio a Galatina. Molto probabilmente tale insegna è stata applicata per ricollegare la presenza di questo monumento alla base di Galatina e al personale in servizio presso lo stesso aeroporto.
Al velivolo sono stati tolti comunque numeri di reparto e M.M. La inconsueta posizione di questo velivolo non consente di fotografarlo sulle parti superiori: ci si augura quindi che questa piccola galleria fotografica rendi ancora più interessante un soggiorno turistico nel Salento, invogliando a lasciare per un po’ le meravigliose spiagge /o i monumenti del leccese, per una visita a Salve e al “suo” Aermacchi.
Ringrazio sentitamente Andrea De Tora per il fattivo supporto documentale fornitomi nella stesura delle note a corredo di questa gallery
Gabriele Luciani