AV 8 B Plus della Marina Militare Italiana

kit Hasegawa 1/48 in plastica iniettata
Modello, testo e foto di David Longhitano
Articolo tratto dal Notiziario IPMS Italia

Modellismo Salento ringrazia  David Longhitano e la redazione del Notiziario IPMS Italia per la gentile disponibilità 

Cenni storici

Nei primi anni '90 la Marina Militare Italiana adottò l’ AV-8B Harrier II come sistema d’arma
da Imbarcare sullincrociatore tuttoponte Giuseppa Garibaldi. Questo aeromobile transonico, diretto discendente del progetto originario "Sea Harrier" inglese ma di costruzione statunitense è famoso in tutto il mondo per lo sua capacità V-STO L (acronimo di Vertical-Short Take Off ­and Landing, di cui è tuttora l'unico esempio operativo) e per lo sua enorme manovrabilità che gli ha permesso di operare in teatri difficili come le impervie zone dell'Afghanistan e le insidiose terre balcaniche.

Il modello

Il kit in questione è il nuovissimo Hasegawa di cui' si è detto tutto e il contrario ! Per,settimane si è assistito a vere e pro­prie dispute nei forum, per varie questioni di  correttezza nelle forme . Addirittura c’è chi sostiene che il modello giapponese presenti un diedro negativo trop­po spinto e un'angolazione che gli fa assu­mere un profilo ad "ala di gabbiano".  Secondo me il problema non risiede tanto  nelle ali (per lo questione del diedro delle ali date un'occhiata al modello finito,magari confrontandolo con le immagini del velivolo reale, e vi renderete conto che il problema non esiste) quanto nella scomposizio­ne dello stampo. Infatti, forse per lo necessità di commercializ­zare qualche altra versione dell'aereo (probabilmente il biposto TAV-8B) i progettisti hanno operato una disposizione dei pezzi che in ter­mini di numero fa spavento, oltre ad essere a prima vista "cervellotico". Tanta abbondanza di elementi si paga,      ahimè, in termini di incastri e facilità di montaggio, che raggiunge il picco quando si trat­ta di assemblare lo parte del cockpit con il resto della fusoliera, mentre per il resto del montaggio procede tutto abbastanza facil­mente

La costruzione

Volendo realizzare il modello completamente  da scatola, come di consueto  ad  assemblare il cockpit che si presenta media­mente dettagliato: si ha la possibilità di utiliz­zare le decal per rappresentare gli strumenti, ma con un buon lavoro di verniciatura si ottengono senz'altro i risultati migliori, anche se ho constatato con rammarico che il tet­tuccio si puo' montare solo in posizione "semiaperta", nascondendo in parte l'opera, a causa delle piccole prese d'aria poste sul dorso del modello che non permettono una maggiore apertura.

Per la colorazione degli interni mi sono affida­to al classico grigio 31 7 della Gunze (36231) con passata leggera di drybrush grigio chiaro per evidenziare i dettagli.
Il seggiolino, composto da sei pezzi, è abba­stanza fedele e, con l'autocostruzione delle cinture fa la sua bella figura.
C'è da dire che Hasegawa ha fatto le cose alla grande riguardo alla quantità di dettagli da montare: sono presenti infatti antenne e sensori in abbondanza.
I carichi esterni a corredo (contrariamente a quanto ci ha abituato la ditta nipponica) sono presenti, anche se in numero non abbondante: troviamo, infatti, una coppia di AIM9-L "Sidewinder", un pod mitragliatore, un pod "Litening" per il tracciamento dei bersagli e due serbatoi subalari, tutti abbastanza det­tagliati e fini.
Sul mio modello ho impiegato i due missili aria-aria e i serbatoi subalari, configurazione che permette di utilizzare le due "strakes" ventrali.
Le gambe dei carrelli sono sufficientemente dettagliate, sebbene sia da riscontrare che i portelli del carrello anteriore sono rappresen­tati chiusi mentre a terra l'aereo li ha aperti, ma onestamente non me la sono sentita di "operare" il modello e li ho lasciati chiusi.

Colorazione esterna

La verniciatura è stata effettuata usando gli acrilici "Gunze Sangyo" diluiti in alcool dena­turato, non attenendomi, però, alla tabella F.S. poiché i colori "ufficiali" risultano troppo scuri.  Infatti la colorazione di fabbrica raggiunge ben presto una tonalità molto più chiara e
opaca, specie in questi aeromobili che, essendo imbarcati, subiscono una maggiore usura dovuta alla salsedine.

Per questo ho usato il 307 Gunze (F.S.36375) per le superfici superiori, schiarendolo appe­na per quelle inferiori, ottenendo un contrasto molto basso fra i due colori, come appunto sui velivoli reali.
I carrelli e i rispettivi pozzetti sono stati colorati in bianco opaco della Tamiya e resi meno piatti con lavaggi ad olio di colore grigio di Payne.
I missili a corto raggio AIM9-L sono stati colo­rati in grigio 36375 e nero semilucido per l'o­giva e dotati delle fascette colorate ricavate da sottili strisce di nastro adesivo.

Decorazione e invecchiamento

Le decal da me adoperate sono quelle del foglio della ditta torinese "Model Friends" dedicato all'Harrier della Marina, integrate con quelle del kit per quanto riguarda alcuni sten­cil e scritte di servizio.
Dopo le decal è stato il momento dell'invec­chiamento: dato che il modello da me pre­scelto è realmente operativo (si tratta del velivolo del Cap. di Fregata Pino "Duca" Cavo Dragone, che ha operato numerose missioni di peace-enforcing nei Balcani) questo pro­cesso è stato effettuato ripassando con una matita morbida le pannellature e sporcando con della polvere di pastello in più punti la superficie del velivolo nel senso dello scorri­mento dell'aria. Una spruzzata di vernice opaca (molto opaca, a dire il vero...) ha permesso di aggiungere il modello finito alla vetrina.
Cosa si può dire, in conclusione? Che il modello è mediamente impegnativo da realizzare, ma assolutamente consigliabile a chiunque voglia realizzare il nostro aereo imbarcato e che con un minimo di esperien­za si possono ottenere risultati soddisfacenti

David Longhitano