NIEUPORT IVM
Planet Models cat. No. 098  Kit in resina scala 1/48
Si ringrazia il gruppo MPM per il modello gentilmente fornito in recensione

LEAD Technologies Inc. V1.01

I primi aeroplani costruiti non destano molto interesse nei modellisti anche perché i kit relativi non sono molti, ma in effetti i kit offerti dalle ditte non sono tanti perché non c’è molto interesse da parte dei modellisti…Inoltre spesso si tratta di biplani che notoriamente non sono modelli semplici da montare…Per tutto questo i cataloghi delle ditte non sono affollati da kit dei velivoli realizzati fra gli anni compresi fra il primo volo dei fratelli Wright e quelli impiegati durante la prima guerra mondiale e spesso neanche ci si rende conto della loro esistenza ! Il modello in resina della Planet Models, una delle firme del gruppo ceco MPM , dedicato al Nieuport IVM non credo neppure sia tanto noto neanche ai modellisti che si interessano di aviazione  militare italiana…Questo monoplano biposto fa parte di una famiglia di monomotori costruiti in Francia e che ebbe in realtà una larga diffusione a partire dal 1910: nel 1911 il tipo IV M fu il primo velivolo a vincere un concorso militare aeronautico indetto

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sempre in Francia e che aprì subito allo stesso velivolo il mercato con ulteriori ordinazioni da altre nascenti aviazioni militari di diversi paesi, compreso quella del Regno d’Italia. Nel 1913 si  avviò la produzione su licenza del Nieuport IVM con la costituzione di una società che avrà una posizione di rilievo nella storia aeronautica nazionale: la Società Anonima Nieuport Macchi (poi divenuta Aeronautica Macchi  qualche anno dopo) di Varese. La costruzione in Italia del Nieuport IVM affiancò le forniture dalla casa madre ed oltre cinquanta velivoli vennero forniti al Regio Esercito  che già nel 1911 ne usò due nell’ambito delle operazioni di conquista delle Libia. In pochi mesi però, stante l’incredibile rapidità dell’evoluzione dello sviluppo aeronautico di quegli anni, i monoplani della Nieuport vennero superati da altri velivoli e le quattro squadriglie italiane dotate di questi aerei, dopo pochi mesi di impiego nel 1915 contro gli austriaci, vennero sciolte. Oltre alla Francia e ad all’Italia, i Nieuport monoplani furono impiegati dalla Bulgaria, Spagna, Giappone, Russia, Turchia, Argentina, Regno Unito, Siam, Svezia costituendo spesso i primi velivoli usati da queste aviazioni e rimanendo in servizio per diversi anni. Una buona documentazione sullo stesso velivolo si può trovare poi sui numeri 3/2000 e 1/2001 del notiziario modellistico edito dal Gruppo Modellistico Trentino (www.gmtmodellismo.it) dove sono stati pubblicati altrettanti articoli sui monoplani Nieuport con disegni in scala 1/72 .

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I modelli in scala dedicati al Nieuport IVM sono realmente pochissimi e in 1/48 credo che esista solo questo kit in resina prodotto nella Repubblica Ceca che ho scoperto del tutto casualmente sfogliando il catalogo della Planet Models ! Si tratta di un modello quasi del tutto in resina con solo i raggi dei cerchioni delle ruote del carrello riprodotti in foto incisione. Il kit è composto quindi da 35 parti realizzate con una buona resina che si liberano in pochi momenti dai residui della stampa ad eccezione dei montanti del pattino del carrello e dei tiranti alari…La riproduzione delle costolature delle ali è abbastanza realistica ed all’interno delle semi fusoliere c’è anche una riproduzione delle strutture; sempre per l’interno dell’aereo ci sono fra l’altro seggiolini, closches, e quanto basta per una buona base di partenza per eventuali ulteriori lavori di dettaglio. Da evidenziare la scomposizione delle ruote del carrello fatta in due parti ciascuna al cui interno vanno inserite le parti in foto incisione riproducenti i raggi. Se si fotocopiano ingrandendoli al 150%  i piani in scala del Notiziario Modellistico del G.M.T., li si possono portare alla scala 1/48: i pezzi del modello sovrapposti ai piani in scala evidenziano che il kit cattura al meglio le forme e le dimensioni del Nieuport IVM .  Nel mio kit però c’era un problema per una delle radici alari che era “tagliata” male con una inclinazione irrealistica: tale semiala, se unita senza modifiche alla fusoliera, avrebbe sfalsato in modo innaturale la pianta alare. Tale circostanza mi ha costretto ad una delicata opera di correzione con stucco epossidico, andata a buon fine grazie proprio ai piani in scala del G.M.T..

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Il modello presenta poi un buon foglio decals che consente le riproduzione di due velivoli, uno della 6° squadriglia del Regio  Esercito italiano ed uno dell’aviazione zarista: colori saturi e perfettamente a registro, film di sostegno ridottissimo e sottilissimo, una ottima adesività sono tutte caratteristiche di questo foglio decals. Per il velivolo italiano c’è però da dire che manca la fascia trasversale bianca sul dorso alare che questo velivolo della 6° sq. portava .


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La costruzione del modello, stuccature escluse, in fin dei conti non è molto complicata, anche grazie al semplice ma chiaro foglio istruzioni che illustra bene le varie fasi dell’assemblaggio, foglio che invece è un po’ impreciso sugli schemi di colorazione dei Niueport IVM che si possono realizzare con le decals. La costruzione more solito inizia dall’abitacolo che una volta assemblato e con l’aggiunta delle cinghie di ritegno dei due seggiolini, dà un buon colpo d’occhio complessivo…La fusoliera era costituita da una intelaiatura in legno rivestita da tela per lo meno fino ai pannelli anteriori in prossimità del gruppo motore: ho ritenuto pertanto che il colore di tutto l’aereo, sia al suo interno che al suo esterno era appunto quello della tela naturale fatta eccezione della zona motore dove ho utilizzato il metallo naturale, mentre per seggiolini e la loro struttura di sostegno ho usato un marrone per simulare il colore del legno. Le pareti interne delle semi fusoliere, in corrispondenza della zona piloti, hanno una riproduzione della intelaiatura e dei pochi strumenti presenti sulle stesse pareti.   I vari pezzi che riproducono i seggiolini, il loro traliccio di sostegno, closche e pedaliere si montano facilmente ed   si inseriscono dentro le due semi fusoliere senza particolari problemi. Nel mio  modello i pezzi raffiguranti le semi fusoliere avevano due ritiri sulla parte superiore del cofano motore che ho dovuto stuccare prima di passare alla loro unione .  


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La mancanza di spinotti di riscontro delle due semi fusoliere non è un problema ma per tutta la lunghezza della zona di giunzione si deve usare lo stucco per pareggiare al meglio  

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le superfici interessate e questo sia nella zona superiore e un po’ di più in quella inferiore. Una volta che la fusoliera si è “solidificata” si può passare all’unione delle due ali: visti il loro ridotto spessore e di conseguenza la scarsa superficie d’appoggio, la lunghezza delle stesse ali e la mancanza di perni di riscontro offerti dal kit, è molto opportuno crearli autarchicamente per dare maggiore solidità al modello nel suo complesso . Ho quindi aperto due fori sulle pareti laterali ed altrettanti corrispondenti nelle radici delle due semi ali. Ho inserito nei due fori nelle radici alari due pernetti metallici per poi procedere ad unire le ali alla fusoliera,dovendo utilizzare anche in questa occasione lo stucco, pure  per avere un ulteriore elemento di rafforzamento del complesso.

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L’aggiunta dei piani di coda è stata relativamente più facile: a questo punto ho sospeso l’unione degli altri pezzi del modello e sono passato alla sua colorazione, dando su tutte le superfici una mano di grigio chiaro a smalto della Testor’s per controllare la validità delle varie stuccature, delle unioni fin qui espletate e dell’uniformità di tutte le superfici.

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Ho poi steso l’alluminio delle zone della cappotta motore che ho poi mascherato con nastro Tamija per passare al colore delle restanti superfici.

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Per riprodurre il colore tela ho usato l’Humbrol 74 steso ad aerografo; una volta perfettamente asciugatosi questo colore, ho ritenuto opportuno non usare le decals offerte dal kit per riprodurre le insegne del velivolo.

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Dalla foto del Nieuport IVM della 6° sq. edita a pag. 13 del Notiziario Modellistico 3/2000 del G.M.T. si nota che le insegne del velivolo sono costituite oltre che dal tricolore italiano sul timone verticale, da una banda trasversale e da un disco, entrambi di colore bianco, presenti sulla ala destra. Il kit offre solo il disco (peraltro perfettamente circolare mentre esso nella realtà sembra essere di forma più ovale) e per evitare differenze di tonalità fra la fascia che si deve per forza realizzare autonomamente e la decal che riproduce il disco, ho preferito realizzare tali insegne con l’uso di mascherine, stendendo sulle superfici interessate il bianco opaco . Dalle foto si nota che le superfici esterne dei velivoli italiani, forse anche per la loro intensa utilizzazione, avevano un aspetto abbastanza “vissuto”, con alcune zone decisamente più sporche delle altre.

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E’ necessario quindi procedere alle varie sporcature del modello mettendo in evidenza  le costolature ed i vari chiaro-scuri della tela sulle superfici superiori delle ali, della stessa tela specialmente sul dorso della fusoliera e lo sporco presente anche sul bianco delle insegne alari.  Prima di procedere all’invecchiamento del modello è preferibile applicare le decals del kit che riproducono le scritte in fusoliera identificative del tipo del velivolo e del reparto d’appartenenza nonché del tricolore posto sul timone verticale. Ho ritenuto verosimile che le superfici inferiori delle ali e quelle della fusoliera all’ombra delle stesse e dei piani di coda erano un po’ più protette dall’azione degli agenti atmosferici e che pertanto la tela, in queste zone, fosse rimasto abbastanza inalterato e ho lasciato senza sporcature l’Humbrol 74 .
La costruzione del modello riparte con l’aggiunta degli ultimi pezzi del kit rimasti come la stella dei cilindri del motore, i sostegni dei tiranti alari, il traliccio del carello e del pattino d’atterraggio che per la sua configurazione non rendeva necessario l’uso di un analogo pattino posteriore .


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A  questo punto si può procedere alla fase più delicata ma più appagante di tutta la costruzione e che poi darà un impagabile tocco di realismo al modello, ovvero la riproduzione dei vari tiranti delle ali, seguendo, per il loro posizionamento le indicazioni del foglio istruzioni.

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Senza la riproduzione di questi tiranti il kit apparirebbe certo più spoglio : si possono realizzare anche con un filo da pesca di spessore adeguato e da verniciare in alluminio.

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A costruzione ultimata, il modello riesce a trasmettere la “robusta” fragilità del Nieuport IVM , uno dei testimoni di primo piano degli inizi della storia dell’aviazione: certo è un bel colpo d’occhio affiancarlo ad una riproduzione in pari scala di un EF-2000 !!!
Gabriele Luciani


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