SM.82 del gruppo Trabucchi dell’A.N.R. - 1945
da Italeri kit. No.1273 scala 1/72
Testo e foto di Gabriele Luciani
Si ringrazia la Italeri S.p.a per il modello gentilmente fornito in recensione
Prodotto disponibile anche da www.mblmodellismo.it
Dopo la mia preliminare presentazione (edita a suo tempo nella sezione recensioni di www.modellismosalento.it ) torno ad occuparmi del kit Italeri del SIAI SM.82 nella variante di questo trimotore caratterizzata dal becco di compensazione del timone verticale di tipo “lungo” e dalle porte laterali a saracinesca. Ho infatti assemblato il modello per riprodurre l’unico esemplare di cui si conoscano i codici in fusoliera in servizio nell’Aviazione Nazionale Repubblicana: foto e profilo di questo velivolo sono stati pubblicati sull’Opera a firma di Gabriele Valentini e Ferdinando D’Amico sulle mimetiche e le insegne degli aerei della R.S.I. (Camouflage and Markings of the A.N.R., vedi il sito dell’editore www.ianallanpublishing.com). L’S.82 in questione è caratterizzato dalle lettere P6 + KK ed è appartenuto alla 2° squadriglia del 2° gruppo da trasporto “Trabucchi”, reparto che, a differenza del 1° gr. dotato di S.81, non raggiunse mai una piena operatività. Presso le tre squadriglie del “Trabucchi”, basato sull’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo), a partire dall’aprile 1944, vennero concentrati la quarantina di S.82 recuperata dal personale italiano; nel giugno dello stesso anno il reparto venne trasferito sull’aeroporto tedesco di Goslar ma l’iter addestrativo non venne completato anche per le conseguenze dell’operazione “Phonix” (ovvero il fallito tentativo tedesco di incorporare nella Luftwaffe tutte le unità aeree italiane) dell’agosto del 1944. In buona sostanza il “Trabucchi” nel tardo ottobre 1944 venne disciolto ed il suo personale rientrò in Italia mentre molti dei suoi velivoli si “dispersero” negli aeroporti tedeschi dove molti di loro, nelle fasi finali della 2° guerra mondiale, vennero rinvenuti dagli alleati. Il P6 + KK venne trovato apparentemente intatto da truppe canadesi sotto un hangar e, per fortuna, ad un militare alleato venne la voglia di farsi fare una foto ricordo mettendosi vicino alla porta laterale sinistra dell’S.82 che venne così ripreso da sinistra e da dietro. L’immagine, pubblicata sulla monografia di Gabriele D’Amico e Ferdinando Valentini, è tale da consentire di constatare molti particolari dell’aereo: oltre ai codici in fusoliera si scorgono due lettere KK bianche sulla sommità della parte mobile del timone direzionale, il tricolore della A.N.R. sotto i finestrini laterali de vano piloti, nonché le insegne tedesche. Va subito precisato che i velivoli italiani plurimotori ricevevano queste insegne unicamente per evitare di incappare nella contraerea italo-tedesca dislocata nel territorio della R.S.I. e che proprietà ed equipaggi degli stessi rimanevano sempre e solo italiani.
Come già precisato in sede di recensione del kit, il foglio decals del modello è relativo ad esemplari tedeschi, cobelligerante ed anche della A.N.R. ma per questo ultimo si limita solo a dare i tricolori e non offre le lettere presenti in fusoliera e sul timone verticale. Volendo realizzare il P 6 + KK si potrebbe cercare di trovare le relative lettere in fogli decals di altri modelli, autocostruirle dipingendole con mascherine ma il tutto è viepiù complicato dal fotto che una delle lettere K è rossa con i bordi bianchi…Soluzione molto più comoda è invece il ricorso ad un set di decals realizzato da Claudio Canton di Vigevano e dedicato a diversi velivoli dell’A.N.R. fra i quali anche l’S.82 in questione (è reperibile da MBL Modellismo, art. Italian kits IK72003) C’è tutto quanto necessario anche se la svastica e le croci da mettere sotto le ali non vanno utilizzati in quanto la prima è troppo grande e le seconde non hanno il bordo esterno nero. Il foglio decals inoltre è realizzato su un unico supporto ed ogni soggetto va quindi ritagliato a filo per eliminare al massimo il film di sostegno, ma si tratta comunque di un prodotto di buona qualità con colori saturi e caratterizzato da una alta adesività che fa evitare del tutto il ricorso a liquidi emollienti.
Rispetto al precedente modello dell’S.82 (ovvero il cat. no. 1270 ) che avevo montato tempo addietro (vedi sempre su www.modellismosalento.it sezione articoli) non ci sono particolari differenze nella costruzione in quanto le componenti dei due kits sono quasi del tutto uguali. Pure in questo caso gli interni dell’aereo saranno del tutto invisibili una volta assemblate le due semifusoliere, anche lasciando in posizione aperta le porte a saracinesca della fusoliera e gli sportelli delle mitragliatrici laterali, ma è opportuno utilizzare i vari pianali e le paratie verticali, quanto meno per conferire maggiore solidità al complesso della stessa fusoliera. Malgrado le dimensioni del modello, è relativamente semplice chiudere le due semi fusoliere non prima di aver unito il pezzo 45 a, in pratica un “tappo” che chiudeva la predisposizione per la postazione del mitragliere-puntatore che era una delle caratteristiche dei primi S.82 prodotti ed utilizzati per missioni di bombardamento a lungo raggio. Questa paratia si nota in diverse foto del velivolo reale, ad esempio in quelle pubblicate sulla monografia n. 14 della serie Ali d’Italia (dedicata appunto all’S.82) edita dalla Bancarella Aeronautica di Torino (www.bancaero.it) ma il pezzo 45 a si unisce alla fusoliera lasciando un segno troppo evidente di tale giunzione: il ricorso ad una buona stuccatura è una operazione obbligatoria con una successiva incisione dei contorni dello stesso pannello. In questo modello non ho riscontrato lo strano avvallamento del precedente altro kit dell’S.82 in corrispondenza della zona posteriore del vano bombe ma ho dovuto ricorrere allo stucco per dare una soluzione di continuità alla zona del portellone sinistro dello stesso vano, in quanto i due portelli sembrano più piccoli del medesimo vano…Meno stucco questa volta per la giunzione del pezzo trasparente della cabina piloti con il resto della fusoliera.
Chiusa la fusoliera senza ulteriori stuccature, si passa al complesso delle ali; in questa fase ho preferito posticipare a costruzione ultimata l’aggiunta delle gambe di forza del carrello. Da notare la diversa profondità delle incisioni sulle superfici esterne delle ali e quelle delle fusoliere con le prime più marcate… Stante le dimensioni del modello, andare a stuccare e re-incederle non è cosa da poco e forse non ne varrebbe neanche la pena…
Ho preferito lasciare il tutto come era, pensando invece ad ovviare al problema che anche questo kit ripresenta, ovvero la corta lunghezza dei pezzi che riproducono i due grandi flaps in prossimità della radice alare: anche in questa occasione ho ricostruito quando mancava con lo stucco epossidico a due componenti della Milliput.
Altre operazioni che ho ripetuto in questa occasione sono state l’apertura dei due fari d’atterraggio (sempre riprodotti dal kit con decals…) e le stuccature effettuate fra i due pezzi (8 b e 9b) e le gondole motori delle ali nonché quelle fra ali e radici alari in fusoliera, queste ultime anche per dare una maggiore solidità a tale unione. Anche in questo caso non è possibile montare i flaps in posizione abbassata (opzione suggerita dal kit Italeri) in quanto il modello non prevede la contemporanea apertura delle alette del bordo d’entrata sulle ali, configurazione questa che era la normalità a terra con appunto i flaps abbassati…
Ho proceduto ad aprire due altri fori in prossimità dell’esterno dei cofani dei due motori sulle ali, sul dorso d’entrata delle stesse ali. Il problema della erronea riproduzione delle sfinestrature anteriori della cabina dei piloti (queste erano, in buona sostanza, suddivise in sei pannelli trasparenti, con quelli più esterne che erano racchiusi in una cornice rialzata rispetto ai restanti pannelli) è rimasto inalterato e purtroppo ad oggi non sono usciti set di miglioria per questo specifico particolare: l’unica soluzione è cercare, in fase di verniciatura, di riprodurre questa configurazione il più verosimilmente possibile, con l’uso di mascherine…
Malgrado le dimensioni del modello, la sua costruzione in fin dei conti non è molto impegnativa, così come la riproduzione della colorazione del velivolo del “Trabucchi” che come quella di quasi tutti i trimotori italiani in servizio dopo il 1942 era nello schema con le superfici superiori in un uniforme verde scuro (denominato verde oliva scuro 2, paragonabile al riferimento Federal Standard 34052, riproducibile con lo smalto Humbrol 91) e quelle inferiori in grigio (grigio azzurro chiaro 1,F.S. 36307, Humbrol 141).
Considerato che in effetti si trattava di velivoli recuperati dopo l’armistizio e comunque non certo dall’aspetto esteriore immacolato, ho proceduto nella verniciatura del modello pensando a riprodurre l’usura del verde oliva scuro 2 e lo sporco delle superfici inferiori delle ali. Con l’aerografo ho quindi passato dapprima una mano di Humbrol 141 su tutte le superfici, anche quelle superiori; per riprodurre l’usura del verde ho steso l’Humbrol 91 in modo non uniforme lasciando alcune zone meno “coperte” in modo da far trasparire sia pure parzialmente il colore più chiaro di fondo, una sorta di “preshading inverso” molto semplice e come si vede dalle foto di un effetto abbastanza realistico …Sotto le ali invece ho passato sempre ad aerografo del grigio più scuro su alcune pannellature, in specie in prossimità del cofano motore centrale.
Uniche note di colore sono solo gli anelli dei cofani motore in bronzo ed in alluminio.
Nei velivoli da trasporto in servizio con la A.N.R. sotto le ali ed in prossimità delle estremità delle stesse, c’erano due zone di colore giallo quale ulteriore segno di riconoscimento ottico da parte della contraerea amica. Le stesse sono visibili anche in una foto di S.82 del Trabucchi pubblicata su Camouflage and Markings of the A.N.R. : ho quindi ritenuto corretto riprodurre queste fasce sull’esemplare P 6 + KK. Fatto questo ho steso una mano di trasparente acrilico lucido della Model Master per preparare le superfici del modello a ricevere le decals.
Per riprodurre le insegne di nazionalità e i codici in fusoliera del velivolo ho proceduto in questo modo :
La configurazione delle insegne sulla parte destra della fusoliera mi ha suscitato alcune perplessità per la mancanza di un'altra immagine da questo lato del velivolo che stavo riproducendo…Avevo il dubbio di dove posizionare le lettere del codice di identificazione in quanto se la croce tedesca doveva essere in parallelo con quella della parte sinistra della fusoliera, le due lettere KK del codice (che comunque dovevano essere alla destra della croce) se poste molto vicino al simbolo di nazionalità sarebbero finite sulla porta a saracinesca…In effetti sugli S.81 del “Terracciano” uno dei bracci della croce finiva proprio sulla porta a saracinesca dei Pipistrelli dell’A.N.R. su entrambi i lati della fusoliera… Ho risolto la questione vedendo alcune foto di analoghi S.82 della Luftwaffe apparse sul numero B 5 – maggio 1978 di Storia Modellismo e sulla citata monografia della Serie Ali d’Italia sta versione) dalle quali si evince che le lettere dei codici non venivano poste sulle porte ma potevano anche ricoprire i finestrini in fusoliera. Ho quindi chiuso con il liquido Sintaglass della Toffanol il finestrino basso vicino alla porta in fusoliera e poi ho applicato la decal della lettera K rossa.
Messe le decals ho passato su tutte le superfici il trasparente acrilico opaco della Model Masters, ed ho poi riprodurre tutti i finestrini della fusoliera sempre con il liquido Sintaglass della Toffanol. Assemblati ed uniti i carrelli al modello e la torretta del mitragliere in fusoliera, l’ultima operazione è stata l’aggiunta al modello degli “aerei” delle antenne radio in fusoliera e sulle ali.
L’ultimo “problema” del kit stante le sue generose dimensioni è il suo “parcheggio” all’interno delle nostre vetrine, tenuto conto che prima o poi potremmo affiancargli un ulteriore modello di S.82 ovvero quello relativo alla versione post bellica con i motori Pratt & Whitney !!!
Gabriele Luciani
Il modello ed alcuni dei prodotti citati nel corso dell’articolo sono reperibili anche presso la ditta MBL Modellismo di Trento (www.mblmodellismo.it)