Boeing Martin F 16 ADF AMI scala 1/72

M.M. 7254 Aeroporto di Galatina 10/09/2006

Kit Hasegawa G.D. F 16 A Plus modificato dall’autore

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modello, testo e foto di Silvio Pietropaolo

Spesso capita di avere tra i propri kit alcuni soggetti che si è già montato. Avevo già montato questo kit da ragazzo realizzando un esemplare americano e quando mi ritrovai tra le mani la stessa scatola inviata da un amico modellista, mi chiesi e mò come lo faccio? Il 10 di settembre del 2006, partecipando alle celebrazioni per i 60 anni del 61° Stormo presso l'Aeroporto di Galatina, fotografai questo velivolo.

l’esemplare in questione, matricola 7254 con marche del 5° Stormo di Cervia, oltre ad essere particolarmente malconcio per la mimetica piuttosto usurata presentava la singolarità di avere sì le marche del 5° Stormo di Cervia ma sotto la pancia portava un Travel Pod con i colori e le marche dei gruppi caccia del 37° Stormo di Trapani Birgi, cosa alquanto strana data la rivalità tra i reparti. Da qui la decisione:” Lo Faccio così!”

Dalla scatola del kit Hasegawa si può ricavare un F 16 A plus. Per poter ricavare un ADF come quelli in leasing alla nostra forza aerea, è necessario effettuare alcune piccole modifiche per aggiungere quei particolari peculiari degli ADF Upgraded da F 16 A ed in più è necessario ringiovanire quei particolari che hanno subito ammodernamenti (ad esempio le rotaie d’estremità alare dei missili AA). Il kit dell’Hasegawa pur se in circolazione da molti anni, è sempre una delle scatole di riferimento per farci un F 16. Il dettaglio dei pannelli è in negativo, piuttosto corretto e con un buon dettaglio di carrelli, relativi vani e portelli degli stessi.

Le parti mobili delle ali non sono separate dalle stesse, l’abitacolo ha il dettaglio di base e se si monta il canopy in posizione chiusa il dettaglio è sufficiente. Per migliorare abbastanza basta aggiungere un seggiolino in resina ed il gioco è fatto. Per realizzare il nostro modello io ho scelto di aggiungere il pilotino sul seggiolino, chiudere il canopy, tagliare flaps e slats e posizionarli abbassati, posizionare i tailleron abbassati verso dietro, aggiungere le antennine tipiche della versione ADF, aggiungere le due carenature avionica alla base della deriva, rifare le rotaie dei misiili AA delle estremità alari e realizzare il Travel Pod.

Per riprodurre la versione ADF ho realizzato i due sets di antenne da posizionare sopra il muso e sotto la presa d’aria ventrale. Io ho proceduto tagliando le parti da un foglio di plasticard sottile. Il rettangolo di base s’incolla alle parti di fusoliera, poi con una pinzetta appuntita e mano ferma s’incollano le antennine (4 per set) con un filino di colla liquida (poly). Una volta asciugate, con il pennellino della colla liquida si affila il bordo anteriore e posteriore delle lame (affilatura chimica) e le caratteristiche “Bird slicers” (letterale affetta uccelli) sono pronte. Per il fuso alla base della deriva sono partito da un pezzettino di plastirod a sezione circolare da 2mm. A colpi di lima viene appiattito un lato e sagomate le punte e la curvatura. Poi si incolla in posizione con la colla liquida. Si lascia asciugare, si stucca il bordo col putty tamiya e si carteggia il tutto dando la giusta forma. Infine con una punta si incidono le linee di pannellatura.

Le rotaie dei sidewinder/amraam di estremità alare sono ricavate da un plastirod a sezione rettangolare. Viene sagomata la punta con la lima e scavata la scanalatura della rotaia con un colpo di dremel con disco da taglio in fibra di vetro. Con microscopici frammenti di plasticard si riproducono i dettagli presenti nella zona anteriore della stessa.

L’esemplare in questione aveva alla rotaia di dx attaccato un sidewinder da esercitazione senza alette che è stato riprodotto con un sidewinder al quale ho tagliato le alule anteriori e posteriori.

Per la realizzazione del travel pod, sono partito da un pod da esercitazione SUU 21 preso dall'F104 Esci al quale ho tagliato le estremità che ho rifatto con pezzi di serbatoi e bombe adattabili all’uso. Data la differenza di spessore ho inspessito la parte centrale con una lamina di plasticard da 0.5 e poi ho raccordato tutto con esteso uso di stucco.

Una volta limato, carteggiato dipinto e costruite le decals dei marchi, l’effetto, molto accattivante, è quello che vedete sopra. Il velivolo in questione, come già detto, aveva la mimetica piuttosto consumata (Per maggiori dettagli è disponibile una estesa walkaround nella sezione specifica di modellismosalento, link diretto: http://www.modellismosalento.it/walkaround/aerei/F16ADF/F16ADF.html) quindi particolare cura è stata dedicata alla colorazione. Per la verniciatura ho utilizzato un aerografo Valex a doppia azione con colori acrilici Lifecolor e Tamiya. Ho cominciato ripassando tutte le pannellature con il nero opaco, poi ho dato del Titanium Tamiya all’interno dei pannelli superiori della fusoliera e nella zona del cambio di colore della mimetica ai lati dell’abitacolo. Poi ho passato il grigio 36320 lifecolor sulle superfici inferiori e superiori e successivamente il grigio 36118 sempre lifecolor soltanto sopra. La demarcazione della mimetica è stata fatta a mano libera. Nel dare i grigi ho volutamente evitato di coprire completamente sia le preombreggiature che le pannellature consumate e dipinte in titanio.

Con varie velature di colore con toni di grigio, ancora più scurito e più schiarito, ho provveduto a spruzzare le striature che si vedono sopra le ali. Con il gridio schiarito ho provveduto a desaturare un poco alcune pannellature anche sulla deriva e sul muso.

Il radome è stato dipinto con un miscuglio di alcuni grigi mentre nel cono di scarico ho prima incollato delle striscioline di stagnola dei cioccolatini e poi ho dipinto il postbruciatore con gun metal e poi argento a pennello asciutto e l’interno dei flabelli con del bianco opaco striato con polvere di pastello nera. Il raccordo scarico-fusoliera è stato dipinto con l’argento e poi ripassato con con inchiostro azzurro diluito per dare il tradizionale effetto azzurro, del metallo ossidato per cottura, tipico di questo velivolo.

Alla fine, ma ancora con lo scarico ed il canopy mascherati, ho dato il trasparente lucido aircraft color acrilico, ho messo le decals dal foglio Italian Kits ed ho ripassato le pannellature con il nero ad olio; dopdichè ho dato una finitura finale con il trasparente opaco. Tolte le mascherature, ho montato carrelli, pitot ed aggiunto i dissipatori elettrostatici alle ali, alla deriva ed ai piani di coda. Alla fine il risultato è quello che vedete, il modello è gradevole e credo pure convincente. Si è volutamente scelto di non usare sets di conversione già pronti e di limitare le modifiche, per la trasformazione in ADF, a quelle più evidenti lasciando da parte altre decisamente meno evidenti. Spesso il riprodurre il pelo nell’uovo, non soltanto è inutile ma anche poco dovertente; io invece nel fare questo piccolo F 16 mi sono divertito un mondo ed ho riprodotto un soggetto credo fuori dell’ordinario dato il reparto ibrido di questa macchina in quel momento.

Buon Modellismo Silvio Pietropaolo