Altre Forme di Modellismo
Il “Pinewood”
di Antonio Guzzon
testo foto e modelli di Antonio Guzzon

 

Le origini

Pinewood (in italiano “legno di pino”) è nato in America circa 50 anni fa su iniziativa di movimenti Scouts. L’intento era quello di tenere i ragazzi lontani dalla strada impegnandoli con un’attività creativa, competitiva e con costi molto contenuti.

Oggi Pinewood si è esteso in molti altri Paesi, tra i quali pure la Svizzera, dove si tengono annualmente “Derbys” in quattro località: Bienne, Rohr, Stans e Winterthur.

 

 

Lo scopo

Lo scopo è quello di creare, con il materiale contenuto nelle confezioni originali, una figura di automobile o anche un’altra figura a piacimento. La confezione standard si presenta così:

 

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ossia

-          un blocco di legno di pino che misura (l x a x p) 18.3 x 3.9 x 4.4 cm.
-          quattro ruote in plastica.
-          quattro chiodi che servono da assi per le ruote.

 

Gli assi possono essere lubrificati con del silicone o della grafite, qualsiasi altro tipo di lubrificante è escluso. Non si possono usare interposizioni tra la ruota e il modello (p.es. ranelle), cuscinetti a sfera e qualsiasi tipo di sospensioni.

Al modello di base in legno si possono applicare accessori (sterzo, motore, fanaleria, sedili, ecc.) anche di altro materiale, a condizione che tali accessori non siano liberi di muoversi all’interno del modello o si  stacchino durante le gare. La costruzione deve quindi avere una robusta consistenza, anche perché oltrepassata la linea d’arrivo della pista, i modelli vengono forzatamente “frenati” (solitamente da un ostacolo in spugna o altro materiale morbido).

 

Le gare (derby)

I modelli che si intende far partecipare ai derbys vengono sottoposti al momento della loro iscrizione ad un controllo capillare (peso, misure, materiale, ruote, ecc.). Se superano il controllo essi vengono muniti di un contrassegno numerico e immediatamente consegnati a persone addette che li portano nella zona della gara. Da questo momento i modelli non possono più abbandonare tale zona (per evitare manipolazioni).
I modelli affrontano a 4 o 6 alla volta una gara di velocità, percorrendo solo grazie alla forza gravitazionale, ossia escludendo qualsiasi tipo di trazione o spinta, una pista lunga circa 20 metri con diversi gradi di pendio. I tempi vengono rilevati da una fotocellula che li invia ad un PC. Il totale dei tempi registrati di ogni modello in una serie di “discese” (solitamente sono 6) designa i finalisti. Una ulteriore serie di discese elegge il vincitore.

Inoltre, il pubblico presente vota per il modello che ritiene più bello e quello più originale. Pure queste due categorie vengono premiate.

 

Misure e pesi da osservare

Il modello deve rispettare le seguenti norme (Maximalgewicht = Peso massimo 140 gr.)

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Ecco alcuni esempi di modelli. Essi potrebbero comunque avere anche altre forme a fantasia. Si sono visti dei “ferri da stiro su ruote” come ha fatto una signora sulla sessantina l’anno scorso, o anche un pianoforte su ruote, una barca, un sofà con tanto di cuscini, una locomotiva, ecc. ecc.

 

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Avrete notato che i miei modelli hanno la carrozzeria che si estende fino al limite esterno delle ruote. Ciò è concesso dal regolamento fintanto che non si superano i limiti massimi della larghezza (7 cm.) Per fare questo io aggiungo dei pannelli di legno di balsa ai lati del blocco di legno ufficiale. Il legno di balsa è leggerissimo e quindi da lavorare con estrema attenzione.

 

La velocità

In ossequio alla legge della forza gravitazionale, più il modello è pesante, più è veloce. Il peso dei modelli è quindi un fattore di primaria importanza. Per tal motivo i modelli non possono superare i 140 grammi (fa stato la bilancia al momento del controllo prima delle gare).

Un altro fattore importante è la resistenza dell’aria all’avanzamento. Una forma aerodinamica favorisce la velocità.

 

Determinanti sono però le ruote e gli assi. I chiodi che fungono da perno centrale per le ruote devono essere conficcati nel legno in modo da creare angoli il più retti possibile tra le ruote e la pista. Già minime differenze di grado sono decisionali, in quanto i modelli non andrebbero diritti e la loro tendenza a sterzare causa uno sfregamento dell’interno delle ruote con la basetta direzionale all’interno della pista, con evidente rallentamento della corsa.

Le ruote hanno “difetti di fabbricazione” che devono essere eliminati o minimizzati. Per esempio hanno una lieve “protuberanza” proprio al centro del battistrada dovuta al loro stampaggio. Questa “protuberanza” causa un leggerissimo ma deleterio saltellamento delle ruote e deve essere eliminata.

Un altro tema è la distribuzione dei pesi. Qui ci sono opinioni constrastanti, con fautori del maggior peso all’avantreno, altri convinti che sia di gran lunga meglio un maggior peso al retrotreno e altri che invece difendono la teoria di una distribuzione equa dei pesi sugli assali.
Personalmente non ho una teoria mia, anche perché non mi è possibile fare delle prove, ossia non dispongo di una pista mia e di un congegno di rilevamento dei tempi. Sono però piuttosto del parere che una distribuzione omogenea dei pesi sia da preferire.
Di seguito alcune foto di miei modelli in lavorazione.

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Buon divertimento Antonio Guzzon