SAHARIANA – ABM 41/42 with 47/32 at gun
Kit Italeri Scala 1/35  cat. No. 6455

testo e foto di Gabriele Luciani
 Si ringrazia  la Italeri S.p.a. per il modello   gentilmente fornito   in recensione

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Per poter meglio contrastare le incursioni inglesi nei deserti libici ed al tempo stesso effettuare analoghe azioni in campo avverso, lo Stato Maggiore del Regio Esercito ritenne opportuno costituire appositi reparti, equipaggiati con automezzi armati e capaci di operare autonomamente a lungo raggio. Alla fine del 1942, il primo di questi veicoli ad essere prodotto, fu la Camionetta SPA-Viberti Mod. 42, realizzata in diversi esemplari ed in due serie produttive (ABM 41 e ABM 42, differenti per minimi particolari). Non è del tutto certo l’effettivo numero di veicoli costruiti fino al 1943 ma forse questi furono molto più di 150;  la prima serie fu distribuita per lo più a reparti operanti in Africa Settentrionale,i successivi furono impiegati sempre dal Regio Esercito ma in Sicilia nel luglio 1943 contro gli anglo- americani e l’8/9/1943 a Roma contro i tedeschi. Alcuni esemplari, recuperati dai militari della Repubblica Sociale Italiane, combatterono addirittura in Russia nel 1944 e furono gli ultimi ad opporsi all’ingresso a Roma degli americani nel giugno sempre del 1944. Nel dopo guerra, le camionette superstiti rimasero in servizio fino al 1954 nella Polizia di Stato. Questa camionetta era basata sul telaio e sulla meccanica dell’autoblinda AB 41 e le due serie costruite differivano all’esterno principalmente per la diversa configurazione dell’impiego cui erano destinate: la ABM 41 aveva pneumatici ottimizzati per l’uso sulla sabbia, due file da cinque taniche ciascuna sui fianchi mentre la ABM 42, distribuita ai reparti quando oramai tutte le colonie erano perse, aveva gommature tipo “Artiglio” e la fila superiore di taniche era sostituita su entrambi i lati da un lungo contenitore. Il mezzo aveva al centro del vano equipaggio un armamento che poteva essere costituito da una mitragliera da 20 mm, una spingarda Solothurn sempre da 20 mm o il cannoncino da 47/32. A questo armamento principale si accompagnavano altri armi più leggere: al fianco destro del guidatore e nella parte posteriore dello scafo c’erano tre postazioni che consentivano di montare altrettante mitragliere.

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  La cover box del kit

Si tratta dunque di uno dei mezzi più “caratteristici” fra quelli usati dal Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, tale comunque da suscitare grande interesse fra gli appassionati: per molti anni però la sola possibilità di riprodurlo in scala consisteva nei due kit in resina (rispettivamente per la ABM 41 e la AMB 42, entrambi con la mitragliera da 20 mm) della romana Italsedi, disponibili agli inizi degli anni 90 e poi recuperati qualche anno dopo dalla Historica Production di Padova che mise in listino diversi armamenti da innestare su questi kits, di buon livello mai molto reperibili con facilità sul mercato. Dal 2006, sulla scia del lusinghiero successo commerciale ottenuto con i suoi   modelli delle blindo AB 40,41,43, l’Italeri ha prodotto un kit della ABM 41 con l’armamento principale costituito dalla mitragliera da 20 mm, kit denominato Camionetta AS 42 Sahariana, (cat. no. 6452), utilizzando alcune parti del modello della blinda ed aggiungendovi parti foto incise, un libretto suppletivo con foto del mezzo reale e del modello in costruzione e  pezzi in resina per due figurini e parte del motore. A distanza di un anno, seguendo in effetti una ottima linea produttiva e commerciale, la ditta bolognese, sfruttando quasi l’80% del precedente stampo, togliendo il libretto e le parti in resina, ha “sfornato” un nuovo kit della ABM 41, con il cannoncino da 47/32 e con parti suppletive per realizzare in alternativa l’AMB 42, sempre con il medesimo armamento principale.


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  Stampata A


Aprendo la confezione del nuovo kit (numero di catalogo 6455) troviamo ben sei stampate in plastica, un set di fotoincisioni, la canna del 47/32 in metallo bianco, decals e due tipi di pneumatici, un pezzetto di acetato trasparente. La prima stampata, contrassegnata dalla lettera A era già nel kit delle AB e della precedente Sahariana, ed è relativa al telaio del mezzo. Altri pezzi dei precedenti modelli infatti sono stati ripresi ed opportunamente sfruttati anche per questo modello, un po’ come è successo a suo tempo nella realtà….

   


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Stampate B e G

Le due stampate contrassegnate dalle lettere B e G sono unite da uno stesso telaio e sono entrambe doppie, con le B che sono anche loro identiche a quelle inserite nei kits delle blindo della serie AB e dell’altra Sahariana; anche la G è identica a quella del kit della Sahariana. I pezzi delle stampate con le lettere B sono relative alle ruote motrici ed al complesso dei loro ammortizzatori mentre le stampate con le lettere G riguardano le taniche poste ai lati ed ai sedili dell’equipaggio. Le taniche erano il particolare esterno più peculiare del mezzo ma il kit Italeri purtroppo non cattura al meglio il loro aspetto, sembrando in effetti un ibrido fra i contenitori tedeschi ed italiani dell’epoca. Inoltre le file delle cinque taniche laterali sono state rispettivamente riprodotte ognuna in due soli pezzi che le raffigura troppo strette fra di loro.  Alcuni pezzi, come ad esempio quello che riproduce la tiranteria dello sterzo,  sono veramente molto sottili e si corre realmente il rischio di romperli se non si procede con cautela al loro distacco dall’albero di stampa ed al relativo assemblaggio.

 

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 Stampata C


La stampata C è comune ai due modelli delle Sahariane ed è relativa per lo più alla carrozzeria del veicolo.

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  Stampata  F


Peculiari  a questo kit sono invece le ultime due stampate di cui (la F) relativa alla riproduzione dell’armamento principale e al suo armamento.


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Stampata H

La stampata H è relativa ai due contenitori laterali tipici nella seconda serie della Sahariana e ai porta taniche della fila inferiore quando le stesse non erano portate.

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 Le gomme del kit: a sx le “artiglio” a dx  i pneumatici per la sabbia

Come per tutti gli altri suoi kits delle blindo e della Sahariana, anche in questo la Italeri ha riprodotto in vinile le gomme: in questo caso ci sono i due tipi di pneumatici, anche questi ripresi dai precedenti modelli.

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Le foto- incisioni e a dx la canna in metallo bianco

Le fotoincisioni sono identiche a quelle già inserite nel kit della precedente Sahariana: lo spessore di queste fotoincisioni è finalmente adeguato. Tante volte in passato ho avuto a che fare con analoghi pezzi che però al minimo urto o nel corso del distacco dal telaio di stampa si piegavano subito in modo errato ed  irreversibile tanto da divenire alla fine di difficile se non impossibile utilizzazione … Queste foto incisioni della Italeri invece possono essere “lavorate” con relativa tranquillità e riproducono con buona fedeltà  i porta taniche anteriori nonchè le griglie traforate che venivano utilizzate da questi mezzi in teatro desertico. Il kit poi fornisce la canna in metallo bianco del cannone per chi volesse optare per questa soluzione evitando l’uso dell’analogo pezzo in plastica del kit. Il pezzo in metallo bianco inoltre si unisce a quelli che riproducono la culatta del cannone senza alcun problema di sorta.

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Il foglio decals

Il foglio decals consente di realizzare tre diversi esemplari di altrettanti reparti del Regio Esercito; nel foglio istruzioni c’è un refuso in quanto viene invertita l’appartenenza degli esemplari indicati dalle lettera B e C. La prima camionetta è una ABM-42 con la mimetica a chiazze di due toni di marrone rossiccio e verde medio su fondo giallo sabbia, cui viene attribuita la targa R.E. 1206 B: questa è una delle 24 camionette assegnate nell’agosto 1943 al Comando  Gruppo Formazioni “A”  di stanza a Roma.  La seconda camionetta ha la targa R.E. 791 B ed apparteneva al Raggruppamento Sahariano, reparto impiegato in Africa Settentrionale nel dicembre 1942 e poi in Tunisia fino all’aprile 1943.  Il terzo ed ultimo  veicolo ha la targa R.E. 1181 B ed era in dotazione al X Reggimento Arditi. Queste assegnazioni sono tratte dall’opera “Gli autoveicoli da combattimento dell’Esercito Italiano – volume secondo 1940-1943 a firma di Nicola Pignato e Filippo Cappellano edita dall’Ufficio Storico dell’Esercito Italiano (pagg. 446 e segg.) e contrastano con quanto riportato dal foglio istruzioni Italeri che assegna la prima e la terza camionetta ad altri reparti: sinceramente vista l’autorevolezza dei due studiosi sono portato a ritenere più verosimili i risultati delle loro ricerche. Oltre alle targhe il foglio fornisce anche il cruscotto del conducente e purtroppo anche lo stemma di stato presente sui mezzi del Regio Esercito fino al 25.7.1943: vista la presenza nel kit di una lastra di fotoincisioni mi chiedo perché l’Italeri non abbia realizzato molto più realisticamente questo importante dettaglio con un pezzo foto inciso (e con i relativi rilievi) anche perché questo stemma riceveva la colorazione di fondo del mezzo, colorazione che non  si può certo dare ad un a decals…C’è solo da sperare che la ditta bolognese per i suoi prossimi modelli di mezzi italiani cambi questo stato di cose o che qualche produttore di sets di arricchimento e di dettaglio provveda a fornire questo stemma (magari la Model Victoria che lo ha già realizzato per il suo FIAT 626) in un apposito set.. Le decals comunque sono di ottima qualità: non presentano quasi il film di sostegno, e reagiscono ottimamente con i liquidi emollienti, aderendo perfettamente al modello.

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La costruzione del modello inizia dal telaio del mezzo: in questa fase, per avere poi una maggiore libertà durante le fase di colorazione ed invecchiamento del modello, è opportuno omettere l’unione al medesimo telaio dei pezzi raffiguranti i cerchioni delle ruote ed i vari gruppi ammortizzatori. Se in questa fase non ci sono problemi di sorta, quando si uniranno i pezzi raffiguranti le paratie anteriori e laterali dello scafo  del mezzo (pezzi 48 C e 49 C) si dovrà stare molto attenti alla giunzione della parte anteriore degli stessi, aiutandosi con la lunetta del pezzo 1 C. L’uso dello stucco si rende quasi indispensabile per uniformare il tutto, mentre è obbligatorio usare plasticare e stucco per “tappare” due buchi abbastanza grossi che sussistono in prossimità dell’interno dei parafanghi anteriori, anche quando si unisce al telaio inferiore del mezzo la sua carrozzeria. Questa operazione si rende necessaria, anche tenuto conto della successiva unione alla carrozzeria del cofano anteriore (pezzo 25 C), in quanto se si prova ad osservare il modello montato senza tale correzione, da dietro e da un piano di poco superiore, si notano subito questi

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due “buchi” e non penso proprio che nella realtà le ABM avessero tali aperture e così ampie, altrimenti il vano equipaggio si sarebbe ben presto riempito di sporcizia, e durante la marcia in ambiente desertico la sabbia alzata dalle ruote anteriori sarebbe andata di certo ad infastidire pesantemente il guidatore del mezzo… In questo modello non troviamo la riproduzione del motore già presente nel kit della Camionetta AS 42 Sahariana e quindi si può procedere speditamente alla chiusura del relativo vano.

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I vari pezzi che riproducono i vani laterali e la copertura superiore del vano motore con relative griglie d’aerazione, nonché i parafanghi posteriori, si uniscono fra loro ed alla

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restante carrozzeria del mezzo con relativa facilità ma purtroppo non si può evitare di usare lo stucco per eliminare i vari segni di giunzione di queste parti, specie per la copertura superiore, sono un po’ troppo evidenti.

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Si arriva quindi all’unione dei due contenitori laterali superiori, se si sceglie di riprodurre una ABM 42. A questo punto ci si accorge che i pezzi  del modello che dovrebbero riprodurre in scala questi contenitori ( parti 2H e 6 H ), sono troppo corti sia in lunghezza e che in altezza: basta appoggiarli senza incollarli sulle fiancate della Sahariana in costruzione e confrontare il risultato con la foto del mezzo reale, visto di lato, pubblicata a pag. 554, del secondo tomo dell’opera a firma di Lucio Ceva e Andrea Curami, “La meccanizzazione dell’esercito italiano fino al 1943” edita nel 1994 dallo Stato maggiore dell’Esercito. Senza modifiche quindi, i pezzi medesimi si discostano troppo dai due parafanghi e così come sono non sono utilizzabili in quanto lo spazio sarebbe troppo marcato mentre . Al momento, anche per ovviare a questo difetto del kit (invero non da poco…) non è previsto un set di correzione, ma si può tentare autarchicamente di porvi rimedio, modificando i due contenitori offerti dal kit. Praticamente, sezionando i contenitori in quattro parti, si devono inserire all’interne di queste stesse parti, degli spessori di plastica in modo da portarli a misure più veritiere, aiutandosi anche con  i trittici di questo mezzo pubblicati a pag. 127 della monografia “I mezzi Blindo-corazzati italiani 1923-1943” a firma di Nicola Pignato, edizioni Storia Militare, fotocopiati in modo da portarli alla scala 1/35.

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E’ chiaro che l’inserimento degli spessori in plastica non sarà esente dall’uso dello stucco…

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…ma il risultato finale corrisponderà molto di più alla realtà…


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In alto le taniche del kit Italeri - in basso quelle di Model Victoria
e i relativi pianali  autocostruiti

Le Sahariane  usate in ambiente desertico non operavano senza le file di taniche ai due lati della carrozzeria mentre quella della seconda serie,una volta assegnate al reparto, potevano non portare con se le taniche delle file inferiori. Come già detto, anche le taniche del kit non sono esenti da difetti nella riproduzione di quelle reali e per di più  sono   un elemento caratteristico di questo mezzo. Per ovviare a questo problema ho avuto un grande aiuto da Paolo Marcuzzi, titolare della Model Victoria: nella produzione della ditta friulana infatti, c’è un set di taniche di tipo tedesco e di tipo italiano; Paolo mi ha fornito quelle italiane in numero necessario a completare due modelli (ovvero 14 per la ABM 42 e 24 per la ABM 41) e molto probabilmente realizzerà un apposito set per il kit Italeri. Le taniche in resina della Model Victoria oltre ad essere più realistiche nella forma e nelle scanalature esterne, sono riprodotte singolarmente ed una volta poste in posizione, hanno anche un aspetto meno stretto di quelle raffigurate dai pezzi del modello Italeri. In questo caso, modificare le parti del kit  è più complicato rispetto alla correzione dei contenitori delle ABM 42, in quanto si tratterebbe quanto meno di stuccare le scanalature delle taniche in plastiche e di re-incidere le stesse scanalature e non credo proprio sia una operazione semplice, considerando di dover ripetere questa operazione per decine di pezzi…Utilizzando le taniche della Model Victoria si dovrà però procedere ad auto costruirsi, sempre con pezzi di plastica, i relativi sostegni che difficilmente si posso recuperare da quelli stampati solidalmente con le taniche del kit, anche perché pure loro soffrono dello stesso difetto in lunghezza dei contenitori superiori delle Sahariane metropolitane mod. 42. Complicato anche usare i pezzi 1 H e 7 H , previsti dall’Italeri per le ABM 42 che, una volta assegnate al reparto, non continuavano a portare con se le taniche delle file inferiori. Autocostruire però questi sostegni in fin dei conti non è molto difficile considerando che basta utilizzare come base orizzontale una striscia di plastica di poco più larga delle taniche e lunga fino a sfiorare i parafanghi del mezzo; a questa base si dovranno aggiungere delle “cornici” verticali alte 1,5 mm circa. 

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In alto le taniche del kit Italeri - in basso quelle Model Victoria


L’utilizzazione delle taniche Model Victoria conferisce all’aspetto del modello un maggiore realismo rispetto a quelle del kit, sia nel caso si voglia realizzare una Sahariana della prima serie…


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Il modello della ABM 42 in costruzione  con le modifiche descritte nel testo al contenitore laterale e le taniche Model Victoria

…sia nel caso si voglia realizzare un  esemplare della seconda serie. I pezzi foto incisi che riproducono dei sostegni laterali delle taniche (pezzi 6 e 7) si possono utilizzare con tranquillità anche se si sono utilizzate le taniche Model Victoria, essendo di lunghezza adeguata.    Anche i canestri delle taniche portate sui parafanghi anteriori possono essere utilizzate con le taniche Model Victoria ed anzi c’è da dire che hanno un aspetto molto convincente così come la riproduzione dell’armamento (cannone e mitragliatrici) e degli attrezzi da zappatore forniti dal kit . Un po’ meno convincente invece l’aspetto del pezzo che riproduce ripiegato il telone  del mezzo (numero 18 C).

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Le altre fasi dell’assemblaggio del kit, in buona sostanza, non danno adito a preoccupazioni di sorta; è meglio aprire i pezzi 18G che riproducono i vetri dei fari anteriori (nel caso si riproduca un veicolo senza i telini di copertura di questi fari) lasciando solo le cornici, per poi realizzare a colorazione ultimata le vetrature con il Syntaglass della Toffano; sempre  a colorazione ultimata è conveniente posporre, l’unione al veicolo dell’armamento, degli attrezzi da zappatore e delle ruote. Come precisato il kit consente di realizzare un ABM 42 o una ABM 41, entrambe con  il cannone da 47/32 ma scambiando questo armamento con quello la mitragliera da 20 mm presente nel precedente kit della ABM 41 (ovvero il modello denominato Camionetta AS 42 Sahariana) si potrebbe anche realizzare una ABM 42 con la mitragliera e sempre una ABM 41 con il cannone da 47/32, senza sprecare nulla.


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Tornando al kit in oggetto, ho realizzato con lo stesso, una la delle 24 camionette assegnate nell’agosto 1943 al Comando  Gruppo Formazioni “A”  di stanza a Roma, ovvero quella con la  targa R.E. 1206 B suggerita dal kit Italeri  avendo come riferimento una foto di un esemplare di questa versione della macchina pubblicata a pag. 462 dell’opera “Gli autoveicoli da combattimento dell’Esercito Italiano – volume secondo 1940-1943 a firma di Nicola Pignato e Filippo Cappellano edita dall’Ufficio Storico dell’Esercito Italiano. I mezzi corazzati prodotti nel 1943, venivano consegnati dalle fabbriche produttrici o erano ridipinti in reparto con la nuova mimetica adottata dal Regio Esercito, consistente in una chiazzatura di macchie verde medio e marrone rossiccio sul giallo sabbia, simile a

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quella dei coevi veicoli tedeschi. Nel caso delle Sahariane metropolitane, la chiazzatura

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poteva estendersi…anche alle due file di taniche poste ai lati dei mezzi, come mi sembra di poter arguire dall’esame della foto appena citata . I mezzi erano stati consegnati da poco ai reparti e quindi non avevano avuto certo il tempo di subire una rilevante usura operativa.

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 Per riprodurre questi colori ho utilizzato smalti Humbrol, ovvero il 93 (giallo) 149 (verde) e 107 (bruno) lasciando le pareti interne del vano equipaggio in giallo sabbia uniforme non essendo certo dall’esame delle foto dei mezzi reali che le chiazze si estendessero anche a talli zone. Ho ritenuto poi che un po’ di usura avesse “investito” i  pneumatici, in questo caso del tipo “Artiglio”,  passando sul battistrada degli stessi un grigio chiaro Testor’s, stesso grigio passato all’interno dei parafanghi . Strumentazione, volante, leveraggi del cambio e del freno, pedali sono tutti in nero opaco. Il fanalino posteriore sulla targa l’ho verniciato con un rosso che ho utilizzato anche per alcune delle spie presenti sul quadro strumenti; la marmitta va in metallo anodizzato mentre canna del cannone e parte del suo affusto nonché la mitragliatrice Breda 37 che era a destra del guidatore,la parte metallica degli attrezzi da zappatore  in metallo brunito. In argento invece  i due specchietti e l’interno dei fari anteriori. Il mezzo non sembra avere alcuna insegna di reparto e quindi sul modello ho messo solo le targhe fornite come decals dal kit.


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Per riprodurre le vetrature del parabrezza ho utilizzato il prezioso schema delle istruzioni

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ritagliando i panelli vetrati dal piccolo foglio in acetato trasparente inserito nel kit.

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Una volta inseriti nel telaio del parabrezza, ho impolverato leggermente gli stessi pannelli  


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Procedendo poi all’unione al mezzo di tutte le parti che avevo momentaneamente messo da parte terminando così la costruzione di questo modello.

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Come già detto, con il medesimo kit si può riprodurre la prima serie della AS 42 oppure, per  ottenere lo stesso risultato, scambiare i pezzi che riproducono l’armamento principale delle due serie presenti nei due diversi modelli della Italeri dedicati alla Sahariana. Ho quindi preso il cannone da 47/32 di un kit della ABM 41/42 e l’ho utilizzato con un kit della Camionetta AS 42 Sahariana per realizzare uno dei mezzi in carico al Raggruppamento Sahariano con  targa R.E. 791 B: una foto di questo mezzo è stata pubblicata anche nell’opuscoletto inserito dall’Italeri nel suo kit della Camionetta AS 42 Sahariana (cat. no. 6452). Questa immagine fa vedere un  mezzo sporco ed usurato, come le altre macchine dello stesso reparto, decisamente molto impegnato nei combattimenti nel teatro dell’Africa Settentrionale. La stessa foto fa intravedere che sul cofano motore è stato dipinto il tricolore italiano ed altre insegne sono solo le due targhe e, con ogni probabilità, lo stemma metallico del Regio Esercito posto sul porta taniche parafango anteriore sinistro  .  Anche se presente nel foglio decals, ho preferito riprodurre la bandiera italiana ridipingendola; per le targhe ho utilizzato quelle del kit Italeri cat. no 6455.

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AI lati dei parafanghi posteriori erano state messe le due grelle traforate riprodotte dal kit Italeri con pezzi foto incisi: questi, prima di essere incollati al modello,  andrebbero piegati agli angoli per simularne l’usura.

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La riproduzione del motore e delle ventole di raffreddamento dello stesso, sono in resina mentre altri particolari sono in plastica: si inseriscono con facilità nel relativo vano che “riempono” abbastanza bene e sono una buona base per un ulteriore lavorìo di arricchimento di dettagli. Per farlo vedere si può lasciare aperto il cofano piegando come suggerito dalle istruzioni il pezzo 27 c.

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Il resto della costruzione è del tutto analogo al modello dell’ABM 42, con una mitragliatrice cal. 8 (presa da un kit Italeri dell’M 13/40) alla destra del guidatore, i pneumatici per l’uso nel deserto, i fanali “oscurati” con un telo. La colorazione del mezzo  è in un giallo sabbia uniforme (con qualche tanica di colore più scuro, con ogni probabilità in verde) e dalla foto citata la carrozzeria del mezzo all’esterno appare abbastanza sporca ed invecchiata: è quindi del tutto logico presupporre che anche il vano equipaggio fosse nelle medesime condizioni. Ho ritenuto opportuno quindi lumeggiare i molti spigoli con del giallo più chiaro, ripassandoli ancora con del metallo per simulare usura e scrostature varie. Il grigio chiaro steso ad aerografo serve anche in questo caso per dare l’effetto della polvere e della sabbia depositatasi  su tutto il mezzo, parabrezza compreso,  durante l’uso.

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Sia all’interno del mezzo che all’esterno ho messo qualche ulteriore tanica suppletiva, e degli zainetti preso da altri modelli, riproducendo le relative stringhe con striscioline di     

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plastica. Non ho utilizzato le casse di munizioni del cannone presenti del kit Italeri in quanto

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mi riprometto di utilizzare quelle molto più particolareggiate del recente set della Model

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Victoria (cod. 4078) dedicato ai diversi tipi di casse utilizzate dalla fanteria italiana durante

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la 2° guerra mondiale per il trasporto delle varie munizioni in  dotazione al R.E.. La costruzione di questo modello segue quindi la via già percorsa per l’altro kit della Sahariana metropolitana.

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Una volta finiti i due modelli e messi vicini , in effetti … sono molto belli da vedere: così simili ed al tempo stesso abbastanza diversi !!!
Gabriele Luciani