M 26 Pershing del Reggimento Lancieri di Novara (5)

 Italia anni 50

Da kit Hobby Boss  scala 1/35 cat. no. 82424

 

testo e foto di Gabriele Luciani

Nel dicembre 1941, malgrado fossero gi al vertice dei paesi industrializzati, gli Stati Uniti entrarono in guerra con delle forze armate non allaltezza della situazione: molte delle loro dotazioni infatti erano di qualit scadente o inadeguate al confronto con quelle avversarie. I carri armati in particolare non si sarebbero potuti validamente opporsi ai coevi carri tedeschi e i responsabili dellUS Army, contando proprio sulle capacit dellindustria automobilistica statunitense, vararono un programma di aggiornamento che dopo ladozione del carro medio M 3 Lee, port ad un ottimale sviluppo dallo stesso corazzato  nel successivo M 4 Sherman . Questo era nel complesso un buon sistema darma, tanto da diventare il carro standard non solo dellesercito americano ma anche da essere adottato da tutte le nazioni alleate durante la 2 g.m.; lo Sherman comunque non sarebbe stato ancora allaltezza dei pi pesanti corazzati che sarebbero entrati in servizio con la  Wehrmacht  come i Tiger. Si decise quindi di programmare anche ladozione di un carro  pesante ma alcune incertezze nelle definizione delle caratteristiche di questo corazzato ne fecero slittare la realizzazione  fino al  marzo del 1944  quando vennero realizzata una serie sperimentale del T 26 E 1: di questi una ventina nel gennaio 1945 vennero inviati in Europa per una esperienza operativa in base alla quale vennero decise alcune modifiche che portarono al T.26 E 3 nato nel marzo 1945 e rinominato M 26 Pershing. Di questi  ne vennero costruiti 1.436 esemplari dal novembre 1944 al giungo 1945, ormai solo in tempo per trovare un impiegato nel teatro del Pacifico; fu solo dopo la seconda guerra mondiale e precisamente in Corea, che gli M.26, inviati in emergenza, vennero usati in un modo estensivo, combattendo efficacemente i T 34 cinesi e nord coreani. Nel 1952, insieme a diversi altri corazzati americani ed inglesi, anche lM.26 venne fornito in maniera copiosa allEsercito Italiano, venendo distribuito ai reggimenti carri delle divisioni corazzate nonch al reggimento di Cavalleria Blindata Lancieri di Novara (5) che ebbe cos tanti Pershing da essere elevato al rango di reggimento carri, su uno squadrone comando e tre gruppi squadroni. Sempre con lM.26 vennero formati diversi battaglioni carri autonomi e di supporto ma ben presto questo carro venne sostituito in pochi anni dallM.47 Patton che gi nellUS Army lo aveva fatto metter da parte. Il destino avverso dellM 26, arrivato troppo tardi in servizio e quando gi si stava decidendo ladozione di un tipo ancora pi moderno e pesante come lM 47, ha reso il Pershing un mezzo un po misconosciuto, questo  malgrado le foto dellepoca riprese nelle caserme dei Lancieri di Novara (5)   diano testimonianza di un reparto riccamente dotato di mezzi. Le immagini in questione sono state recentemente edite sul volume terzo dellopera Gli autoveicoli da combattimento dellEsercito Italiano a firma di Filippo Cappellano e Nicola Pignato pubblicata dallUfficio Storico dello S.M.E. , come al solito unottima fonte di documentazione tecnica e storica sui mezzi italiani, in questo caso nel periodo compreso fra il 1945 e il 1955: le foto sono quindi alla base della riproduzione di un mezzo di un M 26 di  Novara che ho voluto realizzare in scala 1/35 con il nuovo kit della ditta Hobbyboss, distribuita in Italia dalla Astromodel di Genova.

 

 

 

La ditta asiatica ha in catalogo diverse confezioni dedicate alle varie sottoversioni del Pershing: infatti sullesterno dei mezzi prodotti si susseguirono nel tempo alcune differenze nella configurazione del freno di bocca del cannone e del rigonfiamento frontale fra i due portelli, del tipo di ruota di trazione dei cingoli nonch proprio per i cingoli usati che potevano essere di un tipo interamente metallico oppure con i pattini in gomma, simili a quelli dellM.47. Dallesame delle immagini dei carri di Novara sulla citata pubblicazione ho potuto constatare che questo reparto di cavalleria ha avuto contemporaneamente carri con i diversi freni di bocca e con i due tipi di cingoli.

 

  Ruota motrice senza fori di alleggerimento di un M 26 conservato a Lecce

 

Una delle immagini che per mostrano chiaramente pi lati di uno di questi carri,  fanno vedere che tale M 26 ha un tipo di ruota senza fori di alleggerimento

Disco guida cingolo della ruota motrice di un M 26 conservato a Lecce

 

e con il disco guida cingolo interno, con cingoli con pattini di gomma, il freno di bocca con gli evacuatori e il rigonfiamento frontale fra i portelli stondato.

 Cingoli con pattini in gomma di un M 26 conservato a Lecce

  Cannone con freno di bocca di un M 26 conservato a Lecce

 

Per riprodurre un carro di Novara ho scelto questa configurazione ed ho ritenuto di partire dalla confezione contrassegnata dal numero di catalogo 82424 che presenta gran parte delle caratteristiche appena evidenziate ad eccezione del tipo di cingoli che sono quelli di tipo metallico e le ruote di rinvio con i fori di alleggerimento.

 

 

La prima impressione che si ha aprendo la scatola del kit quella di un modello ricchissimo di pezzi con i telai che quasi faticano a rimanere dentro la stessa scatolaSette stampate grandi, tre pi piccole, lo scafo inferiore e la parte superiore della torretta come pezzi singoli, una piccola lastrina di foto incisioni, cingoli in vinile e un foglietto decals. I pezzi in plastica sono esenti da sbavature e i segni degli estrattori sono presenti su pochi pezzi e solo sulla parte che non sar visibile una volta assemblato il modello. La stampata A, relativa alle ruote dei cingoli, doppia .

 

 

La stampata B in parte dedicata ai bracci delle sospensioni ed in parte a particolari dello scafo e della torretta. Da notare che la volata del cannone in due pezzi, separati dal resto del cannone: il loro assemblaggio si completer bene solo con una buona stuccatura.

 

 

La stampata D inerente a componenti interne allo scafo del carro: ci sono infatti due grossi pezzi che una volta inseriti fungeranno quasi da binari per gli assali degli ammortizzatori dei cingoli; altre parti serviranno per il vano motore.

 

 

Infatti questo kit, con la stampata E offe la possibilit di realizzare il motore del mezzo con i vari accessori (radiatori, scarichi, gruppo cambio differenziale etc.) mentre nulla previsto per il vano equipaggioA voler essere cattivi si direbbe che la pregressa presenza sul mercato di un set in resina che riproduce appunto il motore dellM.26 in scala 1/35 abbia convinto la Hobbyboss ad offrire gli stessi particolari nel suo kit

 

 

La stampata F inerente a particolari esterni dello scafo come i grembiuli dei cingoli che sui mezzi italiani sembra non essere mai stati utilizzati, gli sportelli del vano motore che quindi possono essere lasciati in posizione aperta, i vari contenitori esterni dove troviamo anche qualche residuo di stampa che si elimina in un secondo con un taglia balsa; cՏ da dire sempre su questi contenitori che la Dragon molti anni, sul suo kit dedicato allM 26 aveva fatto di meglio dando come pezzi separati le maniglie di apertura

 

 

 

La stampa G suddivisa in due telai e contiene i pezzi che riproducono fra gli altri i parafanghi anteriori e posteriori del treno di rotolamento, la parte bassa della torretta, i portelli del pilota e del mitragliere che potrebbero essere montati in posizione aperta, opzione purtroppo inficiata dalla totale assenza come gi detto di particolari inerente il vano equipaggio

 

 

Passando allesame delle altre stampate pi piccole si rileva che la prima, la C 1 contiene anche le ruote motrici dei cingoli come detto del tipo con i fori di alleggerimento.

 

 

La C 2 porta i pezzi che raffigurano la parte centrale della canna dellarmamento principale: divisi per lungo la loro unione dovr essere fatta con attenzione e richieder comunque lo stucco per eliminare i segni della loro giunzione; la  C 3 ha pochi pezzi veramente essenziali al completamento della costruzione del carro come alcuni occhioni di traino e la staffa del cannone in posizione di parcheggio.

 

 

Tre grossi pezzi sono il corpo del carro ovvero lo scafo

 

 

ed il soffitto dello scafo con tutte le aperture del cofano motore nonch una buona riproduzione delleffetto fusione di alcune superfici del mezzo

 

 

Infine la parte superiore della torretta anche essa con leffetto fusione.

 

 

La piccola lastrina in ottone foto inciso ha solo due pezzi riproducenti le griglie che erano  poste sui serbatoi della benzina; le decals sono chiaramente relative ad esemplari americani e sembrano di buona qualit .

 

 

I cingoli sono in vinile e come detto riproducono quelli interamente in metallo.

 

 

Poich il soggetto che ho deciso di riprodurre aveva i cingoli con i pattini in gonna e grazie alla squisita collaborazione della ditta Astromodel che distribuisce in Italia anche i prodotti AFV Club, ho potuto reperire la confezione AF 35037 di cingoli maglia per maglia in plastica iniettata, appunto della AFV Club con il tipo in questione, ovvero il T 84 E 1.

 

 

In questo set si trovano diverse stampate con i cingoli in numero molto pi che sufficiente per i due treni di rotolamento di un carro: si montano ad incastro anche se una volta posizionati sul modello costruito meglio fissare il tutto con un oculato incollaggio.

 

 

 

Hanno per il difetto di presentare sulla parte interna i segni degli estrattori, fatto questo che costringe ad una opera di carteggiatura degli stessi pezzo per pezzoInoltre i piolini dove si devono posizionare le maglie laterali e i rostri centrali sono molto fini e vanno trattati con una accorta delicatezza; realizzare i cingoli con questo set della AFV Club set un lavoro lungo ma alla fine molto appagante. Per riprodurre comunque un esemplare italiano potrebbero anche essere non indispensabili perch M 26 di altri reparti come il 101 btg. carristi avevano cingoli in metallo del tutto simili a quelli del kit della Hobby Boss.

 

A sinistra ruota piena dell M 26 dei Lancieri di Novara  - a destra ruota con fori dellM 26 del 101 btg. carri

 

Lesemplare da me scelto come detto aveva la ruota di trazione (era piena e con il disco guida cingolo) di un tipo diverso da quella del kit : ho proceduto pertanto ad uno scambio con quella con i fori di alleggerimento presente del modello Dragon cat. no. 6801 che relativo ad un M 26 con un freno di bocca del cannone senza evacuatori e con i cingoli di tipo metallico. 

 

 

  A sinistra: cingoli con pattini M 26 di Novara  – a destra  cingoli in metallo M 26 101 btg

 

Cos facendo non ho sprecato nulla ed ho potuto realizzare due M 26 diversi (ovvero uno dei Lancieri di Novara ed uno del 101 btg carr.), grazie anche al fatto che i pezzi si sono integrati alla perfezione con i modelli dove li utilizzavo e con i diversi cingoli .

 

 

Tornando alla costruzione del kit Hobbyboss, ho ritenuto di dover seguire pedissequamente le istruzioni quando suggeriscono di unire allo scafo inferiore del carro dapprima il pavimento del vano motore e le due pareti interne (fase 1), i bracci delle ruote dei cingoli (fase 2), mentre non ho fatto lo stesso con la fase 3: ho infatti unito gli ammortizzatori dei bracci delle ruote dei cingoli ma non le stesse ruote ritenendo molto pi opportuno posticipare lassemblaggio delle stesse ruote dopo la colorazione del modello . Per la stessa ragione non ho unito i cingoli della AFV Club e dopo aver dipinto di bianco linterno del vano motore, ho assemblato appunto il gruppo motore-cambio differenziale.

 

 

Il complesso una volta finito ed inserito nello scafo abbastanza completo e riempe bene lo scafo; ho seguito le indicazioni del kit quando suggeriscono di dipingere di rosso i pezzi che raffigurano i serbatoi benzina ma alla fine questo suggerimento mi sembrato abbastanza erroneo ed ho ridipinto gli stessi pezzi con il bianco

 

 

Una volta assemblato il tetto dello scafo si nota che non cՏ bisogno di stucco ma si dovr intervenire sul pezzo che raffigura la paratia che separa il vano motore  dal vano equipaggio in quanto se lasciato cos come impedisce alla torretta di inserirsi sullo scafoBisogner quindi limare questa paratia in corrispondenza dello scasso per inserire la torretta.

 

Visto come mi piaciuto il complesso motore, ho lasciato quasi tutti gli sportelli del vano in posizione aperta.

 

 

Peccato che anche per il vano equipaggio non ci sia qualcosa di analogo Naturalmente prima di chiudere il tutto va adeguatamente sporcato ed invecchiato: per fare questo ho usato fra laltro alcuni dei nuovi Tensocrom della Lifecolor .

 

 

Poco da dire sul resto della costruzione del modello se non un piccolo elementare trucchetto per riprodurre il telo presente dietro lo scudo del cannone: ho utilizzato infatti un pezzetto di pellicola trasparente tipo Domopak opportunamente modellata per raffigurare le pieghe del telo reale

 

 

Solo per la torretta, nella zona di giunzione delle due parti che la raffigurano, nella parte latero-posteriore si deve utilizzare un minimo di stucco .

 

 

Come per tutti i modelli di carri armati la parte pi interessante della costruzione sempre la colorazione , anche se nel caso dei mezzi italiano il loro colore sempre quello del verde oliva scuro uniforme, sia pure di tonalit differenti a seconda della provenienza originaria e dello stato di usura del corazzato. Le foto dei Pershing italiani in servizio raffigurano sempre dei mezzi dalla colorazione abbastanza usurata, senza scrostature ma sbiadita segno di un loro precedente utilizzo da parte statunitense. Per lM.26 ho quindi usato un verde oliva acrilico del set della Lifecolor dedicato appunto ai vari verde oliva utilizzati dallUS Army che ho steso ad aerografo su una base di grigio chiaro a smalto della Model Master.

 

 

 

Dopo aver provveduto ad una prima fase di invecchiamento dello scafo del mezzo, ho unito allo stesso le ruote ed i cingoli .

 

 

I cingoli sono stati pesantemente invecchiati: le parti in gomma di ruote e cingoli sono state riprodotte con del grigio scuro opaco lumeggiate con grigio chiaro. Le parti metalliche dei cingoli sono state riprodotte con alluminio anche loro in pi parti invecchiate con del bronzo opacizzato per riprodurre leffetto ruggine.

 

 

Sulla parte esterna dei cingoli, con il Milliput, ho riprodotto delle zolle di terreno che sono rimaste nelle maglie.

 

 

Sul resto dello scafo diversi sono stati i procedimenti di invecchiamento che ho adoperato: lavaggi ad olio specie per le griglie di areazione dei portelli del vano motore, lumeggiature con verde pi chiaro, polveri di gessetto di colore chiaro e marrone.

 

 

Le insegne dei mezzi dei Lancieri di Novara erano poche: sulla piastra frontale degli M 26 cera un rettangolo bianco a fondo trasparente al cui interno era posti il numero cinque in carattere romano  (Quinto Corpo dArmata) e poco pi su, le lance di cavalleria con allinterno il numero cinque in carattere arabo ad indicare il reparto di cavalleria; dalle foto non si vedono targhe anteriori. Ho ritenuto che prima di applicare le insegne il personale italiano abbia riverniciato se non almeno ripulito, le zone dove le stesse insegne dovevano essere apposte.

 

 

Dietro al carro che ho voluto riprodurre cՏ una targa rettangolare e una quadrato bianco con il numero 405 in stile stencils. Ho riprodotto tutte questi particolari con decals auto costruite con stampante laser a colori .

 

 

Ho infine sigillato il tutto con una passata finale di trasparente acrilico opaco della Model Master che ha contribuito anche lui a dare un ulteriore effetto di invecchiamento.  Alla fine della costruzione si pu constatare, ponendo il modello sui piani in scala, che il kit Hobbyboss riproduce con buona precisione le forme e le dimensioni di questo primo carro pesante prodotto degli U.S.A. .

 

 

In conclusione cՏ solo da dire che la produzione Hobbyboss per quanto riguarda i modelli in scala di mezzi terrestri pu essere ritenuta di un livello molto alto : spero quindi che vengano realizzati altri soggetti ancora non molto sfruttati e che possano anche loro essere utilizzati per la riproduzione di mezzi italiani, come appunto lM.26 Peshing.

 

 

Per ulteriori foto su un vero M 26 visitate la sezione walkround di www.modellismosalento.it .

Si ringrazia la Astromodel s.n.c. per il kit gentilmente fornito in recensione

Gabriele Luciani