ITALERI – Autoblinda SPA AB.43 scala 1/35

Ringrazio la Italeri S.p.a.  per il modello gentilmente fornitomi in recensione

Già da un primo esame delle stampate della AB 41, era lecito aspettarsi che la Italeri sfruttasse tale suo prodotto per realizzare i modelli delle altre blindo italiane di questa famiglia: nell’estate del 2006 è stata la volta della AB 43, ovvero l’ultimo tipo costruito,  caratterizzato all’esterno principalmente per una torretta dal disegno più schiacciata. Altri particolari (come un nuovo silenziatore, due contenitori di fumogeni e  vari porta taniche) erano già comparsi sulle ultime due serie di AB 41 prodotte durante la seconda guerra mondiale, in particolare sulla quarta. Anche la AB 43 fu utilizzata dalle forze tedesche, per lo più in Italia e nei Balcani, mentre non vi è alcuna prova, ad oggi, che anche i reparti della R.S.I. avessero avuto ufficialmente in organico la AB 43. Fu solo dopo il conflitto che alcuni esemplari di queste blindo tornarono in mani italiane, venendo date in dotazione anche alla Pubblica Sicurezza della neonata Repubblica Italiana.

Stante le caratteristiche dei mezzi reali è chiaro quindi che molte delle componenti del precedente modello si dovevano ritrovare nella nuova confezione ed infatti una stampata del modello della AB 41 (quella più grande con le componenti dello scafo e dell’armamento ) è rimasta inalterata,  mentre alle due con i cerchioni e le sospensioni,

sono state aggiunte fra le altre le riproduzioni di due taniche e dei relativi porta sostegni, e a quella con il telaio della blinda, un ulteriore telaio con le nuove torretta e marmitta.

Anche la riproduzione dei sei pneumatici con il battistrada tipo “Artiglio” è rimasta identica ovvero quella con altrettanti pezzi in vinile, una scelta che ha suscitato alcune perplessità, dovuta a precise esigenze di marketing: il mercato statunitense ad esempio, molto appetibile per qualsiasi marca modellistica, richiede preferibilmente tale soluzione che, in fin dei conti non appare poi tanto malvagia ed è seguita anche da altre ditte nel caso di riproduzioni di mezzi ruotati. In realtà il problema di queste ruote in vinile è la loro durata nel tempo una volta costruito il modello e riposto lo stesso nella nostra collezione…

Già comunque erano molti i set di ruote in resina usciti per la AB 41 che possono eventualmente essere utilizzati per eliminare ogni futuro rischio, naturalmente stando attenti ad utilizzare solo quelli con il battistrada giusto !
Essendo rimasto inalterato lo scafo del modello della AB 43 rispetto a quello della AB 41, sono poche quindi le note che si possono aggiungere sullo stesso rispetto a quanto già rilevato in precedenza da altri modellisti (fra i tanti interventi vedi quelli su Mezzi Corazzati n. 38 e n. 40) : la riduzione in scala di forme e dimensioni del mezzo reale appare rispettata con l’eccezione del numero delle griglie dei cofani del motore che almeno nella mia confezione erano ancora in numero insufficiente (nei kits di più recente produzione questo problema è stato corretto dalla Italeri ). Ci sono sempre i segni degli estrattori all’interno di molti pezzi e quelli all’esterno dello scafo nella zona delle ruote di scorta che fortunatamente vengono mascherate dalle stesse ruote; se però  si vuol montare il modello con gli sportelli dello scafo in posizione aperta (opzione ardua stante la scarsità degli interni…)  purtroppo questi segni daranno  fastidio.

Il distacco dei pezzi più grossi dagli alberi di stampa non crea grossi problemi mentre è un po’ più delicato quello dei più piccoli e filiformi;  alcuni di questi vanno ripuliti da qualche bavetta. La plastica è di un tipo abbastanza “pastoso” e per incollare i pezzi è sufficiente poca trielina (ottima sostituta della costosa colla liquida per modellismo…) per avere delle unioni abbastanza salde. La costruzione è molto semplice e, seguendo le istruzioni della Italeri, prosegue con una certa celerità, partendo dal telaio inferiore. In questa fase, bisogna stare attenti all’assemblaggio dei pezzi 10 B e 17 B (ovvero i vari tiranti delle ruote) e non c’è necessità di stucco come invece nella fase di assemblaggio dello scafo: andrà infatti usato in alcune piccole zone di contatto fra le varie pareti e più in particolare delle due piastre anteriori con i parafanghi delle ruote. La difficoltà non sta nel mettere lo stucco quanto nel lisciarlo poi, per il rischio di far saltare qualche bullone limitrofo alla zona dove si sta lavorando.  Bisogna stare poi attenti anche a come si posizione le quattro ruote per evitare di dare alle stesse delle inclinazioni che possono apparire alla fine “innaturali”.

Per correggere il numero insufficiente di griglie dei cofani motore (da sei a sette) ho usato lo stucco bicomponente epossidico della Milliput passandolo dapprima sui due pezzi in modo da ottenere dapprima una superficie uniforme. Una volta solidificatosi lo stucco, ho poi inciso le griglie evitando anche in questo caso il ricorso a set di correzione in resina…

L’assemblaggio si conclude abbastanza rapidamente se  si vuol realizzare il modello della AB 43 come da scatola: l’unica modifica che ho ritenuto opportuno fare è stata quella di aprire uno dei due fari anteriori e di forare le cornici dei fanali posteriori, riempiendoli tutti poi a colorazione ultimata con il nuovo liquido della Toffanol per riprodurre le parti vetrare;

se invece si vuole dettagliare gli interni allora si va incontro ad un problema serio, in quanto lo scafo al suo interno è, in buona sostanza, poco più di un guscio vuoto e solo la torretta ha qualche particolare interno… A meno quindi di un grosso lavoro di dettaglio con auto costruzioni o con qualche set aggiuntivo, la via quasi obbligatoria è quella di finire il kit in configurazione chiusa, al limite  con il busto del capo carro in torretta. Questa ultima si può lasciare con gli sportelli superiori e quello posteriore aperti e sembra aver rispettato

forme e dimensioni di quella reale; la riproduzione dell’armamento è identica a quella del modello della AB 41 con la parte terminale della volata affidata ad un pezzo (56 c) separato dalla canna: l’unione non è ottima e richiede un intervento di carteggiatura fatto in modo delicato per evitare soluzioni di continuità.

Il modello può essere quindi utilizzato per la riproduzione di tre esemplari tedeschi con la mimetica italiana a tre colori di reparti della  Wehrmacht stanziati in Italia dall’agosoto 1944 al marzo 1945 (ovvero  Begleitszug Stab Panzerjager Abt. 1057 - Gebirgsjager Division,  Panzerjager Abt. 165 - 65 Infanterie Division  e  Fallschirmjager Division ) ed uno del   Nucleo Celere della P.S. italiana . Queste formazioni vennero costituite nel 1944 per poter consentire alla Polizia di affrontare le drammatiche emergenze sociali di un paese stravolto dal passaggio della guerra sul suo territorio, con ampie zone dello stesso del tutto sottratte a qualsiasi controllo di legalità, e i gravi problemi di ordine pubblico in varie città, protrattisi anche nei primi anni del dopoguerra. Oltre alle blindo AB 41 e AB 43, le Sahariane di 2° serie, vennero recuperati anche carri armati di produzione italiana e diversi mezzi dai campi ARAR: fu dopo il 1947 (vedi un articolo del noto autore Nicola Pignato su Storia Modellismo C 3 marzo 1979 )  che per le superfici esterne dei mezzi della Polizia venne adottata la caratteristica livrea amaranto che fu impiegato  fino al 1960 quando fu sostituita da un colore verde oliva chiaro.

Chiaramente da integerrimo italianofilo non potevo che optare per una di queste blindo e nello scegliere la tinta modellistica da utilizzare per riprodurre il colore rosso della P.S. mi sono ricordato di un capitolo del volume “Dalla Libia al Libano” pubblicato nel 1994 a Taranto e sempre a firma del Prof. Nicola Pignato, dove, a pag. 116, venivano descritte le colorazioni dei mezzi italiani del secondo dopo guerra: per il colore della P.S. l’Autore fa riferimento al Federal Standard 21136 leggermente scurito, che ho ritenuto di realizzare in scala con lo smalto Humbrol  107 dato ad aerografo dopo aver passato prima una mano di fondo grigio chiaro sul modello assemblato.

Ho poi passato un lucido trasparente acrilico della Gunzee Sangyo ed ho quindi applicato le decals Italeri che si sono dimostrate di buona qualità con un adeguato potere adesivo e con un film di sostegno abbastanza trasparente. Dalle varie foto dell’epoca dei mezzi della P.S. (una di una AB 43 in servizio nei primi anni 50 è stata pubblicata sul numero 2/93 di Storia Militare)  il colore dei mezzi appare abbastanza lucido; ritenendo poi che anche queste blindo siano state utilizzate per lo più in centri abitati ho ritenuto opportuno dare solo una leggera patina di invecchiamento con una passata di grigio chiaro sotto lo scafo e sulle parti verticali più basse, all’interno dei parafanghi, sul battistrada dei pneumatici e in zone limitrofe ai cerchioni degli stessi, ultimissimi particolari che ho aggiunto al modello in quanto la blindo non aveva gli attrezzi da zappatore, i porta taniche e il contenitore posteriore dei fumogeni (le istruzioni del kit indicano chiaramente tutte queste omissioni). 
Alla fine della costruzione di questo kit c’è da dire che il suo colore rosso amaranto, una volta posto nell’ambito di una collezione di modelli di mezzi italiani, non lo farà passare comunque inosservato !  

Gabriele Luciani