Il 13° Stormo B.T. uno stormo piacentino di Carlo Lucchini
 Aviani & Aviani Editore
testo e foto di Gabriele Luciani
Si ringrazia la Aviani & Aviani Editore per la monografia gentilmente fornita in recensione 

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Il 13°Stormo Bombardamento Terrestre della Regia Aeronautica nasce il 19.5.1924  con una dotazione di biplani FIAT BR.1 : nel 1935 il reparto venne riequipaggiato con il primo bombardiere moderno italiano, ovvero il trimotore SIAI S.81 che venne sostituito dopo un solo anno dal FIAT BR.20. Al bimotore dell’industria piemontese il 13 St. rimase legato per  anni operando con lo stesso nei più impegnativi teatri nei quali  venne coinvolta la Regia Aeronautica: contro la Francia nel giugno 1940, l’Inghilterra alla fine del 1940 , la Grecia e la Jugoslavia nell’aprile del 1941, in Libia dall’agosto del 1941 fino all’estate del 1942. Dopo il ciclo operativo in Africa, lo Stormo rientrato in Italia, venne riequipaggiato con i controversi bimotori Caproni Ca. 313 e Ca. 314 passando dal ruolo bombardamento a quello della scorta ai convogli navali fra Italia,Grecia  e Libia, sino al  gennaio del 1943 quando lo Stormo venne sciolto. Lo studio delle vicende del 13° St. B.T. è  quindi molto interessante per chi si interessa della storia della Regia Aeronautica pure al fine di riprodurne i velivoli, anche perché i BR.20 delle squadriglie di questo reparto erano contraddistinti da una araldica molto variegata e che quasi non ha analoghi esempi in altre formazioni italiane del periodo.  Per tutto questo non può  passare inosservata, anche alla luce della recente uscita del kit in scala 1/48 che la Special Hobby ha dedicato a B.R.20, la bella monografia a firma di Carlo Lucchini, autore in precedenza ed insieme con altri noti scrittori di storia dell’aviazione italiana di opere su diversi reparti della R.A.,  inerente appunto il 13° Stormo, edita nel 2002 ed oggi riproposta dalla  Aviani & Aviani Editore,  casa  friulana che presente sul mercato da quasi 40 anni,  ha un congruo numero di libri in catalogo e chiaramente un sito internet (www.avianieditori.it/ ) cui si rimanda per la reperibilità dei suoi prodotti. Tornando al libro in questione, va sottolineato che il titolo fa riferimento alla principale base del reparto ovvero  all’aeroporto di San Damiano Piacentino, ancora oggi sede del 50° stormo dell’A.M.I.. e che già la copertina, con la raffigurazione di alcuni degli stemmi delle squadriglie e dello stormo, fa presagire la   notevole fattura che  contraddistingue questa monografia.

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Il testo infatti è ben redatto, preciso e mai noioso: con le diverse decine di foto costituisce un insieme di quasi 150 pagine la cui lettura è a dir poco piacevole, rivelandosi senza dubbio un’ottima fonte documentale. La monografia è suddivisa opportunamente in capitoli che seguono i cicli operativi del 13° stormo mentre le immagini sono tali da dare un panorama abbastanza completo delle vicende esaminate, foto pubblicate sempre con una buona qualità di stampa.  La parte iconografica è anzi preponderante rispetto al testo e sembra quasi che Carlo  Lucchini abbia raccolto e riunito le stesse immagini pensando molto ai modellisti ! Va evidenziato infatti  che spesso i  BR.20 del 13° st. avevano la peculiarità di presentare solo sul loro lato sinistro l’insegna di squadriglia mentre sul lato destro o non c’era nulla o era presente l’insegna di stormo: sono quindi preziose le immagini che ritraggono un velivolo ripreso da entrambi i lati e che sono pure presentate spesso nella stessa pagina !

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E’ chiaro che riguardo sempre alle immagini, è preponderante il numero di quelle dei B.R.20 sia nella prima versione che nella successiva M (in effetti gran parte della storia dell’impiego di questo bimotore nella 2° guerra mondiale coincide con quella del 13° st.) ma ci sono otto interessanti immagini dei bimotori della Caproni. In questa ultima parte va però rilevata una errata didascalia di una foto di un Ca 311 della 5° sq.  che viene stranamente identificato come Ca 313 assegnato alla 3° sq. (entrambe del 13° st.): purtroppo questo prezioso documento fotografico che assevera la presenza di un Ca. 311 al 13° st. non è neanche ripreso nel testo che parla esclusivamente di una dotazione solo di Ca.313 e 314…A voler essere poi pignoli, si potrebbe notare la mancanza di profili dei velivoli che se presenti avrebbero reso perfetta questa monografia che comunque, di per se è così già un opera esemplare  e preziosa, che proprio non dovrebbe mancare nella personale biblioteca di qualsiasi appassionato di storia dell’aeronautica italiana…
Gabriele Luciani