Aerodim -  FIAT G. 12  
Kit in resina scala 1/72 – cat. No. 72-03
Prodotto disponibile anche da MBL Modellismo


LEAD Technologies Inc. V1.01

Modellismo salento è lietissimo di presentare l’ultimo nato della Aerodim  di Salvatore Di Marco, uno dei  pochissimi produttori modellistici del Sud d’Italia. Salvatore è infatti un appassionato modellista  siciliano, che già a metà anni 80 si fece conoscere per alcuni modelli, per lo più di velivoli italiani della Regia Aeronautica, da lui costruiti ed ambientati in modo eccelso e presentati, spesso giungendo ai primi posti, nell’ambito del concorso fotografico-modellistico che la rivista JP-4 Aeronautica bandiva annualmente. Nel 2002, alla 25° mostra concorso nazionale dell’I.P.M.S. Italy, Salvatore vinse il primo premio  nella categoria auto costruiti da 1/200 a 1/52 con un pregevolissimo Caproni Ca 310. Ed è all’incirca in questo periodo il…grande salto quale produttore di kit in resina, con un esordio notevole, il Breda Ba 25, un addestratore di primo periodo della Regia Aeronautica fino ad allora rimasto inedito: il modello era in scala 1/72 e suscitò un generale consenso. Agli inizi dell’estate del 2009 un modello sempre in resina ed in scala 1/72 questa volta però molto più impegnativo se non altro per le sue dimensioni…Si tratta infatti del trimotore da trasporto FIAT G. 12, uno dei pochi velivoli italiani veramente validi realizzati negli anni 40 e realizzato  in oltre 100 esemplari, un quantitativo  consistente almeno per gli standards della Regia Aeronautica. Non è un soggetto inedito in quanto sette od otto anni fa la spagnola Dekno propose un suo kit sempre in una resina di mediocre qualità ma sbagliando completamente la riduzione in scala, con la fusoliera più corta di oltre un centimetro…Il modello iberico, come altri dello stesso produttore, oggi è indisponibile e comunque non ha lasciato molti rimpianti…

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Tutta un’altra musica il kit della Aerodim che rispetta forme e dimensioni del velivolo reale relativamente ai primi esemplari prodotti della versione TR con i castelli motore di tipo corto: il modello è composto da poco meno di una quarantina di pezzi in resina bianca di buona qualità e quattro pezzi in metallo bianco per la riproduzione delle gambe di forza del carrello principale. Al tutto si accompagna un semplice ma chiaro foglio istruzioni, un foglio decals e due schemini per le colorazioni dei soggetti delle medesime decals. La fusoliera è divisa in due parti, separate dal tronco del timone, vuote al loro interno: il vano piloti ha una paratia che lo divide dal vano passeggeri ma gli interni della fusoliere presentano dei piccoli residui della colata di resina che vanno eliminati e comunque l’unione di questi due pezzi non sarà certo esente da una adeguata stuccatura…E’ poi necessario rifinire le aperture delle fusoliere (parabrezza piloti e finestrini vano passeggeri) con qualche limatura stando particolarmente attenti ai montanti del parabrezza dei piloti; per la riproduzione delle parti vetrate dei finestrini la Aerodim ha inserito una lastra di acetato trasparente ma è meglio usare a colorazione ultimata ad esempio il Sintaglass della Toffanol . Purtroppo però, le superfici esterne delle fusoliere sono del tutto lisce senza alcuna incisione per riprodurre la pannellatura del velivolo che in realtà era a struttura metallica con rivestimento in duralluminio: dalle foto del velivolo tratte dal relativo manuale (pubblicate sul Notiziario di Plastimodellismo C.M.P.R. 1/2004) si notano invece diverse pannellature…Inoltre manca l’oblò dietro alla porta d’accesso che almeno uno degli esemplari proposti dal foglio decals (ovvero il G.12 n/c. 1 MM 60649 con matricola I-ALIA) aveva (vedi foto a pag. 43 del vol. 9 di Dimensione Cielo).

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Le due grandi ali sono in un unico pezzo con alcuni residui della colata di stampa alla base della radice alare: con un archetto  da traforo si eliminano con facilità. Sempre nella stessa zona, nel bordo d’uscita,  si trovano alcuni piccoli ritiri della resina quasi inevitabili in pezzi così grandi…Gli alettoni  sono riprodotti con fini incisioni e altrettanto finemente sono riprodotte le costolature di rinforzo presenti sulle ali in prossimità delle gondole motore; all’interno di queste è stato poi ricavato il vano carrelli. Per il rersto, come per le superfici esterne delle semi fusoliere, anche quelle delle ali sono del tutto lisce senza alcuna incisione che riproduca le pannellature che invece si notano  esaminando le foto… Per l’unione delle ali alla fusoliera il piccolo spuntoncino alla base delle ali non sarà certo sufficiente a garantire una solidità al tutto: si dovrà quindi forare le predisposizioni in fusoliera dove si dovrebbe inserire lo spuntoncino delle ali ed inserire un longherone metallico (si può ricavare ad esempio dalla graffette da cancelleria) e fare un analogo foro in corrispondenza nell’interno delle ali; un poco di stucco poi completerà l’unione.

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A queste grandi quattro parti, si aggiungono diverse altri più piccole che completano il kit senza necessità di ulteriore aggiunte. Un grosso pezzo raffigura il tronco di coda che per essere unito al resto della fusoliera richiede una oculata stuccatura; la parte mobile del timone verticale è riprodotta con fini incisioni che sono anche in questo caso le uniche…Analoga situazione per i piani di coda verticali. Ci sono poi alcuni pezzi per l’interno della cabina piloti (seggiolioni, cloche e cruscotto) ma niente per il vano passeggeri: credo comunque che come per altri analoghi casi (ad esempio l’S.82 ) ben difficilmente si vedrà nulla dall’esterno. Da notare che le gambe di forza di carrelli oltre che in resina sono riprodotte anche in metallo bianco ma mentre le prime hanno i morsetti per le ruote quelle in metallo bianco no e quindi se si sceglie di utilizzare quelle in metallo (che fra l’altro vanno ripulite da alcune piccole ma fastidiose sbavature ). Molto belle le cappotte dei motori, veramente realistiche nella riproduzione delle bugne esterne, mentre i radiali dei motori appaiono un po’ meno convincenti sembrando un pò…ispirati da analoghe parti di altri kits...

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Per un kit di squisita produzione artigianale, è veramente sempre notevole la presenza di un foglio decals, in questo caso poi è ancora di più apprezzabile tale presenza se si considera che non si tratta di un foglio realizzato con stampanti per computer ma proprio di un “normale” foglio decals con i soggetti stampati singolarmente e con un film di sostegno molto sottile e trasparente. I soggetti proposti sono come detto il G.12 n/c. 1 MM 60649 con matricola I-ALIA (era tutto in bianco avorio chiaro ovvero il Federal  Standard 33613 riproducibile con lo smalto Humbrol 148) e il G.12 MM. 60651, ovvero il velivolo n. 4 della 605 sq., un esemplare dapprima in carico alla 601 sq., mimetizzato con uno schema sulle superfici superiori a macchie verde mimetico   e marrone mimetico  su giallo sabbia. Da un assemblaggio a secco non sembra che la costruzione non debba essere molto problematica se non per la necessità di dover riprodurre la pannellatura esterna: su questa lacuna c’è da dire che molto probabilmente Salvatore ha ritenuto opportuno di seguire pedissequamente i trittici dello “schema scomposizione aeromobile” presenti nel manuale del velivolo e che effettivamente non riportano alcuna pannellatura. Gli stessi piani, portati alla scala 1/72 dimostrano che la riduzione in scala di forme e dimensioni del velivolo reale sono ben riprodotte da questo kit con marchio Aerodim, cui potrebbero seguire le atre versioni del G.12.
Gabriele Luciani