PJ Production Atar 9 C “Short Tail” Set di conversione in resina scala 1/48 cat. no. 481205
Alla fine degli anni 60 l’aviazione israeliana ritenne opportuno prolungare la vita dei suoi Mirage III C J utilizzando anche i motori Atar 9 C 3.
Testo e foto di Gabriele Luciani
La ditta belga PJ Production, con il set di conversione 481205 dedicato al kit Eduard consente di riprodurre in scala 1/48 uno di questi velivoli, primi passi di un percorso che, attraverso il Nesher, portò alla realizzazione del Kfir.
La storia dell’aviazione istraeliana o Chel Ha’ Avir ha sempre interessato gli analisti militari ma anche i modellisti che spesso hanno avuto a che fare con una documentazione sottoposta ad una ferrea censura da parte degli stessi israeliani. Da un po’ di anni la situazione sta un pochino migliorando (ad esempio si sa finalmente quale è l’effettivo aspetto delle insegne di reparto) e si è compreso che non sono stati pochi i processi di miglioria apportati ai vari velivoli in servizio con l'insegna della "Magen David", almeno quelli utilizzati dalla fine degli anni 60. Ciò ha spinto alcuni produttori di kit completi ed anche di quelli di dettaglio ad offrire la possibilità di riprodurre in scala questi particolari velivoli: in questo panorama si inserisce la belga PJ Production, con il proprio set di conversione, numero di catalogo 481205, che in modo molto semplice ma comunque con molta efficacia consente di riprodurre in scala 1/48 un Mirage III C J rimotorizzato con un motore un pò più performante. Dal 1962 la Israeli Air Force aveva acquistato 72 caccia bisonici Dassault Mirage C III J (oltre a 4 addestratori III B J) e con questi aveva affrontato, con strepitosi successi, il confronto con le aviazione arabe, anche durante la guerra difensiva dei Sei giorni del giugno 1967, quando il velivolo francese venne impiegato come caccia e come caccia bombardiere. Subito dopo questo conflitto, scattava inopinatamente (e sempre per il solito ricatto petrolifero da parte degli arabi...) l’embargo delle forniture militari francesi: la dirigenza israeliana ritenne opportuno pertanto di cercare di svincolarsi dalla piena dipendenza dalla volubilità straniera nel campo delle forniture di armamenti, incrementando le capacità indigene, pure nel settore aeronautico. Il primo passo fu quello di non disperdere la preziosa esperienza operativa acquisita con i Mirage III CJ, ribattezzati Shahak, procedendo ad un autonomo programma di rimodernamento effettuato dalla Israeli Aircraft Industries, arrivando anche alla graduale sostituzione degli originari motori Snecma Atar 9 B-3 con gli Atar 9 C (più potenti di 200 kg. di spinta) installati sui Mirage III E. Fu così consentito un efficace prolungamento della vita operativa dei Mirage III C J (anche almeno due biposti ebbero il nuovo motore) che affrontarono sia la Guerra d’attrito che la Guerra dello Yom Kippur, come caccia da superiorità aerea; vennero comunque progressivamente sostituiti a partire dal 1969 da un altro velivolo prodotto in Israele ovvero lo I.A.I. Nesher (in pratica un Mirage V ma questa è un’altra storia !!!). Gli Shahak sopravvissuti e/o rimasti in Israele come quello conservato al museo di Hazerim hanno questa modifica del motore e all’esterno si caratterizzano per un tronco motore più corto rispetto a quello originario ed uno scarico a corolla mentre prima era a valve; inoltre alla base del timone verticale e lo scarico motore c’è una palpebra abbastanza prolungata all’indietro.
La conversione è composta da due pezzi in resina che raffigurano rispettivamente il tronco di coda della fusoliera e il condotto di scarico del motore. Il primo ha un residuo della colata di stampa ma c’è anche un netto solco dove poter inserire la lama di un seghetto per eliminare il medesimo residuo. E’ indispensabile adoperare adeguate protezioni alle vie respiratorie per evitare di inalare le polveri di resina che si producono quando si lavora con questo tipo di materiale; altrettanto indispensabile lavorare all’aria aperta o in ambienti molto aerati, cestinando le polveri in modo adeguato; non sarebbe poi ultroneo adoperare guanti per proteggere le mani.
Il pezzo che riproduce il motore si può adoperare così come è senza la necessità di ripulirlo da residui e si inserisce nel tronco di coda in resina senza problemi. La resina è esente da ritiri e i petali dello scarico sono realisticamente sottili, ma un po’ delicati . Molto bello il dettaglio dell'interno dello scarico motore.
Il kit cui è destinato il set è quello della Eduard dedicato al Mirage III C J ma forse si potrebbe adattare anche al kit Hobby Boss sempre per il Mirage III CJ in 1/48, anche esso una buona riproduzione del caccia della Dassault. All’interno della confezione c’è pure un piccolo ma chiarissimo foglio di istruzioni che indica dove va effettuato il taglio delle due semifusoliere del kit Eduard per eliminare l'originario tronco di coda. Da segnalare anche che la cover box della confezione del set è costituita da una foto di uno Shahak rimotorizzato con le insegne del 101 sq.. Si può comunque realizzare uno di questi velivoli sempre con lo schema a tre toni con o senza i grossi triangoli giallo-neri di identificazione (adottati per la contemporanea presenza di caccia francesi nella aviazioni arabe) , oppure negli stessi grigi dei Kfir…L'inserimento dei due pezzi della conversione è elementare e con pochissimo stucco si raccorda il tutto senza soluzioni di continuità.
In conclusione un buon prodotto che unito ad uno dei due kits di Mirage III CJ in plastica oggi disponibili in scala 1/48 , consente la riproduzione di una versione molto particolare ma altrettanto interessante del famoso caccia della Dassault .
Si ringrazia la PJ Production (sito pj ) per il set gentilmente fornito in recensione.
Gabriele Luciani