Storia Militare - Dossier n. 20 - L’Aeronautica Nazionale Repubblicana Parte 1° di Giancarlo Garello
Presentiamo il Dossier - n. 20 del periodico Storia Militare dedicato ai reparti da caccia dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana a firma di Giancarlo Garello
Testo e foto di Gabriele Luciani
E' arrivato nelle edicole, nel luglio 2015, il dossier n. 20 del noto periodico Storia Militare, edito oggi da Edizioni Storia Militare srl, un pregevole supplemento che ora prende in esame un argomento, le vicende della Aviazione Nazionale Repubblicana, che in passato e per troppi anni è stato nelle mani di scrittori votati più alla agiografia che a riportare con obiettività i fatti presi da loro in esame. Per di più questa erronea "metodologia" va inquadrata nel contesto di un paese nel quale la ricerca storica in generale, ha sempre subito le nefaste influenze delle contingenti situazioni politiche italiane, figurarsi quando si devono esaminare i mesi che vanno dal settembre 1943 al maggio 1945...Nel difficile tentativo di porre rimedio a questo stato di cose, considerata anche la pervicace resistenza di molti luoghi comuni e della vulgata ufficiale, nascono consistenti iniziative editoriali come Storia Militare che, in edicola ogni mese dall'ottobre 1993, ha assunto quel ruolo di seria divulgazione storiografica e di catalizzatore dei migliori studiosi italiani, che dal 1957 e fino agli anni 90, aveva rivestito in precedenza la gloriosa rivista Storia Illustrata della Mondadori. Fra i primi collaboratori di Storia Militare, Giancarlo Garello , autore appunto nel dossier N.20 , dedicato ai tre gruppi da caccia della A.N.R. e del prossimo (il n. 21, la cui uscita è prevista per il settembre 2015) che completerà l'esame delle altre formazioni della stessa forza armata della R.S.I. . Il comandante Giancarlo Garello è una firma che si può tranquillamente definire come autorevole nel panorama del giornalismo e della storiografia aeronautica nazionale, oramai da diversi decenni: suoi interventi inerenti la storia dell'aeronautica italiana negli anni 30/40 sulla stampa specializzata si possono rinvenire già a fine anni 60 (ad esempio su Aviazione&Marina dove venne pubblicato il suo primo intervento su una preda bellica della Regia Aeronautica, il P.38 atterrato nel 1943 in Sardegna ) ma è negli anni 70, sul mensile Aerei (che proprio in quegli anni forse riuscì a dare il meglio di se...) che si è avuto modo di leggere diversi e corposi suoi articoli, spesso riassunti o estratti dei molti libri a sua firma editi per lo più da Bizzarri-Dell'Ateneo di Roma sempre negli anni 70, divenuti fin da subito dei corredi indispensabili nelle personali biblioteche di moltissimi appassionati. Successivamente, negli anni 80 si segnala la collaborazione di Giancarlo Garello con Aerospazio Mese ma è quella con l'editore Giorgio Apostolo che principalmente attira per oltre 20 anni, ed ulteriormente, l'attenzione degli appasionati italianofili che vengono letteralmente deliziati dalle tantissime ricerche dello stesso Autore, che oltre a riproporre sulla rivista Aerofan suo materiale iconografico sulla Regia Aeronautica e sulla A.N.R. , a volte già noto, ma rivisto alla luce di studi più avanzati e ripulito con le più moderne tecnologie, offre inoltre un consistente panorama di foto inedite, anche su molte delle monografie della serie Ali d'Italia sempre edite dalla Giorgio Apostolo Editore. L'interesse di Giancarlo Garello per la storia dell'aeronautica italiana non nasce solo dai suoi illustri trascorsi professionali (ufficiale pilota della Marina Militare e poi comandante Alitalia) ma ha radici ben più profonde: tutto ha origine dall'abbattimento di un B.17G il 29.3.1944, caduto nella provincia della allora abitazione di Giancarlo Garello, al tempo giovane decenne, che ebbe modo di assistere anche alla cattura di alcuni degli aviatori americani del medesimo quadrimotore caduto e a vederne poco dopo anche il rottame. Da questo episodio che sarebbe rimasto impresso nella memoria di chiunque, è partita, quaranta anni dopo, una attività di ricerca intensa e minuziosissima che è sfociata nel 1998 in una meravigliosa Opera dal titolo "Centauri su Torino - La Squadriglia Bonet dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana" : il B.17 G di cui sopra infatti venne abbattuto dal c.te di questo reparto italiano (inizialmente denominata sq.aut. "Montefusco"), il cap. Giovanni Bonet, che venne abbattuto a sua volta perdendo la vita sul suo FIAT G.55 sempre il 29.3.1944. Se negli anni 80 i libri di Sergio Govi sulle Reggiane, fecero fare un enorme balzo in avanti sul piano qualitativo all'editoria aeronautica italiana, alla fine degli anni 90 fu la volta di "Centauri su Torino" a far fare questo salto (e non è fuor di luogo evidenziare che in entrambi i casi l'editore di questi splendidi Lavori è stato sempre Giorgio Apostolo...). Giancarlo Garello infatti ha svolto "una analisi serena" scevra da retorica, trionfalismi agiografici, influenze politiche, delle vicende della squadriglia Montefusco-Bonet, evidenziando anche i lati più umani dei protagonisti dei fatti e, usando il metodo di ricerca storica utilizzato per la prima volta in Italia nel 1982 da Ricciotti Lazzero, ha confrontato i resoconti delle fonti e delle testimonianze italiane con quelle di controparte, riuscendo ad andare anche oltre, conoscendo cioè personalmente ed intervistando gli aviatori statunitensi del B.17 colpito il 29.3.1944 dal capitano Bonet e l'abbattitore di questo ultimo (cui spiegò che in quella ed altre occasioni i caccia avversari che incontrava sul nord Italia erano FIAT G.55 e non degli improbabili FW.190D...) .
Poiché nel giugno 1944 la squadriglia Montefusco-Bonet fu inglobata nel 1° gr.ct., l'esame delle sue vicende deve coincidere quindi con quello dello stesso reparto e con il barbaro assassinio del suo comandante il Maggiore Adriano Visconti, avvenuto come noto dopo la resa del 1° gr., tutti temi che già nell'edizione del 1998 del suo libro , Giancarlo Garello prese in esame ma che nell'edizione riveduta ed ampliata del 2010 (edita da La Bancarella Aeronautica) , vengono ulteriormente approfonditi tanto che il sottotitolo cambia in "La squadriglia Bonet e i Gruppi Caccia dell'A.N.R. ". Per quanto poteva sembrare quasi impossibile, vista la già eccelsa qualità dell'edizione 1998, la nuova edizione di Centauri su Torino riesce ad essere migliore della precedente: il successo dell'opera e l'esigenza di offrire almeno una visione d'insieme anche sugli altri reparti della A.N.R., sia pure con uno strumento un po' più agile di una apposita monografia (che sinceramente spero arrivi finalmente) hanno evidentemente convinto il c.te Garello e la direzione di Storia Militare a dedicare due dossier a questi temi. Per la verità non si può omettere di riferire che dalla fine degli anni 80 non sono mancate opere di pregio come ad esempio quelle di Ferdinando D'Amico e Gabriele Valentini che purtroppo con la loro ultima opera (Camouflage and Markings of A.N.R.) hanno però cessato di produrre ulteriori lavori e che hanno dovuto pubblicare in lingua inglese i loro voumi... Tutta questa premessa era necessaria per meglio inquadrare il dossier N.20 nel quale vengono riassunte in modo esemplare le tematiche di Centauri su Torino ma anche quelle di precedenti interventi su Aerofan o Storia Militare inerenti pure i tre gruppi da caccia della A.N.R. : vengono così descritti le circostanze della costituzione della A.N.R. per poi passare separatamente alle operazioni delle altre squadriglie del 2 gr. da caccia, esaminando i vari combattimenti sostenuti dagli stessi con esiti a volte disastrosi per i medesimi colori italiani...A differenza di quanto trionfalisticamente riportato da Nino Arena e Giorgio Pisanò nei loro scritti di oltre trenta anni fa (questi autori si sono occupati per primi delle FF.AA. della R.S.I. ma lo hanno fatto con intenti agiografici Nino Arena che ha sposato acriticamente le varie versioni dei reduci della A.N.R. e con mire di parte Giorgio Pisano, a suo tempo anche senatore dell'M.S.I....), Giancarlo Garello attesta anche in questo suo Lavoro come la realtà operativa fu molto drammatica, con molti gravi e diuturni lutti fra i piloti repubblicani dovuti non solo ai combattimenti ( nei quali progressivamente emergeva sempre più forte la supremazia non solo quantitativa degli alleati ma anche qualitativa, per una loro maggiore preparazione nei riguardi delle tecniche di un moderno combattimento aereo) ma pure inizialmente ai gravi e letali inconvenienti tecnici che ad esempio si riscontrarono inizialmente sui FIAT G.55 nuovi di fabbrica ma molto probabilmente sabotati, che costrinsero il 2 ° gr. ct ad una profonda revisione degli stessi e ad un limitato impiego di tali velivoli che furono ben presto sostituiti dai Me.109G6 !!! Il terzo gruppo invece non arrivò a sostenere combattimenti : la ricerca su questo reparto non ha fatto molti passi in avanti dagli studi che Giuseppe Grande ebbe a pubblicare sullo stesso gruppo su Storia Militare negli anni 90...Dunque chi molti anni fa si era fatto un quadro a dir poco esaltante dei reparti da caccia della A.N.R. , dopo aver letto ad esempio Nino Arena (i cui scritti purtroppo in rete stanno ritrovando oggi una nuova inutile giovinezza...), se non ha ancora potuto rendersi conto di quanto effettivamente avvenuto nei cieli del nord Italia fra il gennaio 1943 e il maggio 1945 anche con le pregresse Opere di Giancarlo Garello , lo può finalmente fare ancora oggi, recandosi in una qualsiasi edicola, con il dossier n.20, non solo per i testi ben documentati, ma anche per via il suo ottimo corredo iconografico, in parte già noto ma sempre interessante e ben commentato... Anche chi ha invece una biblioteca abbastanza fornita, apprezzerà comunque il Dossier n.20 in quanto, per quanto strano possa sembrare a distanza di ben70 anni dagli eventi, sono state trovate e pubblicate altre immagini ancora inedite (il Re.2001 e il CR.42 con i tricolori della A.N.R. in fusoliera rispettivamente a pag. 13 e a pag. 35, altre foto di G.55 della Montefusco, il previsto simbolo di reparto per i Me.262 che nel marzo 1945 si pensava fossero dati successivamente in dotazione all'A.N.R.). Interessante poi la didascalia a pag. 53 della foto del MC.205 MM 92302 codice di linea 1-23 con mimetica rifatta in reparto con i grigi RLM: questo stesso velivolo era il soggetto della tavola centrale dello special sui C.202/205 di Aerofan uscito nel 1980 e sempre in quell'anno il socio IPMS Italia Ermanno Molteni precisò sul Flash Ipms Giugno-Luglio la testimonianza della M.O.V.M. M.llo pilota Luigi Gorrini che tale velivolo era "l'aereo di Visconti" , testimonianza poi corretta sul Flash IPMS Agosto-Settembre 1980 nel senso che questo velivolo "era stato usato da Visconti...ma era in carico al pilota Ten. Ermino"...
La foto a pag. 53 del dossier di Giancarlo Garello fa vedere che al posto di pilotaggio dell'1-23 c'era il Tenente Mario Cavatore e che questo "aereo fu danneggiato in un atterraggio fuori campo dal sergente maggiore Gorrini il 19 marzo 1944" ritornando poi in linea successivamente...ora se c'è qualche modellista che vuol riprodurre un velivolo pilotato da Luigi Gorrini sa come regolarsi...In un contesto così elevato ci sono però alcune piccole "spigolature" che per obiettività ritengo opportuno rilevare: la didascalia della foto del 1007 bis MM.24767 parla di una successiva cessione all'A.N.R. ma in realtà, esaminando le altre foto di sequenza (già pubblicate molti anni fa ad esempio sul Notiziario IPMS Italia) sempre riprese a Bresso nel marzo 1944 ed inerenti tale velivolo , si nota che lo stesso aveva proprio sotto la torretta del mitragliere dorsale, il tricolore della A.N.R. e il guidone di comandante di stormo, tutti simboli che attestano già la proprietà italiana malgrado i codici di linea tedeschi; la stessa didascalia riferisce che poi questo velivolo probabilmente fu poi usato per l'addestramento dei piloti del Gruppo Aerosiluranti: evidentemente si fa riferimento alla foto del 1007 con le insegne della A.N.R. (complete sia in fusoliera che sulle ali) che venne scattata a Venegono nell'aprile 1944 dal S.Ten. Pilota Mario Eugeni e che nel 2004 lo stesso pilota mi mandò e che io poi girai a Ferdinando D'Amico (vedi pag. 209 e la nota 137 di Campuflage and Markings of Aeronautica Nazionale Repubblicana 1943-1945) : potrebbe non essere così in quanto le scritte all'esterno delle due derive del velivolo fotografato a Bresso sono abbastanza diverse da quello di Venegono, ed anche tenendo in considerazione l'eventualità di una obliterazione della svastica tedesca, non si capirebbe perché doverle rifare quasi del tutto...
Il dossier a pag. 102 parla degli Arado 234 del Sonderkommando Sommer come del primo velivolo a reazione comparso sui cieli italiani mentre in realtà il primo dei bireattori tedeschi arrivò in Italia il 23.2.1945 (modello dell'Ar.234 in Italia ) mentre spetta ai due YP-80A del 1° FG dell'U.S.A.A.F., con i S/N 44-83028 e 44-83029 ( rispettivamente i c/n 1007 e 1008), il primato di essere stati i primi velivoli a reazione a solcare i cieli italiani in quanto presenti già alla fine del 1944 in Puglia, nonché quello di essere anche stati i primi jet ad effettuare voli operativi in quanto fin da subito il Maggiore Ed LaClare eseguì almeno due puntate verso il fronte alla ricerca di velivoli nemici ( modello del YP-80A di Lesina ). Non capisco poi l'attinenza del trittico in scala 1/72 realizzato dal compianto Angelo Brioschi dedicato al C.205 V I° serie e non ad un III° serie, in quanto Veltro della prima serie non risultano (ad oggi...) essere stati in servizio con la A.N.R. : fra parentesi Angelo nel 2003 realizzò per la monografia N. 5 di Ali&Colori dedicata ai C.202/205, un profilo del Veltro MM. 9350 con codici di linea 1-3 e basandosi sul numero di Matricola Militare, effettivamente di una fusoliera di un 1° serie, lo ebbe a riprodurre senza i cannoni alari. A suo tempo feci notare ad Angelo però che in realtà da altre foto di tale velivolo, si poteva vedere che allo stesso vennero applicate delle ali di un 205 terza serie e nel 2009 Angelo rivide il suo profilo che a pag. 33 di Aeronautica Italiana Caccia &Assalto 1943-1945 Parte III venne pubblicato corretto appunto con i cannoni alari...Ancora c'è da rilevare che alla fine del dossier vengono riportati dati e tabelle inerenti il 1° gruppo caccia ma non c'è nulla per gli altri due, segno che c'è ancora da poter lavorare sulla storia di questi reparti. Purtoppo ancora oggi infatti vi sono incalliti agiografi che tutt'ora parlano di Adriano Visconti come del " più vittorioso asso italiano della seconda guerra mondiale" e non si chiedono invece su quale base uno scrittore anglossassone parlò di 26 sue vittorie aeree (vedi Storia Illustrata 3-1978) facendo nascere così tale leggenda (neanche Nino Arena arrivò a tanto, riferendo invece di sette vittorie nel corso del servizio di Adriano Visconti nell'A.N.R. ...). Sempre per via delle precisazioni sugli esiti degli scontri aerei, alcuni lamentano di ipotetiche e dolose sminuizioni del valore degli appartementi alla A.N.R., un sentimento purtroppo condiviso anche dai reduci che dagli anni 80 in poi hanno visto ridotte, spesso di molto, l'ammontare delle loro vittorie da loro reclamate, sempre in base alla verifica delle loro dichiarazioni con il riscontro della documentazione di controparte...La sopravvalutazione degli esiti di uno scontro aereo è molto frequente ed in perfetta buona fede, in specie nei momenti immediatemente successivi ai combattimenti sostenuti, per via di tanti fattori soggettivi ed oggettivi...Come giustamente evidenzia Giancarlo Garello è del tutto errato "voler misurare il valore degli aviatori repubblicani dal numero delle vittorie aeree conseguite, anziche dal coraggio a dalla determinazione con cui essi affrontavano quotidianmente il nemico in una lotta dall'esito già scontato" e, si deve aggiungere, dal solo intento di difendere le città del nord Italia dai bombardamenti spesso indiscriminati ed erronei (fra i tanti quello di Treviso del 7.4.1944 con 1600 vittime nella popolazione civile, la disumana strage della scuola elementare milanese di Gorla del 20.10.1944...) Sono appunto pubblicazioni come il Dossier a firma di Giancarlo Garello che anche questa volta " evitando i toni trionfalistici e senza indulgere alla retorica, propone un'analisi serena...dell'esperienza bellica dell'A.N.R." riescono a dare quella giusta ed opportuna considerazione anche della umanità di questi militari italiani che erano mossi unicamente da un senso dello Stato che oggi a distanza di 70 anni dagli eventi tragici non è certo inutile ricordare ed apprezzare...
Gabriele Luciani